Nato, 300.000 soldati verso il confine russo: l’Italia deve prepararsi alla guerra?

Alessandro Cipolla

20 Marzo 2023 - 10:15

Per Politico in primavera 300.000 soldati Nato potrebbero essere schierati lungo il confine russo: se la guerra dovesse allargarsi l’Alleanza, Italia compresa, vuole essere pronta.

Nato, 300.000 soldati verso il confine russo: l’Italia deve prepararsi alla guerra?

La guerra in Ucraina sarà lunga e imprevedibile, con la Nato che vuole farsi trovare pronta a qualsiasi eventualità visto che finora ha rigettato - e sabotato - ogni tentativo di soluzione diplomatica per arrivare a un cessate il fuoco, conditio sine qua non per un eventuale accordo di pace.

Stando a quanto riportato da Politico, un giornale solitamente sempre ben informato, la Nato starebbe pianificando di schierare fino a 300.000 soldati lungo il proprio fianco orientale, ammassando di fatto truppe e mezzi vicino il confine con l’Ucraina e la Russia.

La Nato - scrive Politico - accelererà gli sforzi per accumulare attrezzature lungo il confine orientale e designerà decine di migliaia di forze in grado di accorrere in aiuto degli alleati con breve preavviso”. In pratica in caso di una escalation militare, l’Alleanza atlantica sarebbe pronta a intervenire in maniera quasi istantanea.

Nel dettaglio viene spiegato che 100.000 soldati, quelli considerati di primo livello, potrebbero intervenire se la guerra lo rendesse necessario già in dieci giorni, mentre il resto delle truppe sarebbe pronto in massimo trenta giorni.

Per fare la guerra alla Russia però la Nato ha bisogno di munizioni che al momento scarseggiano viste le continue forniture a Kiev: nella prossima riunione dei leader atlantici così dovrebbe essere dato il via libera a un piano da 2 miliardi per creare un fondo comune d’acquisto.

L’Italia più vicina alla guerra?

In uno scenario come quello della guerra in Ucraina, dove la posta in palio non è il destino del Donbass o della Crimea ma la supremazia geopolitica del blocco occidentale od orientale, non appare strano che la Nato voglia farsi trovare pronta in caso di una escalation bellica che è sempre pericolosamente in agguato.

Ammassare truppe lungo il confine ucraino e russo senza dubbio può mettere pressione a Mosca ma, al tempo stesso, ci fa la spia di come a Washington siano pronti anche all’eventualità di un intervento militare diretto.

La domanda a questo punto potrebbe sorgere spontanea: se la Nato dovesse entrare in guerra contro la Russia, quale sarebbe il destino dell’Italia? Con nostre truppe già schierate in Bulgaria, Ungheria e in Romania, Roma non sembrerebbe avere molta scelta a riguardo.

La notizia data dal Fatto Quotidiano dei militari ucraini attualmente a Sabaudia, presso il Comando artiglieria contraerei dell’Esercito italiano, al fine di addestrarsi all’uso del sistema missilistico terra-aria Samp-T che in primavera dall’Italia verrà trasferito in Ucraina, ci fa capire come il nostro Paese ormai non sia più un semplice “spettatore” del conflitto.

Se la guerra dovesse allargarsi alla Nato, a quel punto anche l’Italia sarebbe chiamata a fare la sua parte: con il mandato d’arresto emesso nei confronti di Vladimir Putin dalla Cpi che rappresenta una sorta di pietra tombale sulle già risicate speranze diplomatiche, l’incubo bellico mai come in questo momento starebbe assumendo delle sembianze reali anche per il Belpaese.

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