Navi da guerra russe in tutto il Mediterraneo: così Putin minaccia l’Occidente

Giorgia Bonamoneta

19/09/2022

Navi e sottomarini russi continuano a mantenere la loro posizione nel Mediterraneo. I mezzi navali da guerra sono una minaccia per l’Occidente, dice Guerini. Ecco perché.

Navi da guerra russe in tutto il Mediterraneo: così Putin minaccia l’Occidente

Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini si dice preoccupato per le navi da guerra russe nel Mediterraneo. Per questo ha spiegato che anche il fianco Sud merita attenzione all’interno dell’alleanza atlantica. Nel corso dei mesi, il conflitto in Ucraina ha concentrato sempre di più l’attenzione della Nato verso le zone a Nord e Nord-Est e l’Italia ha fin da subito compreso di trovarsi di fronte alla possibilità di perdere quella posizione centrale che le spettava con gli affacci sul Mediterraneo.

Anche se l’attenzione nel Mediterraneo sembra essere calata, navi russe e sottomarini continuano a muoversi nelle acque intorno alla penisola italiana. Non a caso il Mediterraneo è «uno dei fronti del conflitto», scrive il Messaggero. Infatti la dottrina militare della sezione navale russa, presentata nella giornata del 31 luglio 2022, annuncia la strategia di Mosca sul conflitto in mare, considerando questo limite come un rischio in caso di tensioni internazionali.

Il Mediterraneo infatti è un mare cruciale nell’interessi russi poiché è l’unica via d’accesso al Mar Nero e ai territori strategici per Mosca, Mariupol e la Crimea per esempio. Così la tensione nel Mediterraneo, operata dalle navi dei sottomarini russi (anche di tipo nucleare e ben armati), rappresenta una minaccia per l’Occidente, almeno secondo le parole di Guerini.

Infatti il ministro della Difesa, durante il convegno per “Le giornate del mare” a Trieste, ha voluto sottolineare come sia essenziale ammodernare gli strumenti militari per difendere il Mediterraneo, poiché «siamo in una fase di rilevantissimi salti tecnologici in cui o sei dentro o sei fuori».

Putin minaccia l’Occidente nel Mediterraneo: il piano

Nelle acque del Mediterraneo circolano navi e sottomarini militari russi. Non è una novità, anche prima del conflitto la presenza era segnalata e le esercitazioni o i passaggi programmati. Lo scenario del conflitto con l’Ucraina ha reso di spostamenti motivo di tensione e la presenza di mezzi militari russi nel Mediterraneo fonte di preoccupazione.

Il 15 settembre, nell’aggiornamento della presenza militare russa nelle acque del Mediterraneo, risultavano ben 7 mezzi di guerra. Secondo Black Sea News, la Russia alla fine dell’estate ha avviato una rotazione delle navi da guerra nel Mediterraneo e al momento si trovano nelle nostre acque 7 navi missilistiche e 4 navi ausiliarie. Nello specifico, come descritto dal Messaggero, sono presenti:

  • l’incrociatore missilistico di classe slava Varyag (ammiraglia della flotta del Pacifico);
  • la grande nave antisommergibile Admiral Tributs;
  • un cacciatorpediniere missilistico guidato;
  • due fregate missilistiche la Ammiraglio Grigorovich;
  • la Admiral Kasatonov;
  • una corvetta missilistica guidata;
  • la Orekhovo Zuevo;
  • due sottomarini dotati di missili (Novorossiysk e Krasnodar). 

Perché le navi da guerra russe si trovano nel Mediterraneo?

Il Mediterraneo non è solo una mare, è soprattutto una porta d’ingresso per le zone di interesse russo. Le nostre acque rappresentano una regione strategica e cruciale, tanto che sia prima che durante il conflitto con l’Ucraina la presenza di mezzi militari russi è sempre stata piuttosto ingente. Al momento, però, la loro presenza preoccupa il ministro della Difesa, che ha suggerito di mantenere alta l’attenzione, soprattutto agli alleati Nato concentrati con lo sguardo su un’altra zona dell’Europa.

Il Mediterraneo è cruciale sia per gli interessi militari, cioè per avere un accesso al Mar Nero, sia da un punto di vista commerciale. Ma soprattutto, la presenza nel Mediterraneo rappresenta la possibilità per la Russia di attaccare in maniera più rapida diversi Paesi dell’alleanza Nato che si affacciano sul mare, colpendo per esempio gli obiettivi strategici, quali le basi militari.

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