L’esercito di Taiwan è in allerta dopo aver avvisato due fregate russe a largo delle proprie coste: mentre tutti pensano al fallito golpe, la guerra può allargarsi all’Asia?
A Taiwan torna a spirare una minacciosa aria di guerra anche se, in verità, nelle acque che circondano l’isola che la Cina vorrebbe riportare sotto il proprio controllo, la tensione è sempre rimasta costantemente alta negli ultimi mesi.
Nelle scorse ore però un avvistamento ha fatto scattare il classico campanello d’allarme a Taipei: due fregate russe sono state avvistate a largo delle coste di Taiwan che, come sottolineato da una nota del ministero della Difesa diffusa da noi da Agi, ha monitorato “i loro movimenti e ha inviato aerei, navi e attivato sistemi missilistici a terra per tenere d’occhio”.
Entrando più nel dettaglio della vicenda, il ministero ha dichiarato che nel pomeriggio di ieri ora italiana “le navi da guerra russe sono state individuate mentre navigavano da Sud a Nord nelle acque al largo della nostra costa orientale”.
Il comunicato di Taiwan è stato in qualche modo confermato anche dalla agenzia di stampa statale russa Interfax “un distaccamento di navi da guerra della Flotta del Pacifico è entrato nel Mare delle Filippine dopo aver attraversato il Mar Cinese Meridionale”, il tutto nell’ambito di una “traversata marittima a lungo raggio, che comprendeva una battaglia navale simulata per respingere un attacco missilistico di un nemico simulato dal mare”.
Le due fregate russe così avrebbero compiuto una esercitazione militare non lontano dalle coste di Taiwan, una simulazione che arriva a pochi giorni dal delicatissimo vertice Nato che si terrà in Lituania il prossimo 11 e 12 luglio.
La guerra può espandersi a Taiwan?
Henry Kissinger da tempo ne è convinto: se Cina e Stati Uniti non dovessero allacciare un proficuo dialogo distensivo, allora al massimo entro pochi anni scoppierà una terza guerra mondiale che avrà come casus belli proprio Taiwan.
E se lo dice uno come Kissinger che, nonostante le cento candeline, qualcosa di guerre e intrighi geopolitici ne capisce, a noi semplici scribacchini non resta che monitorare con grande attenzione quello che avviene intorno a Taiwan.
L’unica cosa certa è che la Cina prima o poi cercherà di riprendere il controllo dell’isola ribella: con le buone ovvero instaurando un governo amico oppure con le cattive invadendo l’isola.
Le due fregate a zonzo a largo delle coste della fu Formosa - che si sono aggiunte a quelle cinesi che da mesi minacciose stazionano nella zona - così assomigliano a un chiaro messaggio recapitato a Washington in vista del vertice Nato di Vilnius.
Se l’Alleanza atlantica dovesse decidere di spingersi ancora oltre nel suo sostegno all’Ucraina, ecco che la situazione potrebbe diventare incandescente anche a Oriente visto il solido asse tra Pechino e Mosca.
Storicamente alla Cina però non piace fare la guerra, preferisce gli affari. Tutto dipenderà allora da cosa succederà in Ucraina: se gli Usa dovessero imporre a Kiev una cristallizzazione del conflitto in stile coreano, allora anche a Taiwan potrebbero placarsi i bollori, ma se l’Occidente volesse continuare la guerra nella convinzione di potersi sbarazzare - in un modo o nell’altro - di Vladimir Putin, a quel punto a mo’ effetto domino il conflitto potrebbe espandersi anche nel resto del mondo.
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