Siamo tra i paesi europei che più spendono per ripagare il proprio debito pubblico: in un anno il 3,7% del Pil. Peggio di noi, solo l’Ungheria.
È vicino ai 3 mila miliardi di euro, vale il 137% del Prodotto interno lordo e viene spesso definito una “zavorra” che ostacola sviluppo e crescita. Il debito pubblico italiano continua ad aumentare e il conto annuale per ripagarlo è particolarmente salato.
Mentre la Legge di Bilancio arriva in Parlamento, con l’esame della manovra che quest’anno parte dalla Camera per poi passare al Senato, sono di stretta attualità i primati del nostro debito pubblico. L’Italia è seconda nell’Unione Europea per il rapporto tra debito e Pil, dietro solo la Grecia e terza tra i paesi Ocse (il record è del Giappone). Ma non basta: il nostro Paese è anche tra quelli che ogni anno spendono maggiormente per gli interessi sul proprio debito. In Ue, sempre in rapporto al Pil, paga di più soltanto l’Ungheria.
Come noto, la spesa pubblica si può finanziare con le tasse, riducendo le spese, con maggiori entrate o contraendo debiti sui mercati. In quest’ultimo caso, emettendo titoli di debito lo Stato ottiene fondi per provvedere al proprio fabbisogno; fondi che naturalmente deve restituire, a un certo tasso di interesse. E ogni anno la cifra consiste in una spesa non indifferente, soprattutto se messa a paragone con le risorse destinate ad altri ambiti fondamentali, come l’istruzione e la sanità. [...]
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