Un nuova ricerca ha scoperto che la plastica nera utilizzata può avere sostanze tossiche.
Riciclare la plastica è importante in un contesto di economia circolare ma spesso è controproducente. Sono sempre più le organizzazioni che chiedono di abbandonare l’idea del riciclaggio della plastica, tra le quali Greenpeace. Tra i motivi, il fatto che numerose sostanze tossiche non vengono smaltite con il riciclo e finiscono per diventare pericolose nella seconda vita di questi prodotti. L’ultimo allarme proviene da una ricerca condotta negli Stati Uniti che ha scoperto come in numerosi oggetti in plastica, ci sia un numero elevato di sostanze tossiche.
A finire maggiormente sotto accusa sono gli oggetti di colore nero, in particolare mestoli da cucina, contenitori d’asporto, giocattoli o vassoi. Al loro interno possono esserci livelli allarmanti di ritardanti di fiamma tossici.
Pericolo sostanze tossiche
Tutto parte dagli oggetti riciclati. Sopratutto quelli tecnologici come gli involucri dei televisori o i prodotti elettronici. Questi oggetti hanno al loro interno dei ritardanti di fiamma, inseriti per motivi di sicurezza in caso di incendio. Stiamo parlando sopratutto di decabromodifenil etere, o decaBDE in breve. Una sostanza che a quanto pare non va via con il riciclo e che ci ritroviamo nella nuova vita della plastica.
Nel 2021, l’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti ha bandito completamente il decaBDE dopo averlo collegato a cancro, problemi endocrini e tiroidei, sviluppo fetale e infantile. Un nuovo studio di aprile 2024 ha dimostrato come le persone con alti livelli di decaBDE nel sangue hanno il 300% di probabilità in più di morire di cancro rispetto a persone con livelli bassi.
Nonostante queste restrizioni, il decaBDE è stato trovato nel 70% dei campioni testati, a livelli che vanno da cinque a 1.200 volte superiori al limite dell’Unione Europea che è di 10 parti per milione. Soltanto sulla base dell’esposizione a utensili da cucina di plastica neri, la ricerca ha appurato che una persona potrebbe essere esposta in media a 34,7 parti per milione di decaBDE ogni giorno.
I ritardanti di fiamma vengono utilizzati dai produttori non solo nei dispositivi elettronici ma anche in divani, sedie, tappeti, oggetti in schiuma. Questo significa che in ogni casa ci sono tantissimi oggetti contenenti tale sostanza tossica. I ritardanti possono sprigionarsi da tali oggetti, finire nell’aria attaccandosi a polvere, cibo e acqua finendo così per essere ingeriti.
Come difendersi
Quello che possono fare i consumatori è sostituire gli oggetti in plastica, sopratutto quelli di colore nero, che sono quelli maggiormente esposti alla presenza di sostanze tossiche. Gli utensili da cucina, meglio usare quelli in acciaio o in legno evitando quelli in plastica. I giocattoli per bambini, evitiamo quelli con eccessiva presenza di prodotti in plastica nera.
Anche in casa, il consiglio è spolverare per bene sui mobili con uno straccio e passare l’aspirapolvere regolarmente. La polvere infatti potrebbe essere contaminata da queste sostanze tossiche.
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