Sconto tra Iran e Afghanistan lo scorso sabato. L’allarme è rientrato, ma potrebbe scoppiare una nuova guerra. Ecco perché e cosa c’entra un fiume.
Tra Iran e Afghanistan non corre buon acqua. Tra i due Paesi potrebbe scoppiare una nuova guerra per via delle crescenti tensioni che hanno a che fare anche con una questione idrica, ovvero quella del fiume Helmand. Il percorso del corso d’acqua potrebbe scatenare un nuovo conflitto, di cui si hanno avuto le prove proprio lo scorso sabato. Nella località di Sasuli, sulla frontiera dell’Iran orientale e a pochi passi dall’Afghanistan, i due schieramenti si sono scontrati e tre persone hanno perso la vita.
L’allarme è rientrato, ma si succedono dichiarazioni e fatti che potrebbero portare un’escalation violenta. Il fiume Helmand è al centro della vicenda, ma non è l’unico motivo della tensione tra i due Paesi. Si tratterebbe invece della goccia che fa traboccare il vaso, un vaso strapieno già della questione dei rifugiati afghani in seguito all’agosto 2021.
La guerra potrebbe non scoppiare mai, anche se i due Paesi si trovano a confrontarsi in maniera accesa su diversi temi. Questo perché entrambi hanno problemi interni più gravi da risolvere: i talebani devo riuscire a controllare un Paese non riconosciuto dalla comunità internazionale, mentre l’Iran è sottoposto a dure sanzioni in seguito alla violenta repressione delle proteste nate dalla morte di Mahsa Amini, che proseguono silenziose con l’uccisione dei manifestanti.
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Una goccia che potrebbe far traboccare il vaso e scoppiare una guerra: il caso del fiume Helmand
È improbabile che una guerra tra Iran e Afghanistan scoppi nel 2023, ma in un gioco di immaginazione si può far risalire il crescere della tensione a un fatto che coinvolge direttamente i due Paesi. Oltre alle tensioni tra talebani e guardie di frontiera iraniane, in seguito all’aumento del flusso di persone che fuggono dall’Afghanistan, a far traboccare il vaso potrebbe essere la goccia della questione idrica del fiume Helmand.
La questione è irrisolta perché da tempo i due Paesi si contendono l’afflusso di acqua dal fiume. Nel 1973 una trattato garantiva a Teheran il diritto di supervisionare la flusso d’acqua verso i propri territori, ma nel 1998 l’Afghanistan aveva deciso di deviare il fiume. La deviazione è avvenuta attraverso la costruzione di tre dighe sul territorio afgano, l’ultima inaugurata proprio nel 2021. Decisioni che hanno effetto diretto e devastante sull’Iran, una delle regioni più esposte al rischio siccità. Nel 2021 infatti gli agricoltori iraniani hanno protestato per la desertificazione e risolvere la crisi del fiume Helmand serve all’Iran anche per placare i movimenti interni.
Scontro all’orizzonte? Tra crisi interne e migrazioni
Lo scontro al orizzonte dovrebbe essere scongiurato e questo perché i motivi della tensione tra Kabul e Teheran certo non mancano, ma sono inferiori ai problemi interni dei due Paesi. Inoltre a nessuno dei due conviene l’inizio di uno scontro diretto, soprattutto quando sono alla ricerca di una stabilizzazione e di un riconoscimento, nel caso dell’Afghanistan, a livello internazionale. Certo non c’è dialogo tra le due parti se non quello che vede l’Iran non riconosce il governo di talebani in Afghanistan.
In ogni caso l’aumento delle tensioni è probabile e anzi è già sfociato nella presa delle armi lo scorso sabato. Lo scontro tra talebani e milizie di dogana iraniane hanno portato alla morte di tre persone.
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