Nuova par condicio elezioni europee: giornalisti Rai in rivolta, ecco perché

Alessandro Cipolla

12/04/2024

L’Agcom ha approvato il regolamento sulla par condicio per le elezioni europee, ma in Rai i giornalisti sono in rivolta e si dicono pronti alla mobilitazione.

Nuova par condicio elezioni europee: giornalisti Rai in rivolta, ecco perché

Par condicio in vista delle elezioni europee di giugno, l’Agcom - Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni - ha approvato il regolamento con il solo voto contrario della commissaria Elisa Giomi.

Come noto in Italia ogni volta che arriva un importante appuntamento elettorale torna in voga la par condicio, ovvero l’insieme delle regole riguardanti i mass media per garantire un’appropriata ed equilibrata visibilità a tutti i partiti politici.

Le elezioni europee del prossimo 8 e 9 giugno così non faranno eccezione, con il testo approvato dall’Agcom che però non ha recepito il regolamento partorito dalla Vigilanza Rai che ha messo in subbuglio i giornalisti di Viale Mazzini, pronti adesso anche alla mobilitazione.

In sostanza in materia di par condicio nella campagna elettorale delle elezioni europee 2024 in Italia il regolamento della Rai sarà diverso da quello delle emittenti private. Il pomo della discordia che ha fatto infuriare l’opposizione ma anche i giornalisti dell’azienda di Stato è la “necessità di garantire una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”.

Questa sorta di cavillo permetterà ai ministri e ai membri di governo di poter informare sulla loro attività i cittadini senza dover sottostare alle regole della par condicio, questo però potrà essere fatto solo sulla Rai visto che sulle reti private l’Agcom ha deciso di non recepire questa modifica.

Par condicio: giornalisti Rai sul piede di guerra

Dopo la decisione della Vigilanza Rai sulla par condicio riguardante le elezioni europee di giugno, l’Usigrai - il sindacato giornalisti Rai - ha diffuso un duro comunicato che è stato letto anche durante le varie edizioni dei tg.

La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.
Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c’è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un’informazione indipendente, equilibrata e plurale.

Parole molto dure che fanno il paio con i toni accesi delle opposizioni, con il Partito Democratico, la sinistra e il Movimento 5 Stelle che hanno parlato di un fatto molto grave, scomodando anche il paragone con l’Eiar dell’epoca fascista.

È veramente spiacevole però pensare che il servizio pubblico dovrà sottostare nei suoi talk show a regole diverse più permissive per il governo - ha dichiarato il capogruppo M5s in commissione di vigilanza Rai, Dario Carotenuto -. Hanno ridotto la Rai a una sorta di operatore telefonico pro–governo: minuti illimitati per Giorgia Meloni e per i suoi ministri”.

Le polemiche riguardanti il regolamento Rai in vista delle europee sembrerebbe essere destinato a far discutere ancora a lungo, con il paradosso che le emittenti private avranno regole più stringenti in termini di par condicio rispetto al servizio pubblico.

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