Obbligo vaccinale, lockdown per no vax e controlli alle frontiere, la proposta per «blindarci» da Omicron

Emiliana Costa

29/11/2021

Con la variante Omicron in Italia, arriva la proposta di obbligo vaccinale con lockdown per no vax e controlli green pass alle frontiere. Entriamo nel dettaglio.

Obbligo vaccinale, lockdown per no vax e controlli alle frontiere, la proposta per «blindarci» da Omicron

In Italia i contagi continuano a crescere e con l’arrivo della variante Omicron l’allerta è massima. Oggi, 29 novembre, il Friuli Venezia Giulia è la prima regione italiana a entrare in zona gialla (con l’esordio del super green pass e le conseguenti restrizioni per i no vax). Nella regione presieduta da Massimiliano Fedriga, il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari è schizzato al 22%, mentre quello delle terapie intensive è al 15%. Entrambi decisamente sopra la soglia d’allerta. È in questo contesto che arriva una proposta per contenere il contagio in Friuli Venezia Giulia, con l’obiettivo di salvaguardare l’intero paese. Entriamo nel dettaglio.

Obbligo vaccinale, lockdown per no vax e controlli alle frontiere

Per «blindare» il Friuli Venzia Giulia e l’Italia intera da possibili contagi che provengono dai confini est del paese, arriva la proposta di obbligo vaccinale con lockdown per i non vaccinati e maggiori controlli green pass alle frontiere. A lanciare l’idea, nel giorno dell’esordio del super green pass, è Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia e di Confcommercio Trieste.

Paoletti ha parlato di «posizione ferma e decisa delle categorie economiche» esprimendo preoccupazione per «quanto sta accadendo con l’esplosione dei contagi nelle vicine Austria, Slovenia e Croazia. Spesso questi paesi sono solo vie di transito da altre zone, come ad esempio i Balcani, o anche la Repubblica Ceca e altre nazioni in cui i contagi sono esplosi incontrollati».

Per proteggere il Friuli Venezia Giulia e l’intero paese, Paoletti chiede dunque obbligo vaccinale con lockdown per i non vaccinati (nel caso in cui ci siano condizioni di contagio superiori alle soglie previste per l’applicazione di restrizioni alla mobilità delle persone e alle attività economiche) e controllo del green pass ai confini.

«A marzo 2020 - continua Paoletti - quando i casi erano ben più circoscritti, questi Paesi intervennero molto drasticamente nei nostri confronti chiudendo l’accesso agli italiani. In una fase così difficile e delicata, anche alla luce delle restrizioni entrate in vigore nei Paesi confinanti, come ad esempio il lockdown in Austria. Chi controllerà l’ingresso di non vaccinati in Italia e nei nostri negozi e centri commerciali? Non vorrei che tutte le regole in vigore per gli italiani vengano vanificate dal mancato controllo sugli stranieri che arrivano a Trieste e in Friuli Venezia Giulia».

Le altre regioni a rischio zona gialla

Se da oggi 29 novembre il Friuli Venezia Giulia entra in zona gialla con l’esordio del super green pass, altre zone d’Italia sono a rischio. Il passaggio della provincia autonoma di Bolzano potrebbe avvenire la prossima settimana. I dati sono già da zona gialla.

Negli ospedali dell’Alto Adige il tasso dei posti letto occupati nei reparti ordinari è al 18% (oltre la soglia del 15%), mentre le terapie intensive sono al 10%. L’incidenza è di 513,10 casi per 100 mila abitanti, il valore più alto insieme a quello del Friuli Venezia Giulia (351,26 per 100 mila abitanti).

Seguono la Valle d’Aosta con 280,72 casi per 100 mila abitanti e il Veneto con un valore pari a 260,91 per 100mila. Le altre due regioni sotto osservazione.

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