Omicron, nuova variante identificata: cosa sappiamo

Giorgia Bonamoneta

4 Luglio 2022 - 23:04

Scoperta nuova variante di Omicron in India. BA.2.75 è stata individuata anche in Germania e Regno Unito. Gli esperti si dicono moderatamente preoccupati. Cosa sappiamo?

Omicron, nuova variante identificata: cosa sappiamo

È stata identificata una nuova sottovariante di Omicron. Diversi casi sono stati segnalati in India, Giappone, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Australia e Canada. La nuova sottovariante di Omicron è stata già denominata BA.2.75 e presenta le classiche mutazioni a livello della proteina Spike. Cosa sappiamo della nuova variante di Omicron? C’è ancora molto da studiare, ma gli scienziati hanno già identificato alcune capacità “preoccupanti” della variante BA.2.75. Sembra infatti che sia in grado di sfuggire agli anticorpi delle precedenti infezioni e che abbia maggiori capacità di bucare la protezione dei vaccini. A queste si aggiungono caratteristiche tipiche della variante Omicron, come la maggiore capacità di infezione e il minor impatto dei sintomi.

Al momento gli esperti stanno tenendo d’occhio la sottovariante di Omicron come preoccupante da un punto di vista della contagiosità, perché come hanno spiegato tante volte: maggiore è la diffusione, maggiore è la possibilità di sviluppare nuove mutazioni potenzialmente più pericolose. Da diverse settimane gli epidemiologi e i virologi italiani hanno discusso la possibilità di una nuova sottovariante nel periodo autunnale, una possibilità che avrebbe potuto scatenare una nuova ondata e quindi nuove restrizioni. Potrebbe non essere questa la sottovariante, ma ora bisogna gestire la Omicron 5 e una nuova, quasi sconosciuta, sottovariante.

Il dottor Shay Fleishon del Central Virology Laboratory presso lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer è convinto che “il fatto che una variante di seconda generazione così divergente possa avere successo tra gli ospiti è allarmante. Significa che […] potrebbe addirittura migliorare nel tempo”.

Identificata nuova variante di Omicron, si chiama BA.2.75 ed è “da tenere d’occhio”

Gli esperti parlano di “variante di seconda generazione”, ovvero derivante dal sottotipo Omicron BA.2. Thomas Peacock, scienziato dell’Imperial College di Londra, ha scritto che vale la pena tenere d’occhio questa nuova sottovariante in quanto potrebbe essere particolarmente contagiosa e avere la capacità di infettare le persone guarite e vaccinate.

La variante è stata identificata in India la prima volta, ma in realtà casi sono stati segnalati già in diverse parti del mondo, tra il Giappone, l’Australia, il Regno Unito, il Canada, la Germania, gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda. Sono diversi gli esperti che guardano con circospezione questa nuova sottovariante, come ad esempio il biologo Ulrich Elling dell’Istituto di Biotecnologie Molecolari (IMBA) dell’Accademia austriaca di Scienze, che dice chiaramente di aver osservato mutazioni che non gli piacciono affatto.

Nuova variante di Omicron: cosa sappiamo delle mutazioni

La scoperta della nuova sottovariante di Omicron BA.2.75 è avvenuta in seguito a degli esami su Omicron 2 che nel Paese (India) aveva causato la terza ondata a gennaio. Gli scienziati erano preoccupati del fatto che le persone guarite o vaccinate erano state nuovamente infettate a giugno con la stessa variante. Per analizzare questo fenomeno si sono accorti della presenza di diverse mutazioni, circa 80, ovvero 20 in più rispetto a BA.2.

Negli Stati Uniti invece gli esperti si sono concentrati sul descrivere le due mutazioni principali della nuova sotto variante denominate rispettivamente G446S e R493Q. Caratteristica di questa nuova sottovariante sembra essere una predilezione verso chi è già stato contagiato dalla variante Omicron BA.1. Vuol dire che chi non ho avuto un’infezione con Omicron rischia di meno di rimanere contagiato. La seconda mutazione invece è quella più preoccupante perché aumenta la capacità del virus di entrare in contatto e legare con le cellule umane.

Al momento non si conosce molto altro, per gli effetti a lungo termine bisognerà studiare la variante e il modo in cui interagisce con diversi gruppi di persone vaccinate, non vaccinate, contagiate, guarite etc. Sappiamo però che gli esperti sono in allarme per l’elevato numero di mutazioni e la maggiore capacità di diffondersi aumentata, come tipico delle sottovarianti di Omicron.

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