Il modello open banking sta cambiando due cose nelle banche: la tecnologia e i rapporti con le persone. Ce ne parla Giuseppe Ridulfo, il tecnologo di Banca Etica
La crescita dell’open banking e la diffusione dei modelli di Banking as a Service stanno cambiando sia i dipartimenti IT delle banche, in termini di processi e tecnologie utilizzate, sia il lavoro del personale delle banche, in particolar modo di quelle etiche, che hanno fra i propri obiettivi l’inclusività.
Ce ne ha parlato recentemente durante Forum Banca, il Responsabile Sistemi Informativi di Banca Etica, Giuseppe Ridulfo, che è anche Vice Responsabile del Dipartimento Organizzazione dell’istituto di credito padovano specializzato nella finanza etica ed alternativa.
Da tecnologo qual è, Ridulfo ha ricordato come negli ultimi anni le banche abbiano lavorato molto nella costruzione di un proprio datawarehouse, che è servito loro per disaccoppiare le informazioni dai sistemi centrali e utilizzarle separatamente, per creare servizi.
Allo stesso modo l’open banking può aiutare a costruire una piattaforma di API che possa disintermediare il core banking, creando spazio per utilizzare le applicazioni delle fintech.
Si tratta, dunque, di riuscire a utilizzare i servizi delle fintech potendoli integrare nel tradizionale modo di fare banca.
E per Ridulfo un esempio di successo di open banking in Italia è Fabrick.
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Secondo Ridulfo quello che le banche potrebbero fare è utilizzare l’open banking di Fabrick come acceleratore nel proprio processo di disintermediazione, oppure trasformare la propria struttura IT, inserendo persone che siano capaci di gestire le API.
Ma questo è uno degli aspetti della trasformazione creata dall’open banking. L’altro riguarda la relazione con i clienti, che porta anche all’inclusività delle persone.
La customer experience è facilitata dalle nuove tecnologie nel compito di attrarre le nuove generazioni.
Banca Etica però parla anche di inclusività, rivolgendosi a interlocutori diversi, quindi anche a persone anziane o i migranti.
Lo fa integrando soluzioni studiate per facilitare clienti, sia finali, sia interni alla banca.
Come ha spiegato Ridulfo, tecnologie come il machine learning e la Robot Process Automation (la tecnologia di automazione dei processi aziendali) aiutano a liberare risorse, persone, che a propria volta possono assistere la clientela nell’adozione delle nuove soluzioni bancarie.
Anche il cloud fa parte di queste, ha detto Ridulfo, perché permette di rispettare i criteri ESG. Oggi le banche devono passare dall’utilizzo di mainframe o data center energivori al cloud, che con la condivisione di spazi e di capacità di computazione consente di fare efficientamento energetico.
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