La pace fiscale non funziona: tra rottamazione e stralcio delle cartelle non sono state pagate più della metà delle rate. L’analisi è dell’Osservatorio dei conti pubblici.
Rottamazione e saldo e stralcio delle cartelle non hanno portato a risultati eccezionali: la pace fiscale, dati alla mano, è un fiasco. A fare i conti sull’efficacia della definizione agevolata è l’Osservatorio conti pubblici italiani, con un’analisi pubblicata l’indomani della scadenza dell’8 agosto relativa alla pace fiscale, l’ultima chance per mettersi in regola con le rate del 2021.
La pace fiscale, insieme alla flat tax, costituisce uno dei cavalli di battaglia della destra, ancora di più in queste settimane di campagna elettorale. In realtà però, solo una piccola parte dei soggetti potenzialmente coinvolti hanno presentato domanda, e ancora meno hanno poi effettivamente pagato rispettando le scadenze.
La pace fiscale è un fiasco e il magazzino della Riscossione continua a essere strapieno di crediti inesigibili
A partire dal 2000, l’Agenzia delle Entrate ha accumulato oltre 1.100 miliardi di euro di crediti non riscossi verso i contribuenti. Ne ha parlato anche Draghi nel suo discorso al Senato, ma in realtà il direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha sollevato più volte la questione durante gli anni. L’ultima volta che ne ha parlato risale al 7 aprile 2022, in occasione di un’audizione presso la Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale.
Ruffini ha chiesto un intervento legislativo per sbloccare la situazione del magazzino della Riscossione. Per dare un’idea concreta degli importi di cui stiamo parlando, 1.100 miliardi di euro equivalgono a quasi 22 anni (21 anni e 4 mesi) di tasse non riscosse, per un totale di 140mila cartelle e 16 milioni di cittadini iscritti a ruolo. Dal punto di vista operativo e gestionale, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione riesce a occuparsi di un magazzino di tre anni, ha detto Ruffini.
I soggetti interessati sono 19 milioni, di cui 16 milioni persone fisiche e 3 milioni persone giuridiche. Secondo quanto affermato da Ruffini a SkyTg24 in un’intervista del 31 maggio, solo una piccola parte di questi crediti sarebbero recuperabili, qualche decina di miliardi, «comunque sotto i 100 miliardi».
La maggior parte non sono riscuotibili o sono di difficile riscossione. È per questo che negli ultimi anni i governi hanno introdotto forme di agevolazione per il pagamento dei debiti fiscali da parte dei contribuenti, le rottamazioni delle cartelle esattoriali.
Nella corrente legislatura, il rottamazioni ter del 2018 ha portato alla riscossione di 6,3 miliardi su 26,3 previsti (con 1,7 miliardi ancora riscuotibili con le prossime rate). Complessivamente, tutti i provvedimenti di “rottamazione” dal 2016 ad oggi hanno portato alla riscossione di 18 miliardi (più 2 ancora riscuotibili).
leggi anche
Mille miliardi di euro non riscossi: Draghi se ne va, i problemi della Riscossione restano
Pace fiscale: rottamazione e stralcio delle cartelle sono un fiasco
L’Osservatorio dei conti pubblici ha fatto i calcoli basandosi sulla Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2021.
Per rottamazione e rottamazione bis hanno fatto domanda 2,3 milioni di soggetti, per debiti di 45 miliardi. Al netto della rottamazione, cioè senza interessi e sanzioni, le entrate previste ammontavano a 26 miliardi. Invece, la riscossione effettiva si è fermata a 11 miliardi, perché dopo aver presentato domanda, molti soggetti non hanno versato le somme nei termini previsti (perdendo così il beneficio).
Per la rottamazione ter hanno presentato domanda 1,4 milioni di soggetti, per debiti, inclusi interessi e sanzioni, di quasi 44 miliardi. Le entrate previste erano di 26,3 miliardi, ma la riscossione effettiva è stata di 6,3 miliardi, con 1,7 ancora riscuotibili nelle prossime rate.
Per il saldo e stralcio hanno presentato domanda 400.000 soggetti e sono stati riscossi 0,7 miliardi, a fronte di 1,3 miliardi previsti.
Quindi, da 45 miliardi di euro che sarebbero dovuti entrare nelle casse dello Stato, con la rottamazione e rottamazione bis le entrate sono scese a 26 miliardi, eppure non è stata incassata nemmeno la metà. Con la rottamazione ter lo scenario peggiora, perché su 44 miliardi di euro previsti e mai incassati, la definizione agevolata ha abbassato l’incasso a 26,3 miliardi, ma solo 6,3 miliardi sono stati effettivamente pagati (meno di un terzo di quanto dovuto).
Complessivamente, sottolinea lo studio dell’Ocpi, tramite i quattro provvedimenti, sono stati riscossi 18 miliardi (e 2 ulteriori miliardi sono riscuotibili nelle prossime rate), su 53,3 miliardi di entrate previste, con una perdita di 35,3 miliardi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA