Chi ha la partita Iva può arrotondare con lavoro occasionale? Quali sono gli obblighi fiscali da tenere in considerazione e la tassazione applicata?
Chi ha una partita Iva può svolgere anche lavoro occasionale? Qual è in questo caso il trattamento fiscale corretto?
La partita Iva è caratterizzata da un codice Ateco, il termine deriva da una crasi di due parole, ovvero ATtività ECOnomica.
Il codice Ateco individua la tipologia di attività svolta, ad esempio un avvocato registra la propria attività con il codice Ateco 69.10.10. Si può chiedere anche l’attribuzione di ulteriori codici Ateco, ad esempio nel caso in cui si svogliano svolgere regolarmente diverse attività più o meno connesse. Di fatto però il codice Ateco attribuito identifica l’ambito delle operazioni che possono essere effettuate, ad esempio vendita all’ingrosso, vendita al dettaglio, produzione del bene X.
Dall’apertura della partita Iva, con attribuzione del codice Ateco derivano gli obblighi fiscali connessi alla tenuta della partita Iva stessa, tra cui fatturazione, tenuta del registro Iva, obblighi dichiarativi…
Cosa succede però se sporadicamente, dietro compenso, si vuole effettuare un altro lavoro con il carattere della occasionalità?
Ecco come svolgere lavoro occasionale con partita Iva.
Differenza lavoro abituale e occasionale
Tranne casi espressamente previsti di incompatibilità, è possibile svolgere anche lavoro autonomo occasionale, fuori dal proprio codice Ateco e senza richiedere un’ulteriore attribuzione di codice Ateco. Naturalmente sono connessi anche obblighi fiscali.
Le principali differenze tra attività svolta con partita Iva e attività svolta in modo occasionale è data dal fatto che nel primo caso l’attività svolta con partita Iva si caratterizza per la presenza di un’organizzazione professionale. Inoltre si tratta di un’attività abituale, cioè abitualmente il soggetto prima visto svolge l’attività di avvocato, ha uno studio professionale in cui riceve, è iscritto all’albo...
La linea di demarcazione tra l’attività prevista nel codice Ateco e quella svolta non è netta, infatti un avvocato può benissimo esercitare attività di consulenza anche di tipo fiscale, tributario e far rientrare l’attività nell’ambito della professione abituale. Può svolgere attività di relatore in un convegno, percepire un compenso e farlo rientrare nella attività gestita con partita Iva. Può quindi svolgere professioni legali in senso ampio.
Attività diverse da queste, ad esempio un avvocato che svolge attività di gestione di un sito internet, rientrano nel lavoro autonomo occasionale, ma giustamente il Fisco pretende le imposte anche su tali redditi.
Obblighi dichiarativi lavoro occasionale per partita Iva
Dal punto di vista fiscale cosa succede con il lavoro occasionale? Il reddito deve essere opportunamente tassato quindi, se il committente è sostituto di imposta è necessario applicare la ritenuta d’acconto pari al 20% sul compenso percepito. Tranne casi particolari con una tassazione diversa.
Nel caso in cui la prestazione professionale abbia un importo superiore a 77,47 euro, è necessario applicare sulla ricevuta una marca da bollo di 2 euro. La data di emissione della marca da bollo deve essere antecedente rispetto a quella della ricevuta.
Tutte le informazioni sulla prestazione devono essere indicate in una ricevuta.
La ricevuta da rilasciare al committente deve contenere questi dati obbligatori:
- i dati anagrafici del prestatore;
- i dati anagrafici del committente;
- la data di emissione e un numero progressivo;
- l’importo del corrispettivo lordo della tua prestazione;
- l’eventuale ritenuta di acconto;
- l’importo netto pagato dal committente.
Successivamente è obbligatorio indicare i compensi per questa prestazione nella dichiarazione dei redditi, usando il quadro RL del Modello Redditi PF. I proventi delle attività occasionali si sommano con quelli che derivano dal quadro RE riguardanti le attività abituali.
Se è stata versata la ritenuta d’acconto, questa deve essere scorporata dalle imposte da versare.
Occorre però fare una precisazione doverosa. Nel caso in cui il titolare della partita Iva eserciti la sua attività abituale in regime forfettario, i redditi prodotti con lavoro autonomo occasionale non rientrano in tale regime di favore, ma nel regime ordinario con relative aliquote. In questo caso però riprendono quota anche le detrazioni fiscali che non sono riconosciute nel forfettario.
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