Aumento delle pensioni grazie al salario minimo: 10% in più con paga minima di 9 euro l’ora e assegno di 750 euro con 30 anni di lavoro. I calcoli presentati da Pasquale Tridico, presidente dell’Inps.
Da tempo si discute sull’eventualità d’introdurre o meno un salario minimo, ossia una soglia minima di retribuzione a cui tutti i datori di lavoro, indipendentemente da quanto stabilito dal contratto di categoria, dovrebbero attenersi.
A coloro che si sono detti favorevoli all’idea di un salario minimo - fortemente sostenuto dalla nuova segretaria del Partito democratico, Elly Schlein - si è aggiunto anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, il quale ha fatto luce su quelle che sarebbero le conseguenze sul fronte pensioni.
Per coloro che oggi guadagnano meno di 9 euro l’ora l’introduzione del salario minimo avrebbe conseguenze positive per l’immediato ma anche per il futuro: grazie a uno stipendio più alto, infatti, i versamenti contributivi aumentano e di riflesso l’aumento riguarderebbe anche la pensione futura.
Pensioni, di quanto aumentano con il salario minimo
Stipendio basso significa anche una pensione inadeguata sulla quale molto probabilmente dovrà intervenire lo Stato con strumenti di sostegno. Ecco perché è importante fare in modo già da oggi che ciò non avvenga, assicurando a tutti i lavoratori la garanzia di una pensione minima così da limitare la spesa assistenziale statale.
Tra le tante misure che si possono adottare, si pensi ad esempio all’estensione dell’integrazione al minimo della pensione anche per i contributivi puri, non si possono trascurare gli interventi diretti sulle retribuzioni. Specialmente con l’introduzione del sistema di calcolo contributivo, infatti, quanto guadagnato in carriera assume una maggiore importanza, ragion per cui intervenendo sui salari ne risulterebbero dei vantaggi anche sulle pensioni.
In particolare, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, ritiene che grazie al salario minimo orario di 9 euro per coloro che oggi guadagnano meno di questa soglia ci sarebbe un incremento della pensione di circa il 10%.
Non una cifra spropositata, ma comunque importante in quanto permetterebbe al lavoratore di assicurarsi una pensione più alta rispetto all’attuale minima, al di sopra della quale lo Stato non interviene con sussidi.
Quanto si prende di pensione con uno stipendio di 9 euro l’ora
Va detto però che nonostante l’aumento del 10% la pensione percepita con uno stipendio di 9 euro l’ora non sarebbe comunque elevata. A tal proposito, ricordiamo come funziona il sistema contributivo:
- la contribuzione versata viene accantonata e rivalutata nel cosiddetto montante contributivo;
- il montante contributivo si trasforma in pensione tramite l’applicazione di un certo coefficiente, tanto più vantaggioso quanto più si ritarda l’accesso alla pensione.
E dal momento che l’ammontare dei contributi da versare viene calcolato sulla retribuzione percepita, è ovvio che guadagnando di più se ne matura un maggior numero da poter poi far valere in sede di calcolo della pensione.
Tuttavia, 9 euro lordi di stipendio orario sono una cifra piuttosto bassa e per questo motivo anche la pensione che ne risulterà non sarà elevata. Secondo i calcoli presentati da Pasquale Tridico, infatti, con una retribuzione di 9 euro l’ora bisognerebbe lavorare per 30 anni per assicurarsi una pensione di 750 euro, mentre con 40 anni se ne matura una da 1.200 euro netti scarsi al mese.
Quindi, bene il salario minimo perché perlomeno consente un aumento del 10% che da solo potrebbe essere sufficiente per far superare la soglia della pensione cosiddetta minima, oggi pari a poco più di 500 euro al mese, ma non è sufficiente: come spiegato dal presidente dell’Inps, la chiave resta “il lavoro di qualità”, poiché solo così sarà possibile aumentare le pensioni future.
Sul salario minimo Meloni ha le idee chiare
Va detto però che per il momento di salario minimo non se ne parla visto che il piano - che comporterebbe anche un aumento delle pensioni - non è nel programma di governo.
Anzi, nelle scorse settimane la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito che l’Italia non ha bisogno di salario minimo vista l’esistenza dei contratti collettivi di categoria, dove la retribuzione è solitamente più alta dei 9 euro suddetti. Semmai bisognerà concentrarsi sui contratti pirata, di cui ci si è approfittati per riconoscere retribuzioni più basse rispetto a quelle previste dai contratti sottoscritti dai sindacati nazionali e del salario minimo stesso. Tuttavia, come ricorda Meloni, si tratta di un numero esiguo di lavoratori.
Per quanto riguarda le pensioni - comprese quelle future - il governo valuta altre misure per aumentarle, delle quali si è discusso nell’ultimo incontro sulla riforma.
In futuro poi si potrebbe tornare a parlare di salario minimo, entrato prepotentemente nel programma del Partito democratico dopo la vittoria alle primarie di Elly Schlein. Un governo di centrosinistra, laddove ci sarà, potrebbe quindi introdurlo anche in Italia, ma per il momento non è dato sapere se e quando ciò avverrà.
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