Pensioni, conguaglio rivalutazione di novembre. Come funziona e perché aumenta l’importo

Simone Micocci

26 Ottobre 2022 - 10:42

Nuovo aumento delle pensioni a novembre grazie al conguaglio della rivalutazione 2022. Pochi euro, ma ci sono anche gli arretrati.

Pensioni, conguaglio rivalutazione di novembre. Come funziona e perché aumenta l’importo

Sulla pensione di novembre è previsto un piccolo aumento dovuto dal conguaglio della rivalutazione 2022. Poche decine di euro che i pensionati ricevono nel cedolino di novembre, già disponibile nell’area personale MyInps, che dipendono dalla decisione presa dal governo Draghi con il decreto Aiuti bis, dove si legge che il conguaglio in programma a gennaio 2023 è stato anticipato a novembre.

Ma di che conguaglio parliamo? Come molti di voi sapranno, ogni inizio anno la pensione viene rivalutata di una certa percentuale, tenendo conto di quella che è stata la variazione dell’indice dei prezzi registrata negli ultimi 12 mesi. Un meccanismo che mantiene stabile il potere d’acquisto delle pensioni con l’avanzare degli anni.

Tuttavia, inizialmente l’Inps rivaluta le pensioni tenendo conto di un tasso provvisorio, in quanto quello definitivo arriva solitamente tra gennaio e febbraio. Qualora dovessero esserci differenze tra i due tassi, allora l’anno successivo verrà effettuato un conguaglio con cui sulla pensione viene applicata la percentuale definitiva, oltre a riconoscere gli arretrati per i 12 mesi precedenti (più la tredicesima).

La differenza rispetto al passato è che il governo Draghi, vista la difficile situazione economica, ha optato per anticipare il conguaglio della rivalutazione 2022 a novembre, e nel contempo ha anticipato anche la rivalutazione 2023 aumentando le pensioni di un 2% già nel mese di ottobre.

Ma concentriamoci sul conguaglio della rivalutazione, vera e propria novità della pensione di novembre, e su quali sono gli effetti sull’importo dell’assegno.

Cos’è il conguaglio della rivalutazione 2022

Per il 2022 il tasso di rivalutazione accertato, rilevato quindi in base alla variazione dell’indice dei prezzi registrata dall’Istat nel periodo che va da gennaio a dicembre 2021, è stato dell’1,9%.

Questa la percentuale definitiva, tuttavia nel gennaio scorso l’Inps aveva a disposizione un dato solamente provvisorio e pari all’1,7%. C’è quindi una differenza dello 0,2% che da programma doveva essere restituita a gennaio 2023, ma che - come detto sopra - per effetto di quanto deciso con il decreto Aiuti bis, è stata anticipata a novembre.

La rivalutazione nel dettaglio

Nel dettaglio, il 1° gennaio scorso le pensioni sono state così rivalutate:

  • 100% del tasso di rivalutazione entro le 4 volte il trattamento minimo. Quindi, entro un importo di 2.097,36 euro, il tasso applicato è stato dell’1,7%;
  • 90% del tasso tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo. Per la fascia d’importo compresa tra 2.097,37 e 2.621,70, il tasso applicato è stato dell’1,53%;
  • 75% per la parte che supera le 5 volte il trattamento minimo, con un tasso applicato dell’1,275%.

Se invece il tasso applicato fosse stato quello definitivo, pari all’1,9%, la perequazione delle pensioni avrebbe seguito differenti criteri, quali:

  • aumento dell’1,9% per la fascia d’importo inferiore alle 4 volte il trattamento minimo;
  • aumento dell’1,71% per la fascia d’importo compresa tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
  • aumento dell’1,425% per la fascia che supera di 5 volte il trattamento minimo.

A novembre, quindi, sull’importo della pensione si aggiunge la differenza tra il tasso di rivalutazione effettivamente applicato e quello “corretto”. Allo stesso tempo, saranno riconosciuti gli arretrati per i mesi che vanno da gennaio a ottobre.

Di quanto aumenta la pensione con il conguaglio della rivalutazione

Si tratta di aumenti di pochi euro: basti pensare che chi ha una pensione lorda di 1.000 euro godrà di un piccolo incremento di 2 euro per ogni mese. Considerando quindi che si tratta di 11 mensilità, novembre più gli arretrati per il periodo precedente, ne risulta un aumento di 22 euro (lordi) sul cedolino di novembre.

Per chi ha una pensione di 1.500 euro, invece, il conguaglio garantirà un aumento di 3 euro al mese, 33 euro considerando gli arretrati. E ancora, con una pensione di 2.000 euro l’aumento è di 4 euro al mese, con 44 euro in più nella pensione di novembre.

Per chi invece ha una pensione da 2.500 euro, bisogna considerare un conguaglio dello 0,2% fino a 2.000 euro più uno 0,18% (90% del tasso) per i 500 euro residui. Ne risulta, quindi, un aumento di 0,90 euro, per un totale quindi di 4,90 euro, 53,90 euro lordi di arretrati.

Ricordiamo, poi, che sulla pensione di novembre si applica un ulteriore aumento grazie al bonus di 150 euro (questa volta netti). Ad averne diritto sono coloro che nel 2021 hanno percepito un reddito inferiore a 20.000 euro, equivale a dire una pensione di circa 1.538 euro (in assenza di altri redditi).

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