Pensione minima a 1.000 euro? Via libera da parte della Provincia di Bolzano. L’integrazione verrà pagata direttamente dall’Inps a chi soddisfa questi requisiti.
Passi avanti per l’aumento delle pensioni minime nella Provincia di Bolzano, una notizia che vi abbiamo dato già un anno fa ma che solamente adesso si sta per concretizzare.
Oggi in Italia sono 4,8 milioni i trattamenti previdenziali sotto i 1.000 euro. La proposta mossa da Forza Italia in campagna elettorale si è rivelata un fallimento, con il governo Meloni che a oggi - al netto della rivalutazione prevista dalla legge - ha incrementato i trattamenti previdenziali inferiori al minimo previsto dalla legge di circa 13 euro al mese (poco più di 2 euro rispetto al 2024).
Siamo pertanto molto lontani dal raggiungimento della soglia minima di 1.000 euro: oggi, infatti, la pensione minima in Italia è pari a 598,61 euro, che con l’aumento del 2,2% previsto dall’ultima manovra sale a 611,77 euro. Senza dimenticare poi che per coloro che hanno l’assegno calcolato interamente con il sistema contributivo - ossia chi non ha contributi versati prima dell’1 gennaio 1996 - non spetta l’integrazione al trattamento minimo. Quindi se la pensione è più bassa di 598,61 euro non si ha diritto ad alcuna integrazione: l’unica maggiorazione è quella straordinaria del 2,2%.
Spetterà invece un’integrazione, e anche molto ricca, ai pensionati della Provincia di Bolzano che prendono una pensione molto bassa. Per loro, infatti, la soglia minima viene fissata a 1.000 euro a decorrere da quest’anno, per quanto comunque va detto che questa novità non è ancora operativa (manca qualche passaggio burocratico).
Pensione a 1.000 euro, cosa prevede l’iniziativa autonoma della Provincia di Bolzano
Non è un caso che l’iniziativa di portare le pensioni minime - e come vedremo di seguito non solo queste - a 1.000 euro al mese sia arrivata dalla Provincia di Bolzano: si tratta, d’altronde, della Provincia italiana con il più alto costo della vita. Avere una pensione molto bassa qui, quindi, è molto peggio rispetto a coloro che si trovano in zone in cui il costo della vita è maggiormente sostenuto.
Una situazione a cui prima la Giunta comunale, e adesso il Consiglio provinciale dando il via libera alla proposta, hanno voluto porre rimedio fissando una soglia minima di 1.000 euro. Ciò significa che per chi ha un’entrata inferiore a questo importo spetterà un’integrazione pari all’importo necessario per raggiungere i 1.000 euro previsti.
Stando alle stime, questa misura costerà 150 milioni di euro. L’obiettivo è quello di erogare l’integrazione per i prossimi tre anni (fino al 2027 quindi), per una media di circa 2.400 euro netti l’anno per una platea di 17.000 persone.
I requisiti
Come anticipato, l’integrazione non spetterà solamente a coloro che percepiscono un trattamento previdenziale inferiore a 1.000 euro. Nella platea dei potenziali beneficiari, infatti, rientrano anche i percettori degli assegni per invalidità civile come pure dell’Assegno sociale (che ricordiamo nel 2025 ha un importo pari a 538,68 euro).
Ci sono però altri requisiti da soddisfare: intanto quello anagrafico, con l’età minima per beneficiare dell’integrazione pari a 65 anni. Si tiene conto anche della situazione reddituale del nucleo di cui fa parte il pensionato, con la soglia massima fissata a 20.000 euro. È inoltre richiesta la dimora stabile e ininterrotta da almeno 12 mesi nella Provincia di Bolzano al momento di presentazione della domanda.
Come verrà riconosciuto il beneficio
La buona notizia è che non va fatta alcuna domanda per beneficiare dell’integrazione. L’unico passaggio obbligato è quello riguardante il rilascio della Dsu ai fini Isee, con l’attestazione che come visto sopra non dovrà superare i 20.000 euro.
Dopodiché sarà l’Inps, una volta ricevuti i fondi dalla Provincia, a erogare in automatico, quindi direttamente sul cedolino di pensione, l’integrazione agli aventi diritto.
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