Cambia l’importo delle pensioni, aumenti anche per i trattamenti assistenziali come pensione minima, di invalidità e Assegno sociale.
L’aumento degli importi delle pensioni previsto per gennaio 2025 coinvolge anche quelle prestazioni di tipo assistenziale destinate a coloro che si trovano in situazioni di reddito basso.
Si tratta di interventi che mirano a garantire una maggiore tutela economica ai cittadini più vulnerabili: in particolare ci riferiamo all’Assegno sociale, il trattamento minimo della pensione e la pensione di invalidità civile.
L’adeguamento deriva dalla rivalutazione annuale, che per il 2025 è stata fissata ufficialmente allo 0,8%, con l’obiettivo di adeguare gli importi al costo della vita.
Di quanto aumenta l’Assegno sociale da gennaio 2025
L’Assegno sociale, conosciuto anche come pensione sociale, rappresenta una prestazione fondamentale per coloro che, al raggiungimento dell’età pensionabile fissata a 67 anni, non hanno un reddito sufficiente per vivere dignitosamente.
Oggi l’importo massimo di questa prestazione è pari a 534,41 euro mensili per 13 mensilità, equivalente a 6.947,33 euro annui. Questo valore, però, spetta interamente solo a chi non percepisce alcun reddito, mentre nel caso in cui si abbiano entrate personali o coniugali, l’importo viene calcolato come differenza tra la soglia stabilita dalla normativa e il reddito dichiarato. Per i pensionati coniugati, inoltre, è richiesto che il reddito della coppia non superi il doppio dell’importo annuo dell’assegno sociale, oggi fissato a 13.894,66 euro.
A partire da gennaio 2025, con l’applicazione della rivalutazione dello 0,8%, l’importo mensile dell’assegno sociale salirà a 538,68 euro, corrispondenti a 7.002,84 euro annui. Di conseguenza, anche le soglie di reddito massimo per beneficiare della prestazione verranno innalzate: per i percettori singoli la soglia salirà a 7.002,84 euro, mentre per i coniugati sarà di 14.005,68 euro. Questi aggiornamenti garantiranno un adeguamento minimo ma significativo per chi conta su questa misura assistenziale come unica fonte di sostentamento.
Il trattamento minimo di pensione
Un’altra misura rilevante per i pensionati con reddito basso è rappresentata dal trattamento minimo della pensione, conosciuto comunemente come pensione minima. Attualmente, questa prestazione prevede un importo garantito di 598,61 euro mensili, equivalente a 7.781,93 euro annui. Tale importo spetta a coloro che hanno almeno un contributo settimanale versato entro il 31 dicembre 1995 e soddisfano i requisiti reddituali previsti dalla normativa. Ad esempio, per ottenere l’integrazione piena è necessario che il reddito personale non superi il doppio della soglia della pensione minima, oggi pari a 15.563,86 euro.
Grazie alla rivalutazione dello 0,8%, il trattamento minimo della pensione salirà nel 2025 a 603,39 euro mensili, per un totale di 7.844,07 euro annui. Tuttavia, c’è incertezza sulla possibilità che venga confermata anche per il prossimo anno la rivalutazione straordinaria del 2,7% prevista nel 2024, che porterebbe l’importo mensile a 619,65 euro. Per il momento la legge di Bilancio la prevede ma del 2,2%, con un incremento fino a 616,67 euro.
Le pensioni di invalidità civile
Infine, va considerata la pensione di invalidità civile, una misura essenziale per coloro che, a causa di una ridotta capacità lavorativa, necessitano di un sostegno economico. Attualmente, gli invalidi civili con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74% percepiscono un assegno mensile di 333,33 euro, con un limite di reddito personale fissato a 5.725,46 euro. Nel caso di invalidità totale, ovvero al 100%, il limite di reddito è più elevato, pari a 19.461,12 euro. L’importo dell’assegno di invalidità civile è identico a quello dell’indennità di frequenza, destinata ai minori con difficoltà persistenti nello svolgere le attività quotidiane.
Dal prossimo anno, con la rivalutazione dello 0,8%, l’importo mensile della pensione di invalidità civile salirà a 336,00 euro.
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