Pensioni, anche nel 2025 confermato lo sconto di 3 anni. Ma aumentano le soglie minime da raggiungere per smettere di lavorare in anticipo.
Da qualche giorno vi stiamo parlando dell’importanza che ha la rivalutazione delle pensioni, non solo perché garantisce ai pensionati un importo più alto e adeguato al costo della vita ma anche per come incide sulle regole di pensionamento.
Dal momento che la rivalutazione si applica anche sull’Assegno sociale, prestazione assistenziale che spetta a coloro che al raggiungimento dei 67 anni richiesti per la pensione di vecchiaia sono in una condizione economica difficile, sono anche le soglie richieste per l’accesso alla pensione a cambiare.
Ricordiamo, infatti, che per coloro che rientrano interamente nel regime contributivo (ossia hanno esclusivamente contributi versati dopo l’1 gennaio 1996) il diritto alla pensione di vecchiaia si raggiunge a patto che l’importo che verrà liquidato dall’Inps sia almeno pari a quanto spetta con l’Assegno sociale. In questo modo si evita che la persona che va in pensione possa pesare sulle casse dello Stato.
Lo stesso viene fatto con la pensione anticipata riservata ai contributivi puri, quella che per intenderci riconosce uno sconto di 3 mesi sulla pensione di vecchiaia a coloro che raggiungono un importo piuttosto alto. A tal proposito, quanto bisogna prendere di pensione per smettere di lavorare in anticipo è stato recentemente modificato dopo che la legge di Bilancio 2024 ha leggermente rivisto le soglie minime da raggiungere prevedendo delle differenziazioni per le lavoratrici con figli.
Pensione anticipata, chi avrà lo sconto di 3 anni nel 2025
Con la pubblicazione del decreto sulla rivalutazione delle pensioni, con il quale è stato ufficializzato un tasso dello 0,8%, è tutto fatto quindi: sappiamo chi avrà diritto allo sconto di 3 anni nel 2025, potendo smettere di lavorare all’età di 64 anni (anziché 27) e con un minimo di 20 anni di contribuzione.
Nel dettaglio, la regola - come aggiornata dalla manovra di Bilancio dello scorso anno - stabilisce che per andare in pensione con 3 anni di anticipo è necessario aver maturato una pensione almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale che nel 2025, per effetto dell’incremento dello 0,8%, passa da 534,41 a 538,68 euro.
Ciò significa che per andare in pensione a 64 anni bisogna aver maturato una pensione lorda mensile di almeno 1.706,04 euro lordi, 22.178,52 euro l’anno.
Come anticipato, ci sono delle agevolazioni per le donne con figli, alle quali viene riconosciuto uno sconto. Quelle con un figlio, infatti, possono continuare ad accedere alla pensione anticipata contributiva al raggiungere della stessa soglia che era prevista prima della modifica apportata dalla legge di Bilancio 2024, pari a 2,8 volte il valore dell’Assegno sociale. L’importo da prendere come riferimento nel 2025 è quindi pari a 1.508,30 euro, 19.607,95 euro l’anno.
Ancora meglio va alle donne con almeno due figli, per le quali la soglia da raggiungere è pari a 2,6 volte il valore dell’Assegno sociale. Sono, quindi, 1.400,56 euro di pensione, 18.207 euro l’anno.
Cosa serve per raggiungere i suddetti importi?
Nei giorni scorsi sono stati ufficializzati altri due valori importanti che ci aiutano a capire cosa serve per raggiungere i suddetti importi. Ci riferiamo al tasso di rivalutazione del montante contributivo, pari al 3,662% e al coefficiente di trasformazione dello stesso che per coloro che smettono di lavorare a 64 anni è del 5,088%.
Sappiamo quindi che nel 2025 bisogna aver versato tanti contributi da fare in modo che, una volta rivalutati e applicato il tasso di rivalutazione suddetto, restituiscono un importo perlomeno pari alla soglia minima richiesta.
A tal proposito, se consideriamo la soglia generalmente prevista, pari quindi a 22.178,52 euro l’anno, sappiamo che il montante contributivo deve essere almeno di 435.898,58 euro. Considerando la rivalutazione stiamo intorno a un totale di 424.000 euro di contributi versati in carriera. Dal momento che per ogni anno di lavoro se ne versa il 33%, possiamo dire che per chi va in pensione con 20 anni di contributi è necessario aver guadagnato in media 64.242 euro l’anno, un importo onestamente complicato. Meglio va a chi ci va in pensione con 30 o 40 anni di contributi, per i quali il guadagno medio percepito deve essere rispettivamente pari a 42.830 e 32.121 euro.
Cifre più basse per le donne con figli, per quanto comunque andare in pensione a 64 anni con solo 20 anni di contributi resta piuttosto proibitivo.
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