Taiwan si trova di nuovo al centro degli scontri tra Cina e Stati Uniti. Pechino e Washington non sembrano disposti a rinunciare all’isola. Ecco perché.
Aumentano le tensioni nel Pacifico, l’isola di Taiwan si trova ancora una volta al centro degli scontri politici tra Cina e Stati Uniti.
Pechino aveva avvertito Washington: se la presidente della Camera Usa, Nancy Pelosi, si fosse recata a Taiwan ci sarebbero state gravi conseguenze. La visita della Pelosi, oltre ad aver complicato l’agenda politica del presidente cinese Xi Jinping (in attesa del rinnovo del mandato da parte del Congresso nazionale del Partito comunista), ha gettato le basi per una nuova crisi tra Washington e Pechino nello Stretto di Taiwan.
La Cina in risposta alla visita della speaker della Camera ha infatti dato il via alle esercitazioni militari dell’Esercito in sei aree di mare intorno a Taiwan, con sfilate di carri armati e il lancio di 11 missili balistici: una delle più grandi prove di forza di Pechino.
Le ragioni per le quali Cina e Stati Uniti sono interessati a Taiwan sono molteplici e hanno radici storiche profonde: Pechino considera l’isola come territorio nazionale e vorrebbe annetterla; d’altra parte, Washington, desidera che l’isola resti indipendente. Ecco perché a Cina e Usa interessa Taiwan.
Perché la Cina vuole Taiwan: la storia dell’isola
La Cina è da sempre interessata ad annettere Taiwan, riunificando il Paese. Quella dell’isola non è una storia di democrazia. Per secoli è stata considerata una zona periferica dell’impero cinese.
Taiwan assunse però un ruolo politico fondamentale nel 1949, quando il partito comunista cinese vinse la guerra civile contro il Kuomintang, l’amministrazione nazionalista che aveva governato il Paese fino a quel momento. Il leader del Kuomintang, Chiang Kai-shek si rifugiò a Taiwan insieme a milioni di civili e al suo esercito, sfuggendo all’armata comunista di Mao, e istituì un suo governo a Taipei, presentandolo come il governo legittimo di tutta la Cina.
Però la comunità internazionale - inclusi gli Stati Uniti - gradualmente riconobbe la Cina continentale come Stato legittimo. Eppure, Washington non ha mai interrotto i rapporti con Taipei fornendo assistenza e presentandosi come garante per la sua protezione. Dopo la fondazione nel 1949 della Repubblica Popolare Cinese nessuno è riuscito ad annettere la democratica Taiwan così come fatto con Macao e Hong-Kong.
Taiwan per Pechino è il tassello mancante per completare la riunificazione della Cina. Il presidente Xi Jinping si è posto come obiettivo l’annessione dell’isola entro il 2049, anno del festeggiamento del centenario, ma l’attuale interferenza degli Stati Uniti potrebbe accelerare le operazioni, e gli analisti sembrano ormai dare per certa la guerra.
Perché Taiwan interessa alla Cina e Usa: motivi geopolitici
Taiwan da anni si trova al centro degli interessi strategico-militari ed economici sia della Cina che degli Stati Uniti.
Dal punto di vista geopolitico, infatti, l’isola consentirebbe alla Cina di aumentare la sua influenza militare sull’oceano Pacifico ottenendo il totale controllo dell’area e spodestando gli Stati Uniti dall’area indo-pacifica, considerati un nemico troppo vicino.
Uno scacco matto agli Stati Uniti per la lotta all’egemonia mondiale. Gli Stati Uniti, dopo la Seconda guerra mondiale, hanno infatti eretto avamposti militari in Asia per assicurarsi un’influenza nella regione. Se Taiwan perdesse la propria indipendenza, Washington perderebbe un basilare avamposto sul Pacifico, ma non solo. Taiwan è una risorsa economica troppo preziosa, che gli Usa non possono perdere.
Perché Taiwan interessa a Cina e Stati Uniti: una miniera d’oro
Oltre ai motivi storici e geopolitici, c’è un altro motivo per cui Cina e Stati Uniti hanno un così grande interesse per Taiwan: l’isola può essere considerata una vera miniera d’oro
Il Pil del Paese ha superato nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita ed è collocabile tra le prime 20 economie del pianeta. È proprio qui che transita il 40% del commercio mondiale per un valore annuale di quasi 5,3 trilioni di dollari. Taiwan detiene inoltre il 92% della produzione di semiconduttori avanzati, fondamentali per realizzare auto, smartphone, pc, ma anche strumenti militari e medici.
La Cina ha quindi interesse a unificare la propria economia con quella di Taipei. Le più importanti rotte commerciali sarebbero quindi sotto il controllo della Cina, accrescendo il proprio potere economico e geopolitico. Per gli Stati Uniti invece è fondamentale che Taiwan rimanga indipendente, essendo anche l’8° partner commerciale americano.
Taiwan si trova quindi ancora una volta al centro del complesso reticolo degli interessi americani e cinesi. A preoccupare gli analisti al momento è la prova di forza di Pechino in risposta alla visita di Nancy Pelosi a Taiwan, una prova di forza che ricorda quella della Russia prima dell’attacco all’Ucraina. Una guerra sembrerebbe non solo scontata ma vicina.
Un’eventuale guerra di logoramento a Taiwan causerebbe una ridotta offerta di beni di consumo, con conseguente depressione delle vendite da parte di aziende e multinazionali e a una crisi commerciale, che aggraverebbe l’attuale quadro mondiale.
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