Perché aumentano le bollette di luce e gas e quando smetteranno di salire?

Dimitri Stagnitto

17/09/2022

L’esplosione del costo dell’energia rischia di mettere in ginocchio le economie europee: ecco quali sono le cause di questi aumenti spropositati e quanto è lecito aspettarsi che duri questa crisi.

Perché aumentano le bollette di luce e gas e quando smetteranno di salire?

Lo sviluppo delle economie avanzate nella direzione dei servizi ha distolto la nostra attenzione su quelli che sono i fattori produttivi di base, quelli che ci consentono per intenderci di mangiare e coprirci, e di quali elementi questo tipo di produzioni necessitino per poter funzionare: energia e materie prime.

L’Europa non è autosufficiente né per le prime né per le seconde e ha quindi bisogno di importarle entrambe. Questo non è stato un grande problema per decenni grazie all’abbondanza di queste risorse da parte di fornitori esteri disponibili a fornircele a buon mercato. Materie prime ed energia vengono poi usati in Europa per consumi interni o per la trasformazione industriale di alta fascia.

Da qualche tempo gli equilibri di questo circuito economico sono andati in crisi e, per quanto potenzialmente ci sia ancora ampia disponibilità di energia e materie prime da importare, la fragilità del sistema globale dei rapporti internazionali sta venendo a galla e si stanno generando problemi che generano l’aspettativa che le forniture possano calare in futuro ed è soprattutto questa aspettativa che sta generando vere e proprie aberrazioni sul mercato che troviamo poi all’atto pratico come aumenti spropositati in bolletta.

Nella definizione dei prezzi, infatti, le aspettative contano maggiormente delle effettive disponibilità di un bene: le materie prime, anche energetiche, vengono infatti trattate con contratti futures, ovvero contratti che vincolano il venditore alla una consegna dopo un certo tempo dalla generazione del contratto tra le parti.

L’esplosione «artificiale» del prezzo del gas

Negli ultimi anni abbiamo avuto una serie di fattori che hanno alimentato aspettative di diminuzione della disponibilità di energia e, dato che regna un’incertezza enorme circa la soluzione di questo possibile stato di scarsità, i prezzi hanno cominciato a schizzare verso l’alto nonostante, ad oggi, non ci sia una effettiva carenza di energia ma solo l’attesa che questa possa concretizzarsi in un prossimo futuro.

Cosa sta generando questa aspettativa di carenza? Una serie di fattori, anche di lungo periodo, tra cui quelli centrali sono le sanzioni che l’Europa ha scelto di imporre alla Russia (maggiore fornitore di gas naturale, e quindi di energia, per il vecchio continente) che, con il protrarsi delle tensioni in Ucraina e la possibilità ancora più che concreta che possa verificarsi un’escalation che vada oltre i confini ucraini, sono un elemento che è lecito pensare rimarrà sul tavolo ancora a lungo.

Ha senso per l’Europa portare avanti questo tipo di politica? La risposta sembrerebbe no da nessun punto di vista, l’Europa semplicemente non ha possibilità di conservare i propri standard di vita senza il gas russo né nel breve né nel medio periodo (l’unica chance sarebbe la scoperta e la diffusione di nuove fonti energetiche pulite e abbondanti, nulla di ciò è nemmeno all’orizzonte).
Le logiche geopolitiche (per le quali, al momento, l’Europa è il soldato semplice da inviare alla carica a prendersi le pallottole), però, stanno prevalendo e stiamo letteralmente costruendo da noi i presupposti per cui enormi risorse saranno drenate dalle nostre tasche per i consumi energetici incomprimibili e porzioni enormi delle nostre economie rischiano il collasso per semplice carenza del carburante base della vita moderna: l’energia.

Perché aumentano sia luce che gas e cosa succederà in futuro

I prezzi del gas e dell’energia elettrica sono legati a doppio filo per una semplice ragione: una quota considerevole dell’energia elettrica che produciamo è generata bruciando gas nelle centrali. E’ una scelta più che congrua dato che il gas è il meno inquinante tra i combustibili fossili ed è stato per un lungo periodo economico ed abbondante.

Come abbiamo visto potrebbe essere economico e abbondante ancora oggi e non possiamo escludere lo scenario che lo ritorni presto dopo aver toccato il fondo della crisi e aver dimostrato, nei fatti, che le attuali politiche internazionali dei paesi Europei non sono sostenibili.

Non è escluso purtroppo che questa presa di coscienza necessiti di un’escalation militare, d’altro canto anche la permanenza di prezzi troppo alti per l’energia avrebbe per l’Europa un effetto analogo a quello di una guerra, risparmiandosi solo i danni delle bombe e degli scontri sul campo.

Questo livello di prezzi può durare a lungo?

Si è parlato molto dei mega profitti delle grandi aziende energetiche su questa esplosione di volatilità del mercato, persino il Ministro Cingolani aveva aperto il caso già a marzo quando i livelli dei prezzi erano ben lontani dagli attuali.

I grandi importatori di gas stanno ottenendo utili enormi sfruttando la differenza tra il loro prezzo di acquisto effettivo del gas e quello poi caricato in bolletta, indicizzato al valore del gas sul mercato TTF (la famosa borsa di Amsterdam). Insomma, c’è al momento l’opportunità, del tutto legale, di ottenere margini enormi da questo caos sul mercato energetico e certamente è grave il mancato intervento del governo su questo aspetto su un tema così centrale, strategico si sarebbe detto un tempo, per la Nazione. Il massimo che si è fatto è tassare gli extra profitti di Eni che in questo modo viene di fatto utilizzato come tassatore indiretto di cittadini e imprese, un’operazione di fatto analoga al canone rai in bolletta (guardacaso sempre dell’energia).

Una situazione così assurda, figlia come abbiamo visto di molte scelte folli, non può però durare a lungo senza finire per punire anche quelli che, al momento, possono sembrare i vincitori.
Gli stessi extra-profitti di Eni sono solo ipotetici finché i soldi non vengono effettivamente incassati e l’attuale condizione aberrata di mercato, se durasse troppo a lungo, creerebbe una catena di fallimenti che lascerebbero, in ultima analisi, una quota importante delle bollette gonfiate non pagate.
Questo fenomeno sta già iniziando con i soggetti economici più fragili (che in questa crisi, a differenza della precedente, evidentemente non c’è interesse a proteggere) ovvero piccole imprese produttive e piccoli distributori locali, «schiacciati» dallo spread tra il loro prezzo di acquisto e la quota di contratti a prezzo fisso sottoscritti.
L’atteggiamento del governo purtroppo non sorprende dato che la passione di Mario Draghi per Schumpeter è nota da anni, tuttavia un eccesso di «distruzione creativa» rischia di far collassare l’intero sistema e ammazzare anche i pesci grossi.

Questo aspetto, più che ogni altro, porta a pensare che una fase di ritorno alla normalità dei prezzi non sia lontana. Questo, però, dopo che l’uragano creato in buona parte a tavolino scarichi sul terreno tutta la sua potenza distruttrice, questa fase della vicenda, purtroppo, è appena cominciata e con buona probabilità durerà per tutto l’autunno e buona parte dell’inverno. Tutte le attività sono a rischio, incluse le RSA. Quantomeno, scopriremo finalmente perché si parla tanto i Europa, da tempi non sospetti, di resilienza.

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