Perché Donald Trump rischia di essere arrestato martedì 21 marzo

Ilena D’Errico

18 Marzo 2023 - 21:26

Donald Trump teme di essere arrestato nella giornata del 21 marzo, ma cosa rischia davvero? Ecco quali sarebbero le accuse mosse all’ex presidente degli Stati Uniti.

Perché Donald Trump rischia di essere arrestato martedì 21 marzo

Donald Trump rischia di essere arrestato martedì 21 marzo, così come dichiarato dall’ex presidente statunitense con un annuncio su Truth, la sua piattaforma privata. Un post tutto in maiuscolo, in senso figurato e non, in cui Trump ha invitato i cittadini a ribellarsi, accusando l’ufficio del procuratore di Manhattan di essere “corrotto e politicizzato”. Il post, però, non spiega il motivo del presunto arresto, anche se si presume che il rischio sia collegato all’indagine sui pagamenti in nero della Trump Organization.

Perché Donald Trump rischia l’arresto

La procura distrettuale di Manhattan sta indagando sul ruolo di Donald Trump rispetto ai pagamenti in nero effettuati dalla Trump Organizazion, anche se l’ex presidente si è sempre dichiarato all’oscuro dei fatti. In particolare, gran parte della vicenda ruota intorno alla figura di Stormy Daniels, la pornostar che ha ricevuto ben 130.000 dollari poco prima delle vincenti elezioni di Trump. La donna, all’anagrafe Stephanie A. Gregory Clifford, avrebbe ricevuto il pagamento per tacere riguardo alla (presunta) relazione con Trump nel 2006.

Il pagamento, avvenuto nel mese di ottobre 2016, è stato effettuato dall’avvocato di Donald Trump, Michael Cohen e, secondo gli inquirenti newyorkesi, gli sarebbe stato restituito grazie alla falsificazione dei bilanci della Trump Organization. Cohen nel 2018 è stato poi condannato a 3 anni di reclusione, dichiarandosi colpevole di evasione fiscale e violazione delle regole sul finanziamento della campagna elettorale. Pare anche che lunedì abbia confermato l’ipotesi riguardo ai pagamenti.

L’incriminazione di Donald Trump, sarà davvero arrestato?

Secondo il New York Times, Trump sarebbe stato invitato a comparire dinanzi a un grand jury, la giuria che ha la funzione di individuare se sono presenti gli elementi per avviare un vero e proprio processo. Uno degli avvocati dell’ex presidente, Joe Tapina, ha confermato che l’incriminazione di Trump è “più probabile” in seguito alle dichiarazioni di Cohen. In altre parole, l’incriminazione appare quasi certa (anche in base alle dichiarazioni del diretto interessato) ma per il momento non si possono prevedere i nuovi sviluppi. Se Trump avesse ragione, diventerebbe il primo presidente degli Stati Uniti perseguito in un processo penale.

Ad ogni modo non è possibile stabilire con certezza la data di un eventuale arresto, che comunque deve essere eseguito nel rispetto della procedura. In particolare, l’arresto e la traduzione dell’ex presidente dal suo resort in Florida a New York devono essere convalidati e autorizzati dal governatore statale, attualmente Ron DeSantis. Quest’ultimo è stato però indicato come possibile candidato alle elezioni primarie repubblicane del 2024.

Questo incontro tra giustizia e politica non è ovviamente gradito al team legale di Trump, che hanno scritto di ciò al commissario del reparto di investigazioni di New York. Nella lettera gli avvocati accusano il capo procuratore Alvin Bragg e il suo predecessore, Cyrus Vance Jr. Di non aver condotto equamente l’indagine, avendola basata su motivazioni politiche.

Trump, lo sfogo e l’invito alla rivolta

Trump è quasi certo dell’arresto, tanto da muovere preventivamente accuse molto serie alla procura di Manhattan, a cui addebita la colpa dell’aumento del tasso di criminalità. Ancor prima di averne certezza, l’ex presidente ha già voluto avvertire il popolo dell’infondatezza delle incriminazioni e della mancanza di prove che indichino un crimine. Le accuse contro di lui, infatti, non sarebbero state ritenute veritiere da altri procuratori.

Nell’appello ai cittadini statunitensi, comunque, anche Donald Trump mescola la giustizia con la politica, colpevolizzando i politici di sinistra di aver distrutto la nazione. “La nostra nazione è ora da terzo mondo e sta morendo, il sogno americano è morto” ha scritto l’ex presidente, colpevolizzando l’inflazione e l’impunità dei criminali di sinistra. Per questo, Donald Trump ha invitato i cittadini a ribellarsi contro il suo arresto e quello dei “patrioti americani” e salvare il paese.

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