Stoltenberg ha spiegato perché la Nato ha cestinato un accordo proposto dalla Russia nell’autunno 2021: la guerra in Ucraina è stata una conseguenza di quel rifiuto occidentale?
Perché c’è la guerra in Ucraina? Una domanda questa a cui forse è un po’ troppo presto per rispondere in maniera esaustiva, vista la complessità del tema e il fatto che il conflitto ancora è in corso con le uniche voci provenienti dal fronte che sono quelle mortifere delle armi, con la diplomazia relegata nel proverbiale cassetto.
Nell’ultimo anno e mezzo di guerra sono stati versati fiumi di inchiostro per cercare di spiegare i motivi dello scoppio della guerra in Ucraina, uno di quegli avvenimenti destinati a entrare di diritto nei manuali di storia come uno dei fatti capaci di mutare il corso degli eventi del ventunesimo secolo.
Quando si prova ad analizzare la guerra in Ucraina però si deve partire da un assioma: la colpa è della Russia - o meglio di Vladimir Putin - che ha deciso di invadere il Paese confinante allo scopo di issare la bandiera della Federazione sul palazzo presidenziale di Kiev. Adesso gli obiettivi del Cremlino sono cambiati - mantenere i territori conquistati - ma all’inizio lo scopo è stato quello di prendere la capitale e far fuori politicamente Volodymyr Zelensky.
Sarebbe però altrettanto miope negare le responsabilità della Nato o meglio degli Stati Uniti, visto che in questa vicenda la capacità diplomatica del Vecchio Continente ne è uscita ridicolizzata, mentre l’Ucraina dal 2014 sostanzialmente sta facendo quello dice Washington.
In questo scenario, le ultime dichiarazioni fatte dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in audizione alla commissione Affari esteri del Parlamento europeo, possono aggiungere un altro importante tassello per cercare di rispondere alla domanda di partenza: perché c’è la guerra in Ucraina.
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“Nell’autunno del 2021, il presidente russo Vladimir Putin ci inviò una bozza di trattato: voleva che la Nato firmasse l’impegno a non allargarsi più. Naturalmente non lo abbiamo firmato”. Tra le tante dichiarazioni fatte durante l’audizione, questa frase di Jens Stoltenberg appare essere molto significativa per cercare di capire perché è scoppiata la guerra in Ucraina.
Nel dettaglio questi sono i sette punti del Trattato che la Russia ha inviato alla Nato nell’autunno del 2021.
- Art. 1 - ciascuna delle due parti «non intraprenda azioni che incidono sulla sicurezza dell’altra parte.
- Art.2 - che si adoperi per garantire che tutte le organizzazioni internazionali e alleanze militari a cui partecipa aderiscano ai principi della Carta delle Nazioni Unite.
- Art. 3 - le due parti si impegnano a non utilizzare i territori di altri Stati allo scopo di preparare o effettuare un attacco armato contro l’altra parte.
- Art. 4 - gli Stati Uniti non stabiliranno basi militari nel territorio degli Stati dell’ex Urss che non sono membri della Nato ed eviteranno l’adesione di Stati dell’ex Urss alla Nato, impedendo una sua ulteriore espansione a Est.
- Art. 5 - le parti si astengono dal dispiegare le loro forze armate e i loro armamenti, anche nell’ambito di alleanze militari, nelle aree in cui tale dispiegamento può essere percepito dall’altra parte come una minaccia alla propria sicurezza nazionale. Quindi si astengono dal far volare bombardieri equipaggiati con armamenti nucleari o non nucleari e dallo schierare navi da guerra nelle aree, al di fuori dello spazio aereo e delle acque territoriali nazionali, da cui possano attaccare obiettivi nel territorio dell’altra parte.
- Art. 6 - le due parti si impegnano a non usare missili terrestri a gittata intermedia o corta al di fuori dei loro territori nazionali, nonché nelle zone dei loro territori da cui tali armi possano attaccare obiettivi sul territorio dell’altra parte.
- Art.7 - le due parti si asterranno dallo schierare armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali e riporteranno nei loro territori le armi già schierate al di fuori e che non addestreranno personale militare e civile di paesi non nucleari all’uso di armi nucleari, né condurranno esercitazioni che prevedano l’uso di armi nucleari.
L’accordo proposto dalla Russia voleva mettere per iscritto l’impossibilità di ingresso nella Nato per l’Ucraina e gli altri Stati ex sovietici, oltre allo smantellamento delle basi in Estonia, Lettonia e Lituania. Gli Usa inoltre avrebbero dovuto riportare in patria le armi nucleari dislocate in Europa e anche in Italia.
La Nato al grido “solo noi decidiamo chi può entrare o meno” ha respinto in toto la bozza di accordo di Mosca: decisione legittima ma l’errore è stato quello di non sedersi per nulla intorno a un tavolo per capire se ci fossero dei margini di trattativa per giungere una mediazione.
In quel periodo la Russia aveva già iniziato ad ammassare truppe lungo i confini con l’Ucraina, con i servizi di intelligence che davano per probabile una invasione come poi è avvenuto realmente il 24 febbraio 2022.
L’Occidente ha fatto di tutto per evitare la guerra in Ucraina? No, anzi ripensando alle dichiarazioni fatte da ex capi di Stato come Merkel, Hollande e Bennett, appare evidente come soprattutto da parte di Usa e Regno Unito ci sia stata quasi una volontà di generare il conflitto e poi di non fermarlo, il tutto con la collaborazione del governo di Kiev.
Come detto la responsabilità della guerra in Ucraina è tutta di Putin, ma i 500.000 soldati finora morti o feriti - senza contare le migliaia di civili - pesano anche sulle coscienze delle cancellerie occidentali che dopo un anno e mezzo ancora si stanno ostinando a voler aborrire ogni forma di trattativa diplomatica.
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