La Nato dice no alla proposta ucraina di cedere la Crimea alla Russia per raggiungere la pace? Non proprio. Ecco cosa ha detto davvero Stoltenberg.
La Nato non sembra essere poi tanto insofferente nei confronti del conflitto, tanto che, in merito alla possibile cessione della Crimea alla Russia nel tentativo di raggiungere un accordo di pace, ha risposto “no”. Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha affermato che la Nato farà tutto il possibile per far vincere all’Ucraina questa guerra e che l’annessione della Crimea è considerata inaccettabile e illegale. Almeno questo è quello che dice la stampa italiana, riportando come fonte l’intervista in tedesco al segretario Nato. La traduzione però sembra aver giocato un brutto tiro.
La proposta della cessione della Crimea, sempre secondo queste fonti, sarebbe arrivata direttamente dal presidente ucraino, ma al momento non ci sono conferme. Sono passati quasi 80 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina e fino a questo momento ogni tentativo diplomatico per raggiungere la pace è fallito. Lo sa bene l’Ucraina, che dal 24 febbraio è sotto i bombardamenti russi. Proprio per questo ora sembra possibile nell’immaginario di guerra cedere qualcosa per ottenere il ritiro delle forze russa dal territorio ucraino. Si tratterebbe della Crimea, Paese che dal 2014 è comunque sotto il controllo russo ma che, dopo una trattativa di pace, potrebbe essere riconosciuto a livello internazionale come estensione del territorio della Russia.
Una decisione che, secondo questa narrazione, sarebbe stata presa non tanto come un fallimento, ma come un tentativo estremo per non far continuare a lungo, “per anni” come prognosticato dagli Stati Uniti, il conflitto in corso. Sappiamo con certezza che una settimana fa tale opzione era stata esclusa dallo stesso Zelensky, ma facendo riferimento al Donbass, dove in questi giorni si concentrano le attenzioni dell’esercito russo.
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La Nato dice no alla cessione della Crimea? Cosa sappiamo
La prospettiva della Nato sul conflitto in corso in Ucraina è quello del sostegno indiretto, anche per anni. Lo ha sottolineato Jens Stoltenberg in una delle tante interviste: la Nato non è parte belligerante. La Nato non è ovviamente neutrale e lo schieramento dalla parte del Paese offeso crea non pochi attriti con la Russia. Un ulteriore motivo di tensione potrebbe essere il secco “no” alla possibilità di riaprire le trattative di pace con la Crimea sul piatto. Le parole esatte utilizzate da Stoltenberg in realtà sono altre, ovvero:
L’Ucraina deve vincere questa guerra perché sta difendendo il suo paese. I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea.
La stampa italiana sta però riportando male le parole del segretario della Nato, citando la frase “l’annessione della Crimea è illegale”. Invece Stoltenberg sottolinea come gli alleati sostengono la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e che la Nato sosterrà l’Ucraina fintanto che il presidente Putin continuerà la guerra. “Alla fine - commenta - il governo ucraino e il popolo ucraino devono prendere decisioni sovrane su come può essere una soluzione di pace. Non possiamo farlo noi”.
Nato contro Russia: il precario equilibrio del mondo
I continui interventi della Nato, non solo quelli militari, hanno creato non pochi attriti con la Russia. Lo scambio di battute tra le due parti è sempre in equilibrio, anche se pende in maniera preoccupante su toni duri e allarmistici. L’affermazione di Stoltenberg, riportata dal quotidiano tedesco Die Welt, è stata interpretata o tradotta male, con il rischio che questo degeneri in una narrazione ancora più allarmistica dell’attuale. Quando il segretario generale della Nato afferma che sono disposti “a fare tutto il possibile per battere Putin”, sta parlando della difesa dell’Ucraina e della sua indipendenza.
Il diniego alla cessione della Crimea non trova riscontro, se non attraverso un commento sulla legalità di questo. Nel frattempo Svezia e Finlandia, anche dopo le minacce di ripercussioni russe, hanno ribadito la volontà di entrare nella Nato e gli Stati Uniti hanno loro offerto garanzie di sicurezza. La fase di adesione potrebbe infatti durare mesi, periodo nel quale l’articolo 5 non può essere applicato.
Mosca ha già dato segni di insofferenza, minacciando ripercussioni e gli esperti hanno chiarito che questa potrebbe arrivare da Kaliningrad, dove la Russia ha ammassato missili capaci di trasportare testate nucleari.
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