Perché le obbligazioni sono destinate a salire (e molto)

Violetta Silvestri

15 Maggio 2023 - 13:32

Le obbligazioni sono viste in aumento e per un motivo ben preciso: lo spiega un esperto. Perché i bond sono destinati a salire, con rendimenti in calo?

Perché le obbligazioni sono destinate a salire (e molto)

Le obbligazioni verso un rally? Perché i bond sono destinati a salire, con la conseguente diminuzione dei loro rendimenti e con la promessa garantire valore a chi investe sul reddito fisso?

La risposta è arrivata da un’analisi di Mark Hulbert su Marketwatch. Non c’è la Fed con la sua politica dei tassi di interesse, visti comunque verso una pausa a breve, a influenzare la previsione dell’esperto.

Piuttosto, la ragione vera che porterà a un aumento delle obbligazioni risiede nella fondamentale distinzione tra tassi di interesse nominali e quelli reali, ovvero aggiustati all’inflazione e alle tasse. “È importante valutare i tassi di interesse in termini corretti per l’inflazione e corretti per le tasse” secondo Mark Hulbert: perché? Nella risposta c’è anche il motivo per cui il prezzo delle obbligazioni salirà.

Obbligazioni: perché stanno per salire. Il motivo spiegato

È probabile che i tassi di interesse diminuiscano notevolmente nei prossimi mesi, ma non per il motivo che molti argomentano a Wall Street. La vera ragione per aspettarsi che i tassi scendano è che sono più alti della media in termini corretti per l’inflazione e per le tasse. Wall Street, al contrario, si concentra sui tassi in termini “grezzi” e non aggiustati, e questo è fuorviante.

A dirlo è Mark Hulbert su Marketwatch. Da chiarire, innanzitutto, che quando i rendimenti delle obbligazioni salgono (con i tassi di interesse più alti), scende il loro prezzo e viceversa. Come dichiarato dall’analista, infatti, i tassi sono visti scendere con le prossime mosse Fed. Se lo fanno, ovviamente, le obbligazioni dovrebbero salire, il che sarà una notizia particolarmente gradita a chi ha investito in reddito fisso (perché il valore dei bond aumenta).

Secondo l’esperto, però, ci sono due grossi problemi con l’argomentazione di Wall Street secondo cui, poiché i tassi grezzi (nominali) non aggiustati sono più alti della media, è probabile che diminuiscano. Il primo è che la conclusione dipende in modo cruciale dalla fascia storica con cui vengono confrontati i tassi attuali. Il rendimento del Tesoro a 10 anni, per esempio, attualmente è superiore alla media degli ultimi 5 anni (2,11%), 10 anni (2,21%) e 20 anni (2,91%), ma è molto inferiore alla media di 50 anni, che si attesta al 6,01%.

Questo significa che il confronto dei tassi nominali, non rettificati all’inflazione, può essere incompleto. Inoltre, secondo Hulbert le statistiche hanno mostrato che la regressione dei tassi verso la soglia media si manifesta in modo più evidente quando i tassi di interesse vengono aggiustati all’inflazione e alle tasse, rispetto a quelli nominali.

In sostanza, occorre osservare attentamente l’inflazione: è probabile che i tassi di interesse nominali diminuiscano perché è probabile che l’inflazione diminuisca.

“Questo messaggio ci avvisa su cosa prestare attenzione nei prossimi mesi mentre valutiamo se continuare a scommettere su tassi di interesse più bassi: Aspettative di inflazione. Se l’inflazione attesa aumenta notevolmente, i tassi di interesse nominali più bassi diventano meno probabili”, ha spiegato Hulbert.

Nell’ultimo anno, l’inflazione attesa a un anno è diminuita di 157 punti base, anche se il rendimento a un anno del Tesoro è aumentato di 155 punti base.

La scommessa su tassi di interesse nominali più bassi si basa sulla convinzione che queste tendenze non continueranno a divergere all’infinito. A meno che le aspettative di inflazione non tornino al rialzo, ciò significa che i tassi nominali diminuiranno. E di molto, considerando che i prezzi al consumo sono in rallentamento.

Tradotto: con aspettative di inflazione più basse, diminuisce il tasso di inflazione, si abbassano i tassi di interesse reali e nominali e il prezzo delle obbligazioni sale.

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