Dopo aver sabotato i negoziati nell’aprile 2022, Washington e alleati hanno preso atto della realtà: pronti al dialogo con Mosca. Ma non sarà Zelensky a stare al tavolo dei negoziati.
La narrazione dominante sulla guerra in Ucraina sta crollando, pezzo per pezzo, e si fa sempre più largo l’ipotesi di un negoziato o di un cessate il fuoco, che ora conviene a tutte e due le parti. Il primo segnale di questo cambio di rotta evidente arriva da Politico, secondo cui la strategia dell’amministrazione Biden e degli alleati europei è cambiata a fronte del fallimento della controffensiva autunnale delle truppe ucraine: l’attenzione dei diplomatici occidentali, riferisce la testata, si sta “silenziosamente spostando dal sostegno all’obiettivo della vittoria totale dell’Ucraina sulla Russia al miglioramento della sua posizione in un eventuale negoziato per porre fine alla guerra”.
Questo, naturalmente, è molto diverso da ciò che i funzionari degli Stati uniti e della Nato hanno dichiarato pubblicamente: la Casa Bianca e il Pentagono sostengono infatti che non vi è alcun cambiamento ufficiale nella strategia in Ucraina e che supportano l’obiettivo di Kiev di costringere l’esercito russo a lasciare completamente il Paese (Crimea compresa). È solo propaganda, perché i funzionari di Usa e dei Paesi sanno perfettamente che la realtà è ben diversa, e che un eventuale negoziato porterà alla cessione di territori da parte dell’Ucraina, come peraltro aveva largamente previsto l’ambasciatore Sergio Romano in un’intervista rilasciata a questa testata.
Cambio di rotta dopo aver fatto fallire i negoziati nel 2022
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