La Legge di Bilancio 2024 non ha portato solo una riduzione dell’Irpef, ma anche una serie di tasse in aumento che rappresenteranno una stangata per tutti.
Più tasse per tutti nel 2024, una sorta di stangata nascosta nella Legge di Bilancio, messa in secondo piano dagli annunci positivi che riguardano la conferma del taglio al cuneo fiscale e l’accorpamento dei due primi scaglioni dell’Irpef sotto un’unica aliquota (al 23% per redditi fino a 28.000 euro).
L’inizio del nuovo anno comporta anche una lista di tasse in aumento a cui non tutto hanno dato il giusto peso. Si tratta di balzelli che andranno a colpire le finanze dei cittadini comportando spese maggiori non solo quotidianamente.
Non c’erano molte coperture per la manovra 2024, e questo noi di Money.it lo avevamo annunciato a più riprese. Per finanziarie, quindi, taglio dell’Irpef e conferma del taglio del cuneo fiscale le risorse sono state reperite rendendo molto più severe e rigide alcune tipologie di imposte che, in un modo o nell’altro, andranno a colpire tutte le categorie di cittadini.
La riduzione del prelievo fiscale, di fatto, andrà a compensare solo in parte questi aumenti che colpiscono diversi ambiti facendo in modo, nella maggior parte dei casi, che l’aumento in busta paga sia riassorbito nelle maggiori spese da affrontare. Va ricordato, infatti, che molti degli aumenti previsti nel 2024 vanno a colpire proprio le famiglie, con e senza figli, riguardando anche prodotti di largo consumo.
Le tasse nascoste nella Legge di Bilancio
Tasse sugli affitti, plusvalenza per il Superbonus, ritenute sui bonifici parlanti, aumento dell’Ivie, aumento delle tasse per i conti detenuti all’estero sono solo alcune delle tasse nascoste nella Manovra a cui la stampa non ha data il giusto rilievo.
Altra cosa di cui si è parlato poco, poi, riguarda proprio il taglio del cuneo fiscale da cui è esclusa la tredicesima mensilità: la cosa, ovviamente, farà registrare un divario ancora più ampio tra stipendio corrente e tredicesima che sembrerà ancora più bassa.
Aumenta poi l’Iva su molti prodotti come quelli per l’infanzia e gli assorbenti. In questo caso a essere colpite, soprattutto con la fine dell’Iva agevolata per i prodotti per l’infanzia, le famiglie che avrebbero bisogno di maggior tutela visto che si trovano a dover affrontare i costi che comporta mettere al mondo un figlio. L’ultima stangata, come ciliegina sulla torta, riguarda l’aumento dei prodotti del tabacco.
Le tasse in aumento su casa e patrimonio
Come abbiamo anticipato molti degli aumenti impositivi riguarderanno proprio gli immobili con particolare riferimento agli affitti e alle vendite. Tassati di più anche i patrimoni all’estero, come case e conti correnti. Vediamo nello specifico.
Aumenta la cedolare secca sugli affitti brevi
Una delle novità contenute in manovra riguarda la cedolare secca sugli affitti brevi: per chi decide di locare il proprio immobile con contratti non superiori ai 30 giorni la cedolare secca aumenta dal 21% al 26% ma solo dalla seconda abitazione locata in questo modo in poi.
L’intento dell’aumento della tassa è colpire chi delle locazioni brevi fa un business e proprio per questo sul primo immobile locato con contratti non superiori a 30 giorni l’aliquota rimane fissata al 21%.
Aumento dell’Imu per le case ristrutturate
La prima tassa che va ad aumentare è l’Imu per chi ha usufruito del superbonus 110%. Il valore catastale dell’immobile ristrutturato dovrà obbligatoriamente essere aggiornato con le migliorie eseguite a spese dello Stato. Questo comporterà, per questi immobili un aumento dell’Imu che dovrà essere calcolato, ovviamente, su una base imponibile maggiore.
Obbligo del proprietario, quindi, è verificare se tutte le comunicazioni di variazione catastale siano state eseguite correttamente. Se le comunicazioni dovessero essere assenti o incomplete si rischia di ricedere lettere di compliance da parte dell’Agenzia delle Entrate per operare le giuste correzioni.
Plusvalenza per chi vende immobili ristrutturati con Superbonus
Una novità non di poco conto riguarda la plusvalenza sulle vendite degli immobili ristrutturati con il Superbonus al 110%. In questo caso se si vende l’immobile in questione prima che siano trascorsi 5 anni dalla ristrutturazione si dovrà pagare una plusvalenza al 26% sulla differenza tra prezzo di vendita e prezzo di acquisto.
Nello specifico nella bozza della Legge di Bilancio è previsto che
Nel caso in cui gli interventi agevolati si siano conclusi da più di cinque anni all’atto della cessione, nella determinazione dei costi inerenti al bene si tiene conto del 50 per cento di tali spese, qualora si sia fruito dell’incentivo nella misura del 110 per cento e siano state esercitate le opzioni di cui al periodo precedente. Per i medesimi immobili di cui alla lettera b-bis) del comma 1 dell’articolo 67, acquisiti o costruiti, alla data della cessione, da oltre cinque anni, il prezzo di acquisto o il costo di costruzione, determinato ai sensi dei periodi precedenti, è rivalutato in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.
Sono esclusi dalla tassazione gli immobili acquisiti per successione che erano adibiti ad abitazione principale del cedente per la maggior parte dei 10 anni che hanno preceduto la cessione o nel caso che tra la data di acquisto e quella di cessione non siano trascorsi 10 anni.
Aumentano le ritenute sui bonifici parlanti
La Legge di Bilancio prevede anche ritenute più alte per i bonifici parlanti destinati a lavori per bonus edilizi. Oggi la ritenuta, effettuata dalle banche o da Poste Italiane su questi bonifici è dell’8% e viene trattenuta come acconto per imposta sui redditi. Dal 1° marzo 2024 la ritenuta sale all’11%.
Aumenta l’Ivie
In aumento anche l’Ivie, ovvero l’imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero. L’imposta, che deve essere pagata annualmente dagli italiani che possiedono case, terreni o fabbricati al di fuori del territorio nazionale, sale dallo 0,76% all’1,06%.
Più tasse sui conti all’estero
Non solo immobili e terreni situati all’estero prevedono tasse più alte, ma anche i conti correnti e le attività finanziarie al di fuori dei confini nazionali costano di più. La manovra, infatti, prevede di portare dal 2 per mille al 4 per mille l’aliquota per l’imposta delle attività finanziarie (Ivafe). In questa tassazione non rientrano solo le attività finanziarie, ma anche libretti di risparmio e conti correnti all’estero.
Le tasse che aumentano per i cittadini
Una volta affrontato il discorso che riguarda gli aumenti che toccano la casa e i patrimoni, vediamo quali sono quelli che ricadono sulle spalle delle famiglie per l’acquisto di prodotti a causa del mancato rinnovo dell’Iva agevolata.
Niente Iva agevolata per assorbenti e prodotti per l’infanzia
Il costo di diversi beni di prima necessità subiranno un incremento dell’Iva a causa del fatto che l’Iva agevolata al 5% non è stata prorogata anche nel 2024.
Per i seguenti prodotti l’Iva passa dal 5% al 10%:
- pannolini per bambini;
- prodotti per l’igiene femminile (tra cui gli assorbenti);
- latte artificiale per l’infanzia.
Sui seggiolini auto, invece, l’Iva passa dal 5% attuale al 22% (perché considerati prodotti non di prima necessità).
A questo si deve aggiungere anche l’aumento delle sigarette, già annunciato per il 2024, che riguarderà tutti i prodotti del tabacco, ovvero:
- sigarette;
- sigari;
- tabacco trinciato;
- liquidi per le sigarette elettroniche.
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