I mercati azionari sono stati in forte ripresa nell’ultimo mese. Ma potrebbe esserci uno scenario negativo per le azioni?
Da metà ottobre è iniziato un forte rally per il mercato azionario internazionale.
L’indice S&P500 ha recuperato quasi 12 punti percentuali, il Nasdaq circa il 6%, mentre l’Eurostoxx50 ha rimbalzato del 20% circa dagli ultimi minimi.
Ovunque il sentiment sembra ora essere molto più positivo di qualche mese fa.
Il Bear Market è finito? Il peggio è alle spalle e ci aspettano mesi di rialzo?
Oggi vogliamo presentare uno scenario negativo per le azioni ed evidenziare i principali rischi. La premessa è che tale scenario non è detto che si verifichi, anzi se proprio fossimo costretti a fare una «scommessa» secca anche noi punteremo su una nuova fase di rialzo.
Ma poiché noi siamo investitori e non scommettitori, possiamo prenderci il lusso di scegliere lo scenario per noi più probabile, preparando però un «piano B» nel caso in cui i maggiori rischi dovessero materializzarsi. Vediamo quali sono.
L’eccesso di confidenza sul mercato azionario
I mercati, si sa, vivono anche e soprattutto di emozioni e di aspettative. Ora la maggior parte degli operatori è convinta che il peggio sia passato e che all’orizzonte ci aspetti una fase positiva.
Questo, però, può essere molto pericoloso. Dopo una fase di discesa, i rialzi possono essere un’inversione di tendenza «strutturale» e di lungo termine, il che porrebbe fine al mercato orso del 2022, oppure un semplice «Bear Market Rally», cioè un rialzo temporaneo di breve durata che si materializza prima che le discese riprendano.
Durante questo 2022 ci sono già stati due rialzi (uno i primi di marzo e uno la metà di giugno) abbastanza corposi, anche più di quello attuale, che potevano far pensare alla fine delle discese. Eppure quei rialzi terminarono e il mercato orso riprese, portano poi le quotazioni ben al di sotto dei precedenti minimi.
Nulla, quindi, ci può garantire che questo rialzo non sia, in realtà, un classico Bear Market Rally. Anche in termini di durata, i rialzi sono iniziati relativamente da poco per poter essere sicuri che non arriverà una nuova ondata di ribassi.
Troppo ottimisti su inflazione e banche centrali?
Il motivo principale del recente rialzo è stato il fatto che nell’ultima rilevazione dell’inflazione Usa la crescita dei prezzi è stata inferiore alle stime. Il che lascia la speranza che le banche centrali, Fed in primis, siano meno decise nel rialzo dei tassi.
Questo è vero ma, nonostante un’inflazione sotto le stime, ci vorrà tempo prima di rientrare nei ranghi del 2%, ritenuto il target obiettivo dalla Fed e dalla Bce.
Inoltre, le ultime parole del Governatore della Fed non indicano, per ora, l’intenzione di allentare la morsa sui tassi. Insomma, anche qui le aspettative potrebbero tramutarsi in illusioni, almeno nell’immediato.
Infine la guerra, che è stata una delle cause del ribasso soprattutto in primavera, sta un po’ uscendo dai radar, ma in realtà è tutt’altro che finita e può ancora riservare varie sorprese negative per i mercati.
Sperare per il meglio, ma prepararsi al peggio
Ricapitolando, non c’è nulla di male nell’augurarsi il meglio per l’immediato futuro: dopo i ribassi dell’anno la situazione delle azioni è migliore in termini di valutazioni rispetto al 2021 e le condizioni per un nuovo rialzo ci sono tutte.
Però è importante non prendersi troppi rischi e mantenere sempre un’asset allocation in linea con il proprio profilo di rischio. L’aumento della quota azionaria andrebbe fatta solo in ottica di lungo periodo e non solo perché si pensa che questo possa essere il momento buono.
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