Dopo il licenziamento non sempre è legittimo assumere un altro lavoratore per la stessa mansione. Ecco quando è lecito.
Molto spesso i datori di lavoro avvertono la necessità di sostituire alcuni dipendenti, non giudicando la loro condotta e lo svolgimento delle mansioni idonei rispetto alle necessità aziendali.
Non è però sempre possibile licenziare un dipendente per assumerne un altro, in quanto il lavoratore ha tutto il diritto a non perdere il posto di lavoro da un momento all’altro senza motivazioni valide. Per alcune tipologie di licenziamento esiste infatti un vero e proprio divieto di nuove assunzioni, limitato ovviamente ad alcune mansioni, che dura 1 anno dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Se tale regola non viene rispettata il licenziamento può essere impugnato dal dipendente per ottenere la reintegra o almeno un risarcimento del danno se i termini per opporsi al licenziamento sono scaduti prima della nuova assunzione. In questo modo si evita che i datori di lavoro possano aggirare il divieto e sostituire deliberatamente i lavoratori, fermo restando il diritto di agire negli interessi aziendali.
Approfondiamo le diverse ipotesi possibili.
Divieto di assunzione dopo il licenziamento
Il datore di lavoro può assumere le scelte ritenute necessarie per la gestione finanziaria e la gestione interna dell’azienda. Si parla in proposito di licenziamento economico, tecnicamente “per giustificato motivo oggettivo”, ammesso soltanto come ultima soluzione a ragioni oggettive e verificabili. Per citare l’esempio più comune, si ha questo tipo di licenziamento quando l’azienda sta attraversando un periodo di crisi finanziaria e non può più sostenere la stessa quantità di personale.
Proprio per le ragioni che legittimano il licenziamento economico, non è possibile assumere un dipendente per i 12 mesi successivi se adibito alle stesse mansioni dell’ex lavoratore oppure a mansioni che lo stesso avrebbe potuto svolgere se assegnatovi tramite il repêchage. Come anticipato, l’ex dipendente può agire in giudizio se quest’obbligo non viene rispettato e difendere il proprio diritto.
È invece legittima l’assunzione di un nuovo dipendente:
- dopo 12 mesi dal licenziamento;
- prima di 12 mesi dal licenziamento ma per mansioni che il lavoratore licenziato non avrebbe potuto ricoprire.
Deve quindi essere rispettato l’obbligo di repêchage, prendendo in considerazione prima le mansioni dello stesso livello contrattuale e in loro mancanza di livello inferiore.
Il datore di lavoro non è però tenuto a formare il dipendente per permettergli di svolgere mansioni differenti o di livello più elevato, per le quali appunto mancano le capacità o le professionalità. Può quindi accadere, per esempio, che siano effettuati dei tagli al personale e che il datore di lavoro utilizzi le risorse risparmiate per assumere figure professionali specializzate ad altre mansioni.
Il licenziamento per scarso rendimento
L’assunzione di un nuovo dipendente in seguito a un licenziamento può avvenire anche come vera e propria sostituzione, quindi con mansioni analoghe o che anche l’altro avrebbe potuto svolgere, e senza limiti temporali in caso di licenziamento disciplinare. Quest’ultimo è regolamentato in maniera molto rigida e non è di norma presupposto di una nuova assunzione, ma è piuttosto quest’ultima a divenire necessaria in seguito all’impossibilità di proseguire il rapporto di lavoro.
Tra le varie ipotesi di licenziamento disciplinare, però, ce n’è una che effettivamente riguarda proprio il bisogno di cambiare il personale. Si tratta del licenziamento per scarso rendimento, che attiene al licenziamento per giustificato motivo oggettivo solo quando indipendente dalla volontà del lavoratore.
Al contrario, quando lo scarso rendimento è dovuto a una condotta colpevole del dipendente, è ammesso il licenziamento disciplinare. Secondo la giurisprudenza, tuttavia, sono richieste gravi violazioni disciplinari tali da arrecare un danno economico all’azienda, come pure la mancanza di impegno abituale e sproporzionata rispetto agli obiettivi.
Il datore di lavoro dovrebbe inoltre inviare una lettera di contestazione al dipendente prima di poter intraprendere la strada del licenziamento. In questi casi, comunque, è possibile licenziare il dipendente per assumerne un altro che apporti maggiore valore all’azienda.
Posso licenziare un dipendente per assumerne un altro?
In sintesi, non è possibile licenziare un dipendente soltanto perché si preferisce assumere un’altra figura in sua sostituzione. Ciò è ammesso esclusivamente se il dipendente è colpevole di scarso rendimento - o comunque di violazioni disciplinari tali da giustificare il licenziamento per giusta causa - oppure si guarda a mansioni che l’altro dipendente non può svolgere. In tal proposito, il licenziamento deve comunque essere supportato da ragioni aziendali oggettive e comprovate.
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