Con la Legge di Bilancio 2025 la detassazione dei premi di produttività è confermata ancora per un triennio. Vediamo chi ne ha diritto, i limiti e la tassazione.
La Legge di Bilancio 2025 conferma per il prossimo triennio la detassazione dei premi di produttività. Anche per il 2025, 2025 e 2027 l’aliquota di imposta per i premi di risultato e fissata al 5% (entro determinati limiti di importo).
I premi di risultato sono un modo flessibile e pratico che le aziende utilizzano per motivare i dipendenti a raggiungere determinati obiettivi. Il premio di risultato o premi produttività possono essere la spinta giusta se permettono di la personalizzazione in funzione degli obiettivi che si vogliono raggiungere e se permettono un risparmio a livello fiscale sia per l’azienda che per il dipendente.
Proprio in tal senso, quindi, la manovra 2025 interviene confermando quanto già previsto dalla Legge di Bilancio 2024 (che a sua volta riconfermava quanto previsto dalla manovra dell’anno precedente).
I premi di produttività entro il limite di 3.000 euro saranno tassati al 5% anche per il triennio 2025/2027.
Di seguito ci soffermeremo sulle regole per la detassazione Irpef dei premi di risultato in sostituzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) e per la decontribuzione delle somme erogate come incentivo alla produzione da parte dei datori di lavoro.
Cosa sono i premi di produttività
Prima di passare in rassegna le regole previste per il 2024 e confermate anche per il 2025, vediamo di seguito cosa sono i premi di produzione o produttività, a chi spettano, entro quali limiti e che tasse ci si pagano.
I premi di produttività vengono corrisposti ai lavoratori a seguito dell’incremento o miglioramento della produttività, ovvero aumento di qualità, di organizzazione e innovazione. Spettando anche a seguito aumento della qualità, efficienza e innovazione nel lavoro e alle somme pagate a titolo di partecipazione agli utili.
Al raggiungimento di particolari obiettivi al lavoratore è erogata una somma in busta paga sulla quale è dovuta un’imposta sostitutiva dell’Irpef e, nel rispetto di determinate condizioni, è agevolata anche dal punto di vista contributivo.
Le novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024 e confermate anche per il 2025 riguardano solo i premi di produttività (e non i fringe benefit): a beneficiare della detassazione con imposta sostitutiva al 5% (invece che al 10%) per il 2025 sono i lavoratori dipendenti che, nell’anno precedente, siano titolari di reddito non superiore ad 80.000 euro.
Il bonus di produttività può essere erogato in diverse forme:
- come maggiorazione variabile sullo stipendio legata a parametri misurabili oggettivamente (come aumento delle vendite ecc..);
- oppure come somma erogata a titolo di partecipazione agli utili di impresa;
- l’importo del premio può essere riconvertito in voucher per servizi di welfare aziendale (fringe benefit).
Regole e importo premi di produttività agevolati
La Legge di Bilancio 2025 conferma le novità introdotte dalla manovra 2024, a partire dall’aliquota sostitutiva da applicare sui premi di produttività come sopra chiarito.
Anche per le somme erogate nel 2025 la tassazione sostitutiva del premio di produttività scende dal 10% al 5% per importi fino a 3.000 euro. Oltre questa soglia si continuerà ad applicare l’aliquota del 10%.
Nei casi di premio di produttività erogato in favore di lavoratori coinvolti pariteticamente dal datore di lavoro, l’importo del premio assoggettabile a tassazione sostitutiva è di 4.000 euro, ma solo per contratti collettivi aziendali o territoriali stipulati fino al 24 aprile 2017, come stabilito dalla circolare n.5/E dell’Agenzia delle Entrate.
Per i contratti stipulati dopo il 24 aprile 2017, il limite resta di 3.000 euro, ma il Dl n. 50/2017 ha previsto una riduzione di venti punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico del datore di lavoro per il regime relativo all’invalidità, la vecchiaia ed i superstiti su una quota di premio agevolabile non superiore ad euro 800.
Proprio sulla detassazione e sulla decontribuzione dei premi di produttività sono stati pubblicati successivamente due importanti chiarimenti dall’INPS e dall’Agenzia delle Entrate. Vediamoli di seguito.
Detassazione premi di produttività solo se c’è incremento di risultato
Per beneficiare della tassazione con imposta sostitutiva Irpef del 5% sulle somme erogate come premio di produzione, è necessario che sia stato raggiunto un incremento di produttività o redditività.
I criteri per la verifica nonché l’obiettivo incrementale da raggiungere devono essere stabiliti dal contratto collettivo e territoriale depositato dall’azienda ai fini della fruizione della detassazione dei premi di produttività presso l’ITL o DTL entro il termine dei 30 giorni dalla data di sottoscrizione.
A sottolineare il legame tra detassazione del premio e incremento del risultato è l’Agenzia delle Entrate con la risoluzione n.36/E del 26 giugno 2020.
Se al termine del periodo congruo non sia raggiunto alcun incremento, sarà necessario per il datore di lavoro recuperare le imposte non versate in relazione alle somme erogate a titolo di premio di risultato applicando l’aliquota sostitutiva Irpef del 5 per cento.
Decontribuzione premi di produttività: le istruzioni Inps
In merito alla decontribuzione dei premi di produttività si deve fare riferimento alla circolare Inps n. 104 del 18 ottobre 2018, nella quale sono fornite le regole per datori di lavoro e dipendenti.
Lo sgravio contributivo si applica su una quota di premio non superiore ad 800 euro, in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione di lavoro. L’agevolazione consiste in una riduzione percentuale per l’azienda e nell’esonero totale per il dipendente, secondo le seguenti regole:
- riduzione, pari a venti punti percentuali, dell’aliquota contributiva IVS a carico del datore di lavoro;
- esclusione di ogni contribuzione a carico del dipendente;
- corrispondente riduzione dell’aliquota di computo per il calcolo del trattamento pensionistico.
Anche ai fini della decontribuzione delle somme erogate come premio di produzione il lavoratore dipendente non dovrà superare il reddito annuo di 80.000 euro.
Premi di risultato e misure di welfare aziendale: la normativa
Abbiamo visto che a introdurre il sistema di tassazione agevolato per i lavoratori più produttivi, con un’aliquota sostitutiva dell’Irpef, è stata la legge di Stabilità 2016 (legge n.208/2015).
Successivamente, l’art. 55 del Dl n. 50/2017 ha introdotto la possibilità, a determinate condizioni, di applicare una decontribuzione sui premi di produttività.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato poi il 29 marzo 2018 la circolare n. 5/E, con tutte le regole per l’applicazione della tassazione sostitutiva sui premi di risultato e sulle misure di welfare aziendale.
Tra i vari punti affrontati nella circolare, l’Agenzia delle Entrate ricorda che il lavoratore, qualora previsto dal contratto aziendale o territoriale, può scegliere di convertire l’importo del premio aziendale anche con i benefit indicati dal TUIR (art. 51, comma 4), in particolare nella forma di utilizzo dell’auto aziendale, di prestiti concessi da parte del datore di lavoro e della fruizione dell’alloggio.
Si mette di seguito a disposizione la circolare dell’Agenzia delle Entrate con tutti i dettagli:
Da ultimo, la legge di Bilancio 2024 ha confermato l’abbassamento dell’aliquota sostitutiva sui premi di risultato dal 10% al 5%.
Cosa sono i benefit di welfare aziendale
I lavoratori hanno la possibilità di convertire i premi di produttività in benefit di welfare aziendale, come previsto dal comma 4 dell’art. 51 del Tuir, ovvero in beni o servizi.
I piani di welfare aziendale sono stati rafforzati dal decreto Aiuti Quater per mitigare gli effetti negativi dell’inflazione sulle retribuzioni dei lavoratori.
Inoltre, beni e servizi erogati nella forma di premi di produttività potranno essere estesi anche al nucleo familiare.
Regole e adempimenti per le imprese
Precondizione necessaria per usufruire della detassazione dei premi di produttività è che siano stati stipulati dei contratti aziendali o territoriali, sottoscritti dalle principali associazioni sindacali o dalle rappresentanze sindacali aziendali.
Il datore di lavoro deve presentare il modello per l’agevolazione fiscale del premio di produttività esclusivamente per via telematica. Allo stesso, si ricorda, è importante allegare il contratto aziendale in .pdf, depositato tassativamente 30 giorni antecedenti la richiesta. Gli ispettori del lavoro procederanno con la verifica del rispetto dei tempi stabiliti.
Il modello deve essere compilato con i dati relativi al datore di lavoro e quelli dei lavoratori beneficiari del premio di produttività a fiscalità agevolata, compreso l’obiettivo raggiunto - produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.
I premi di produttività si sono dimostrati a oggi un importante incentivo all’efficienza aziendale.
L’obiettivo delle novità su importo e regole di tassazione del premio di produttività è quello di incentivare la produttività aziendale.
La misura è un importante vantaggio per i dipendenti, incentivati a migliorare le proprie prestazioni e ad aumentare la produttività aziendale per poter beneficiare di aumenti sullo stipendio, senza il rischio di un paradossale aumento della tassazione sui ricavi aggiunti.
Sintesi della misura
La proroga della tassazione agevolata dei premi di produttività per il prossimo triennio è un’opportunità importa sia per i lavoratori dipendenti che per le aziende e si inserisce in un quadro, sempre dichiarato, di crescita economica. Per i dipendenti si tratta di un modo per avere una liquidità maggiore in busta paga con imposizione ridotta, per le aziende, invece, si tratta di un modo per migliorare le performance dei propri dipendenti.
Vediamo quali sono i punti essenziali, in sintesi, della tassazione al 5% dei premi di produttività:
- ai premi di produttività fino a 3.000 euro si applica una imposta sostitutiva all’Irpef al 5%;
- nel caso vi sia coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell’organizzazione del lavoro il limite sottoposto a detassazione sale a 4.000 euro;
- a beneficiarne sono soltanto i lavoratori dipendenti con reddito annuo inferiore a 80.000 euro;
- i premi di risultato devono essere previsti, insieme ai requisiti di incremento produttività, nei contratti di lavoro;
- la detassazione è applicabile solo nel caso di premi per incrementi che sono misurabili sia di produttività che di redditività, innovazione, qualità ed efficienza;
- il lavoratore può rifiutare che il premio di produttività sia erogato applicando aliquota agevolata, ma deve presentare al datore di lavoro una dichiarazione scritta.
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