La Tari è soggetta alla prescrizione, secondo le regole che riguardano i tributi locali. Ecco i termini, la decorrenza e il calcolo per sapere quando si può non pagare la Tassa Rifiuti nel 2024.
La “Tassa Rifiuti”, più semplicemente Tari, è riscossa dai Comuni per provvedere alla gestione dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. I contribuenti sono tenuti al pagamento della tassa quando proprietari o detentori di immobili o aree idonei alla produzione di rifiuti, indipendentemente dall’utilizzo effettivo. Quest’ultimo viene però considerato nella dichiarazione presentata all’ufficio tributi per il calcolo della tassa, salvo che sia possibile ottenere un esonero.
Pagare la Tari è importante perché i proventi sono utilizzati per lo smaltimento, ma anche perché le sanzioni crescono con il ritardo, fino ad arrivare al 30% dell’importo dovuto. Tuttavia, i Comuni devono richiedere il pagamento entro certi termini, oltre i quali i contribuenti potranno non pagare la Tassa Rifiuti. Ciò è dovuto alla prescrizione della Tari. Ecco cosa si potrà non pagare nel 2024.
Dopo quanto si prescrive la Tari?
La Tari è un tributo dovuto agli enti locali, nello specifico al Comune dove è situato l’immobile, e come tale ha una prescrizione di 5 anni. Si applica quindi il termine di prescrizione breve, mentre quello ordinario - pari a 10 anni - resta in vigore per i tributi dovuti allo Stato.
Di conseguenza, la Tari si prescrive in 5 anni e si prescrivono in 5 anni anche le successive cartelle esattoriali notificate dall’agente della riscossione. La giurisprudenza è infatti propensa all’applicazione del termine di prescrizione breve a tutte le cartelle esattoriali, ma in questo caso non ci sono dubbi interpretativi.
Fino a non molto tempo fa, l’orientamento giurisprudenziale prevalente estendeva alle cartelle esattoriali lo stesso termine di prescrizione del debito a cui facevano riferimento. Per quanto riguarda la Tari, quindi, la prescrizione della tassa e della relativa cartella esattoriale è sempre di 5 anni.
Quando la prescrizione della Tari si allunga
La regola generale è che la Tari si prescrive in 5 anni, perché è questo il termine individuato dalla legge per i tributi locali. Allo stesso tempo, bisogna tenere conto di un’eccezione, per effetto di cui il termine si allunga. Nel dettaglio, ciò accade quando il pagamento della tassa sui rifiuti è dovuto in seguito a una sentenza.
Per esempio, ciò accade quando si presenta un ricorso contro l’avviso di accertamento della Tari ma il giudice lo conferma, anche solo parzialmente. In questa ipotesi non si considera più la natura della Tari come tributo locale, bensì il debito sorto per effetto della sentenza del tribunale.
Agli atti giudiziari si applica la prescrizione ordinaria, pertanto la Tari accertata dalla sentenza si prescrive in 10 anni.
Decorrenza e interruzione
La prescrizione della Tari inizia a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello cui è riferito il tributo, ossia l’anno in cui sarebbe dovuto avvenire il pagamento. Ogni richiesta di pagamento intervenuta prima del compimento della prescrizione (in primis la cartella esattoriale) interrompe la decorrenza, e la prescrizione si azzera ricominciando dal principio.
In riferimento alle cartelle esattoriali e agli atti interruttivi, invece, la prescrizione decorre dalla data di notifica della raccomandata a/r o della pec. Per la sentenza, infine, fa fede la data della stessa.
Quando si può non pagare la Tari
Se la Tari si è prescritta, dunque è trascorso il tempo indicato dalla legge senza che vi siano state interruzioni dall’ultima richiesta di pagamento, si può non pagare. In caso di richiesta di pagamento da parte del Comune o di cartella esattoriale successiva, però, non è sufficiente ignorare l’avviso.
Bisogna, invece, far valere la prescrizione. Per farlo, è possibile presentare un’istanza in autotutela per chiedere lo sgravio, ma si deve ricordare che il Comune non è tenuto a rispondere. Durante l’attesa, però, continua a decorrere il termine di 60 giorni entro cui può essere effettuata l’impugnazione con un ricorso presso la Commissione tributaria provinciale.
Prescrizione Tari 2024
Dal 1° gennaio 2024 è possibile non pagare la Tari relativa all’anno 2018. Nel 2024 si prescrivono anche le cartelle esattoriali notificate nel 2018, a seconda del giorno in cui sono state notificate ma indipendentemente dall’anno di pagamento della Tari a cui si riferivano. Di pari passo, quest’anno si prescrivono anche le tasse sui rifiuti per le quali è stata emessa una sentenza nel 2014, sempre a seconda della data ma a prescindere dall’anno cui si riferiva il tributo.
Tutto ciò, a patto che non vi siano state successive interruzioni o che non siano trascorsi più di 60 giorni dall’avviso di accertamento inviato dal Comune dopo la prescrizione. Infine, la Tari relativa al 2024, comincerà a prescriversi dal 1° gennaio 2025, mentre il pagamento da effettuare quest’anno - relativo dunque al 2023 - terminerà la prescrizione il 31 dicembre 2029.
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