L’impennata dell’inflazione c’è e i segnali sono allarmanti: i prezzi mondiali del cibo sono ai massimi da almeno 10 anni. L’ONU, tramite l’agenzia FAO, ha parlato di grandi rischi.
I timori sull’inflazione si concretizzano: i prezzi del cibo globali hanno esteso il loro rally mondiale al massimo in 10 anni.
A riferirlo è l’agenzia dell’ONU che si occupa di risorse alimentari, la FAO. Aumentano, quindi, le preoccupazioni per la capacità di spesa delle popolazioni mentre le economie globali lottano per uscire dalla crisi pandemica.
Inoltre, costi alimentari più elevati spingono l’inflazione, complicando gli sforzi delle banche centrali nel mantenere la politica accomodante e di sostegno che gli Stati ancora invocano.
Quali allarmanti dati sono emersi dall’ONU sui prezzi del cibo mondiali?
Prezzi alimentari ai massimi di 10 anni: i dati
I prezzi mondiali del cibo sono aumentati a maggio al tasso mensile più veloce in oltre un decennio, registrando un 12° incremento mensile consecutivo per raggiungere il livello più alto da settembre 2011.
La FAO, agenzia dell’ONU, ha reso noto i dati: l’indice dei prezzi alimentari, che misura le variazioni mensili in un paniere di cereali, semi oleosi, latticini, carne e zucchero, è stato in media di 127,1 punti a maggio rispetto ai 121,3 rivisti di aprile.
Su base annua, i prezzi sono aumentati del 39,7% il mese scorso, con un rialzo del 4,8% mensile che è stato il più ampio in più di 10 anni.
L’indice riguardante i cereali è cresciuto del 6,0% a maggio su base mensile e del 36,6% su base annua. I prezzi del mais hanno guidato l’impennata e sono ora superiori dell’89,9% rispetto al valore dell’anno precedente.
Tutti i prezzi dei cibi hanno registrato impennate evidenti a maggio: olio vegetale +7,8%; zucchero +6,8%; carni +2,2%; latticini sono aumentati dell’1,8%.
Un mix di aumento della domanda di importazione a livello globale e difficoltà nella produzione ha scatenato il rally dei prezzi alimentari.
Perché c’è un allarme sui prezzi del cibo?
Cosa sta succedendo ai prezzi alimentari mondiali e cosa aspettarsi?
La siccità nelle principali regioni di coltivazione del Brasile sta paralizzando i raccolti, dal mais al caffè, e la crescita della produzione di olio vegetale è rallentata nel Sud-Est asiatico. Ciò sta aumentando i costi per gli allevatori di bestiame e rischia di mettere a dura prova le scorte globali di grano che sono state esaurite dall’impennata della domanda cinese.
Il rally dei prodotti di base stanno però arrivando sugli scaffali dei negozi, con Paesi dal Kenya al Messico che segnalano costi alimentari più elevati.
Il danno potrebbe essere particolarmente pronunciato in alcune delle nazioni più povere dipendenti dalle importazioni, che hanno un potere d’acquisto limitato e reti di sicurezza sociale fragili mentre sono alle prese con la pandemia.
L’ondata di costi elevati ha anche risvegliato i ricordi del 2008 e del 2011, quando i picchi dei prezzi hanno portato a rivolte per il cibo in più di 30 nazioni.
I problemi povertà e fame nel mondo hanno già raggiunto il livello peggiore da anni con la pandemia. Le disuguaglianze alimentari rischiano di esplodere, aggravate anche da condizioni meteorologiche estreme e conflitti politici.
Per questo, l’ONU ha lanciato un allarme sui prezzi alimentari e sull’inflazione correlata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA