Il petrolio delude tutti: maxi-accordo sui tagli è stato inutile?

C. G.

14/04/2020

Il prezzo del petrolio è risalito senza performance di nota dopo l’accordo OPEC+. Il motivo è uno solo

Il petrolio delude tutti: maxi-accordo sui tagli è stato inutile?

La reazione del prezzo del petrolio all’accordo trovato dall’OPEC+ non è stata forse quella sperata dalla maggior parte del mercato.

Qualche giorno fa, alcuni dei maggiori produttori di greggio hanno concordato una nuova riduzione dell’output con l’obiettivo di far fronte al tracollo delle quotazioni determinato dal calo della domanda (a sua volta indotto dal coronavirus).

Dopo intere settimane di discussioni, finalmente Russia e Arabia Saudita hanno raggiunto un accordo, ma il prezzo del petrolio è avanzato soltanto limitatamente. Secondo gli esperti, il motivo di questa scarsa reazione potrebbe essere uno solo.

Perché il prezzo del petrolio non decolla?

L’accordo OPEC+ trovato nella giornata di domenica ha dato vita al più grande taglio della produzione della storia. Un’incredibile azione coordinata fra oltre 20 Paesi guidati da Arabia Saudita e Russia e con l’insolita mediazione degli Stati Uniti, volta a frenare il tracollo del prezzo del petrolio, che a causa del coronavirus ha perso ampio terreno da gennaio in poi.

I produttori hanno deciso di tentare il tutto per tutto per bilanciare il mercato (attualmente troppo fornito) e hanno comunicato un taglio di 9,7 milioni di barili al giorno.

La quotazione del WTI e quella del Brent, però, hanno reagito senza performance di nota. Secondo gli esperti, d’altronde, l’accordo OPEC+ potrebbe essere giunto troppo tardi e dunque potrebbe esse stato già giudicato insufficiente.

Nelle ultime settimane la domanda di greggio è crollata; il coronavirus ha paralizzato il commercio globale ed eliminato un numero imprecisato di spostamenti, viaggi aerei e spedizioni di merci. Secondo le più recenti stime comparse sul New York Times, la richiesta potrebbe essere diminuita di 25-35 milioni di barili al giorno.

Un buco drammatico, di fronte al quale un taglio di 9,7 milioni di barili potrebbe risultare effimero. Già nella giornata di ieri la reazione del prezzo del petrolio ha fatto riflettere: i guadagni iniziali determinati dalle notizie sull’accordo OPEC sono stati progressivamente erosi dallo scetticismo crescente.

“Anche con questi tagli sul mercato ci sarà un tremendo eccesso di offerta. Ecco perché non abbiamo assistito a un rapido balzo dei prezzi”,

ha fatto notare Kirk Edwards, chief executive del produttore texano Latigo Petroleum.

Neanche le ultime dichiarazioni di Trump, secondo cui l’OPEC arriverà a tagliare 20 mbd, sono servite a far decollare con vigore le quotazioni.

Cosa aspettarsi adesso

Certo è che se i produttori non fossero riusciti a trovare un’intesa, le quotazioni sarebbero probabilmente collassate. In altre parole, il Cartello non avrà fatto decollare il prezzo del petrolio, ma ha almeno evitato un nuovo tonfo dello stesso.

Secondo Morgan Stanley, l’accordo OPEC+ non fermerà del tutto l’incremento delle scorte nei prossimi mesi, ma dalla seconda metà dell’anno permetterà di ridurre gli stock.

Da qui la necessità di rivedere le proprie stime sul terzo trimestre, periodo in cui la quotazione del WTI si attesterà in media intorno ai $27,5 (dal precedente $22,5), mentre quella del Brent viaggerà sui $30 (dal precedente $25).

Al momento in cui si scrive, sia il prezzo del petrolio texano che quello del Mare del Nord stanno scambiando con lievi rialzi dello 0,8% e dello 0,6% su quota $22,5 e $31,9. L’accordo OPEC non è riuscito ad ottenere la reazione sperata, almeno per il momento.

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