Primarie USA: Bloomberg si ritira. Quanto gli costa il flop del Super Tuesday?

Violetta Silvestri

04/03/2020

Primarie USA Super Tuesday: è flop per Bloomberg che si è ritirato dalla corsa. Il miliardario non ha ottenuto i voti che sperava. Quanto ha perso in termini di patrimonio? Ecco il prezzo della sconfitta del magnate, che ora appoggia Biden.

Primarie USA: Bloomberg si ritira. Quanto gli costa il flop del Super Tuesday?

Primarie USA: i risultati del Super Tuesday offrono un colpo di scena: Bloomberg si è ritirato dopo l’analisi dei voti ottenuti.

Il miliardario aveva deciso di debuttare al voto proprio nell’appuntamento clou: il Super Martedì, che ha visto coinvolti ben 15 Stati nella scelta del candidato preferito.

Il bilancio è stato fallimentare per l’ex sindaco di New York, che è stato letteralmente messo da parte dallo slancio vittorioso di Joe Biden e dalla performance ancora degna di nota del socialista Bernie Sanders.

Per Bloomberg non c’è stata altra scelta che il ritiro, annunciando il suo sostegno a Biden. Per il magnate, ora, è tempo anche di fare i calcoli economici del Super Tuesday.

La scommessa delle presidenziali, infatti, è costata già 500 milioni di dollari al miliardario. Un patrimonio senza eguali nella storia dei candidati democratici. Per molti, proprio la ricchezza di Bloomberg poteva rappresentare il valore aggiunto.

Ma qualcosa sembra essere andato storto. E l’interrogativo è più che lecito: quale prezzo è costato a Bloomberg il flop alle primarie USA nel Super Tuesday?

Bloomberg si ritira, a quale prezzo? Quanto ha perso al Super Tuesday

Mike Bloomberg ha abbandonato le primarie USA 2020. L’ex sindaco di New York, quindi, non è riuscito a capitalizzare tutto il patrimonio personale messo a disposizione in questa sua intensa campagna elettorale.

La macchina da guerra organizzata per diffondere in modo capillare il consenso verso la sua candidatura non ha convinto gli elettori. Eppure, il meccanismo sembrava il più potente mai visto prima tra i democratici in corsa per le presidenziali.

Nelle ultime tredici settimane, Bloomberg ha fatto spese di proporzioni storiche, utilizzando mezzo miliardo della sua fortuna - di circa 60 miliardi di dollari - per assumere migliaia di personale e pagare loro alti salari, anche 6.000 dollari al mese.

Uffici ad hoc sono stati allestiti in 43 stati e territori, tra i quali, come ha sottolineato proprio la sua squadra, molti posti che non hanno mai visto una campagna presidenziale prima. Bloomberg ha speso 234 milioni di dollari solo in pubblicità televisiva, radiofonica e digitale nei primi Stati del Super Martedì, 10 volte in più di quanto fatto dai suoi rivali democratici.

Non si è fatto mancare nulla nella sua campagna elettorale, dagli esperti in web marketing alle squadre di professionisti per i canali social.

Il bilancio di questo debutto alle primarie USA, quindi, è piuttosto magro per Bloomberg. Con circa 1,5 milioni di voto ottenuti, la spesa sostenuta per ognuno ammonta a più di 300 dollari.

Andati persi, vista la scelta di ritirarsi dalle primarie USA 2020 dopo il Super Tuesday. Visto il suo ufficiale appoggio a Biden, ci si chiede se ora il ricco patrimonio di Bloomberg sarà a disposizione del candidato moderato democratico.

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