Vladimir Putin è tornato a parlare, attaccando gli Usa e ipotizzando scenari da terza guerra mondiale: il leader russo probabilmente sarà al G20 ma Joe Biden non vuole incontrarlo.
Quello che stiamo vivendo sarà il decennio della terza guerra mondiale? Di certo dopo la pandemia e la conseguente crisi economica, ora divenuta pure energetica dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il futuro davanti a noi appare assai plumbeo.
Vladimir Putin a venti giorni dal G20 di Bali, dove il presidente russo dovrebbe essere presente, ha colto l’occasione dell’annuale sessione plenaria del 19° Valdai International Discussion Club per tornare a parlare in pubblico.
“Di fronte a noi - ha dichiarato Putin sul palco del forum - C’è, probabilmente, il decennio più pericoloso, imprevedibile e, al tempo stesso, più importante dalla fine Seconda Guerra Mondiale”.
Il rischio che la situazione possa degenerare in una terza guerra mondiale sarebbe dovuto al fatto che “l’Occidente cerca di resistere ai movimenti tettonici dei cambiamenti geopolitici globali, che vedono la fine della sua predominanza e l’emergere di altri attori, specie in Asia”.
Putin così ha fatto riferimento alla situazione di Taiwan che vede interessata la Cina, con le tensioni che sarebbero aumentate a causa della visita nell’isola della “babushka” (nonna in russo) americana, con riferimento alla speaker Nancy Pelosi.
Putin e la terza guerra mondiale
In un momento storico come questo le parole sono molto importanti e, purtroppo, parlare di terza guerra mondiale non è un esercizio sensazionalistico o allarmistico; Vladimir Putin infatti ha ribadito quella che è una triste verità: i prossimi anni saranno i più imprevedibili e pericolosi della nostra storia recente.
Il problema di fondo è che la guerra in Ucraina ha spezzato quell’equilibrio geopolitico che ha caratterizzato gli ultimi decenni: dopo la mossa della Russia sarà impossibile tornare indietro come se nulla fosse.
Come uscire allora da questo pantano internazionale? Con una guerra in corso, per giunta nel cuore dell’Europa e con protagonista una superpotenza come la Russia, non sarà facile percorrere la strada diplomatica anche perché fino a questo momento, da parte di tutti gli attori in scena, non sembrerebbe esserci stata una gran voglia di sedersi al tavolo.
Escalation inevitabile?
In questo momento tutto farebbe presagire che la guerra in Ucraina possa avere un epilogo soltanto militare, con la vittoria sul campo di uno o l’altro esercito; visto lo stallo anche in battaglia, questo conflitto potenzialmente potrebbe andare avanti per anni.
Ecco perché è forte il timore di una terza guerra mondiale: sia l’Occidente sia la Russia non possono permettersi, economicamente e socialmente, un lungo perdurare delle ostilità. Una escalation di conseguenza appare quasi inevitabile senza una forte azione diplomatica.
Al prossimo G20 però Joe Biden ha ribadito la sua volontà di non volere incontrare Vladimir Putin, con il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin che nelle scorse ore ha definito Mosca una “minaccia seria e concreta, e abbiamo scelto con attenzione la parola ’concreta’; ma, a differenza della Cina, la Russia non può sfidare sistematicamente gli Stati Uniti a lungo termine”.
La triste verità è che una terza guerra mondiale appare essere l’epilogo più probabile del conflitto in Ucraina: mai come in questo caso però saremmo più che felici dall’essere smentiti.
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