“Putin userà le armi nucleari”, la profezia di chi lo conosce bene spaventa il mondo

Luna Luciano

28/06/2023

Un ex consigliere di Putin non esclude che la Russia possa utilizzare armi nucleari in Ucraina: una considerazione che sembra essere più una profezia. Ma è davvero questa l’unica soluzione?

“Putin userà le armi nucleari”, la profezia di chi lo conosce bene spaventa il mondo

La Russia di Vladimir Putin potrebbe utilizzare armi nucleari per porre fine alla guerra in Ucraina. È questo lo scenario dipinto di Sergey Markov, ex consigliere per la politica estera del Cremlino dal 2011 al 2019.

A fargli eco in Italia Mario Giro, ex viceministro degli Esteri e membro della Comunità di Sant’Egidio con una lunga carriera nella cooperazione internazionale. Infatti, secondo l’ex ministro, davanti all’attuale quadro geopolitico ci sarebbe davvero il “grande pericolo dell’uso dell’arma atomica”, specialmente a causa di alcuni consiglieri russi, che vedono il nucleare come unica soluzione.

Basti pensare a quanto auspicato da Sergey Karaganov, un influente consigliere del presidente Putin, il quale ha più volte esortato Mosca ad utilizzare armi tattiche nucleari non solo in Ucraina ma anche in Occidente, per sfiancare il sostegno dell’Europa e degli Stati Uniti a Kiev, e concludere così la guerra.

Davanti a una simile situazione, le parole di Markov assumono le inquietanti sfumature di una profezia ma sono frutto, in realtà, di specifici ragionamenti sull’attuale quadro geopolitico e sul funzionamento della grande macchina governativa russa. Ma ciò che è lecito domandarsi è se davvero l’atomica sia l’unica soluzione percorribile.

La Russia potrebbe usare armi nucleari”: lo scenario delineato da Markov

L’ipotesi che la Russia potesse utilizzare armi tattiche nucleari - purtroppo - non è mai stata esclusa. E se prima il nucleare è stato il centro della strategia di deterrenza del presidente Putin, minacciando - poco velatamente - l’Europa di “gravi ripercussioni”, ora invece viene visto come possibile via d’uscita per concludere la guerra in Ucraina.

Questa è la conclusione a cui sarebbe giunto l’ex consigliere Sergey Markov dopo aver valutato attentamente quanto successo in Russia il 24 giugno 2023, dopo la conclusione del tentato colpo di stato da parte del leader del gruppo di mercenari della Wagner, Yevgeny Prigozhin.

Secondo le analisi di Markov, il colpo di Priogozhin non è stato fatale, ma di sicuro ha indebolito il potere di Putin, mostrando le disfunzionalità della macchina governativa e i segni del malcontento popolare. Per tale motivo Putin potrebbe cercare una conclusione rapida per la guerra. Le ipotesi sono due:

  1. La Russia cede a una “mezza capitolazione” e si ritira dall’Ucraina. Ma questa ipotesi è del tutto impossibile per Markov in quanto questa decisione sarebbe un nuovo segno di debolezza da parte di Putin: un cedimento che questa volta potrebbe rivelarsi fatale per lo zar.
  2. La Russia potrebbe serrare i ranghi, indurendo la propria posizione, con un “brusco rafforzamento della potenza militare” e con l’eventualità dell’uso di armi nucleari tattiche, seguendo la direzione indicata da Karaganov, per sfiancare il sostegno occidentale a Kiev.

Se è vero che le armi nucleari sembrano essere “la soluzione” per la guerra, bisogna ricordare che l’utilizzo del nucleare comporterebbe il rischio di un escalation su scala mondiale, scenario che anche la Russia vorrebbe evitare.

Un’alternativa alle armi nucleari: riprendere il dialogo con Putin

Prima del tentato colpo di stato da parte del leader della Wagner, la Russia si era mostrata aperta ad ascoltare possibili soluzioni. Solo dieci giorni fa il presidente Putin aveva esordito dicendo che la Russia era “aperta al dialogo con chiunque chieda la pace”, mentre accoglieva una delegazione di capi di Stato africani. A cercare il dialogo con Mosca, però, oltre la Cina, Turchia e Stati africani è stato il Vaticano.

Papa Francesco ha affidato una missione di pace al cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, che oggi - 28 giugno - si trova a Mosca, per incontrare il patriarca Kirill e alcune autorità russe - probabilmente Lavrov.

la decisione del Papa di discutere della pace con la Russia e ascoltare ciò che Mosca chiede è solo il tentativo di non perdere la possibilità di un dialogo. Infatti, come spiegato dall’ex ministro Giro, il Papa si starebbe “struggendo del fatto che non ci siano canali di dialogo oltre il suo” - da parte dell’Occidente.

In ogni caso la situazione attuale, considerando le parole di Markov, le tensioni internazionali sono la dimostrazione di come la diplomazia occidentale abbia fallito, dimenticandosi che per raggiungere la pace è necessario essere disposti a dialogare con entrambe le parti. Una possibile alternativa all’atomica.

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