Qual è il vero obiettivo della controffensiva Ucraina e cosa può succedere

Luna Luciano

7 Maggio 2023 - 09:55

Da mesi l’esercito militare ucraino afferma di star progettando un’imminente controffensiva contro la Russia, ma quando dovrebbe avvenire e quale è realmente l’obiettivo? Ecco cosa può accadere.

Qual è il vero obiettivo della controffensiva Ucraina e cosa può succedere

Da tempo ormai si discute della controffensiva ucraina contro la Russia e di quando le forze militari potrebbero decidere di attuarla.

Se i documenti del Pentagono trapelati online, per i quali è stato condannato Jack Teixeira per aver violato la legge sullo spionaggio, fissavano la data della controffensiva per 30 aprile, lo stesso presidente Zelensky ha affermato che è più probabile che avvenga in estate.

Ciò che è certo è che la controffensiva giungerebbe dopo un periodo in cui sono aumentate le tensioni in Russia, specialmente dopo l’attacco al Cremlino, che avrebbe infuocato ancor di più gli animi dei belligeranti. Si osserva, infatti, un ritorno alla retorica della minaccia nucleare.

E se in molti temono che una controffensiva possa peggiorare la situazione e concretizzare una guerra nucleare, dall’altra gli alti funzionari ucraini sono convinti che solo questa possa costringere Mosca a sedersi ai tavoli delle trattative di pace.

A questo punto non resta che domandarsi quale sia l’obiettivo della controffensiva ucraina, soprattutto dopo che le forze militari sostengono che quest’operazione sia in grado di liberare il Paese. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Qual è il vero obiettivo della controffensiva Ucraina?

Se gli alti funzionari militari ucraini ripetono che l’obiettivo finale della controffensiva sia la liberazione di tutto il territorio, Crimea e Repubbliche separatiste comprese, questo risulta essere un’operazione non realizzabile, almeno non in un’unica mossa.

Stando agli esperti, è più probabile che la controffensiva ucraina consista in un attacco in direzione del Mar d’Azov, nella regione di Zaporozhye, intorno alla città di Melitopol’, con l’obiettivo reale di dividere in due i territori occupati dall’esercito russo:

  • a ovest la Crimea;
  • a est il Donbass.

Quest’azione consentirebbe all’artiglieria ucraina di bombardare la penisola di Crimea e la base navale di Sebastopoli. Una controffensiva che sicuramente risulta ovvia anche a Mosca. La difficoltà di quest’operazione sarà poi la capacità di impiegare le forze militari ucraine sui due fronti.

Gli esperti, quindi, considerano come obiettivo più realistico per Kiev quello di avanzare di 30 chilometri nell’area di Melitopol’, con la possibilità di concentrare gli attacchi nelle regioni di Luhansk, Kremenna, Svatove, Severodonetsk e Lysychansk, dove si continua a combattere. Eppure, il territorio di queste regioni, essendo accidentato e boscoso potrebbe non risultare ottimale per le armi occidentali. Senza contare che - stando al Pentagono - le forze ucraine potrebbero finire i missili per i sistemi di difesa aerea entro maggio, rendendo ancora più difficile la realizzazione di una controffensiva.

Controffensiva dell’Ucraina: cosa può accadere e quali sono i rischi

Periodicamente gli alti funzionari dell’Ucraina affermano che la controffensiva progettata contro la Russia potrebbe far concludere la guerra prima della fine del 2023.

Dello stesso parere è anche il docente di studi sulla Difesa, King’s College di Londra, Robert Cullum, il quale è convinto che il successo di una controffensiva potrebbe costringere Mosca a sedersi al tavolo delle trattative e forse ottenere qualche tipo di concessione, specialmente se è la Crimea a essere minacciata. “Putin davvero non vorrà perdere la Crimea perché è un grande simbolo del successo del suo regime”.

Eppure, se questi sono gli auspici dei politici ucraini, dall’altra non bisogna ignorare la minaccia nucleare a cui il Cremlino torna periodicamente, tanto da decidere di dispiegare armi nucleari russe sul territorio della Bielorussia. E in molti si domandano, in caso di successo della controffensiva ucraina, se Mosca possa decidere di impiegare sul campo le armi nucleari tattiche, con il conseguente rischio di un’escalation del conflitto.

In realtà, almeno per l’esperto di strategia militare, Gustav Gressel, non c’è ragione che la Russia impieghi armi nucleari, a meno non sia minacciata la Crimea, perché “il prezzo è assai alto e l’esito del successo è dubbio”.

In ogni caso, l’ombra della minaccia nucleare si estende in Europa e non va ignorata. Il cessate il fuoco sembra ancora lontano. Non resta che chiedersi perché si pensi che solo una controffensiva ucraina possa funzionare per sedersi ai tavoli delle trattative, senza prima fare i conti con la totale assenza di un canale diplomatico, assenza a cui ha contribuito anche l’Europa.

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