L’ambulanza non è un mezzo di trasporto per portare i pazienti in ospedale o a fare visite mediche, quindi al di fuori di alcuni casi bisogna pagare. Ecco quando e quanto costa.
Le ambulanze non sono mezzi pubblici o taxi per garantire un passaggio verso gli ospedali, ma veicoli riservati alle urgenze sanitarie perché dispongono dei mezzi per fornire ai pazienti un primo soccorso e portarli il più rapidamente possibile in ospedale per ricevere le cure. Viene quindi fortemente scoraggiato l’utilizzo delle autoambulanze per le questioni non urgenti, non solo perché il servizio pubblico viene usato impropriamente, ma anche e soprattutto perché conducenti, medici e veicoli devono essere liberi per rispondere alle effettive emergenze.
Per questo motivo, in alcuni casi si paga il trasporto in ambulanza, ossia ogni qual volta l’intervento non rientra nei livelli essenziali di assistenza perché manca dei caratteri di urgenza o gravità. Per lo stesso motivo, ad esempio, anche in Pronto Soccorso è talvolta chiesto ai cittadini il pagamento del ticket per le prestazioni ricevute.
Quando si paga il trasporto in ambulanza
Come anticipato, si paga il trasporto in ambulanza quando non strettamente necessario, ovvero quando il cittadino avrebbe potuto raggiungere diversamente l’ospedale senza compromettere la sua salute. Ciò vale quando c’è un’emergenza, ma anche quando l’ospedale richiede il trasferimento di un paziente o comunque il trasporto è necessario per ricevere le cure e non richiesto dal degente.
Per emergenza non si intendono soltanto i casi più estremi come gravi incidenti e pazienti in fin di vita, ma appunto tutte le situazioni in cui il cittadino necessita subito dell’assistenza medica e non può fare diversamente. Ogni Regione può definire l’obbligo di compartecipazione dei cittadini alle spese di trasporto in autoambulanza in modo piuttosto discrezionale.
Alcuni casi in cui si paga l’ambulanza, comuni a molti Enti locali, sono i seguenti:
- l’intervento non è disposto dalla centrale operativa del 118;
- il cittadino non viene ricoverato;
- in ospedale non vengono riscontrati i motivi di urgenza addotti;
- il paziente è in condizioni cliniche per essere trasportato diversamente;
- il cittadino ha rifiutato il trasporto dall’ambulanza ma ne ha poi fatto richiesta (nello stesso episodio);
- l’ambulanza è stata chiamata perché il paziente, senza patologie rilevanti, ha assunto alcol e non necessita trattamenti sanitari;
- l’intervento dell’ambulanza è chiesto nonostante il parere medico diverso, a meno che siano cambiate le condizioni;
- la richiesta proviene dai sistemi automatici di allarme e il cittadino non l’ha prontamente annullata.
Hanno diritto al trasporto gratuito, cioè a carico del SSN, anche i pazienti allettati o comunque non deambulanti che si trovano in particolari situazioni di necessità (ad esempio, erano ricoverati fino a 30 giorni prima, sono indigenti, sono degenti in RSA e il personale non può eseguire la prestazione in loco e così via).
Si ricorda però che ogni Regione prevede una regolamentazione specifica al riguardo, che può comprendere anche particolari esenzioni. Indubbiamente, il costo è sempre a carico del SSN in casi urgenti ed emergenze.
Quanto costa il trasporto in ambulanza
Anche il costo del trasporto in autoambulanza dipende dalle tariffe applicate dalle Regioni alle prestazioni non urgenti, nonché dai prezzi adottati dalle associazioni o società che si occupano del trasporto. Di norma, c’è una quota fissa tra 20 e 30 euro a cui si aggiunge un costo al chilometro. Indicativamente, si paga circa tra 0,80 e 0,95 euro al chilometro, ma la cifra sale per le società con personale dipendente, arrivando fino a 150 euro per trasporti entro 50 km.
A questo costo si aggiunge anche la tariffa prevista per l’eventuale presenza del medico in autoambulanza, che fa lievitare la cifra notevolmente, circa fino a 250 euro per le brevi distanze. Ovviamente, il costo dipende dal personale occupato e (anche solo potenzialmente) sottratto a situazioni di effettiva emergenza e necessità. Il costo scende notevolmente per i taxi-sanitari, dato che si tratta di mezzi molto meno forniti e in cui il paziente viaggia seduto.
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