Matteo Salvini sta pensando di precettare lo sciopero di venerdì 17, ma in passato sosteneva la protesta a oltranza dei Gilet Gialli e invocava “tre giorni di blocco totale”.
Matteo Salvini contro gli scioperi, ma non è stato sempre così. Dopo l’incontro con i sindacati che si è tenuto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il ministro sarebbe pronto a giocare la carta della precettazione in vista della mobilitazione di venerdì 17 novembre.
Lo sciopero indetto da Cgil e Uil riguarderà mezzi pubblici (autobus, tram e metropolitane), treni, taxi, Ncc, pubblico impiego, scuola, poste e nettezza urbana. Tutto regolare invece per quanto riguarda il comparto aereo. La protesta è stata indetta contro la legge di Bilancio 2024 ora in discussione in Parlamento e per i salari troppo bassi.
Salvini fin da subito si è scagliato contro questa mobilitazione poi, dopo che il Garante ha emesso che mancano i requisiti per lo sciopero generale, ha deciso di andare allo scontro con i sindacati.
“È stata una riunione breve - ha spiegato il segretario organizzativo della Uil Emanuele Ronzoni -. Il ministro non ha fatto alcun tipo di apertura, noi abbiamo confermato la nostra posizione e che andremo avanti. Noi confermiamo lo sciopero”.
La volontà del Mit sarebbe quella di “ consentire lo sciopero per 4 ore invece che 8 , dalle 9 alle 13 di venerdì 17 novembre per tutto il settore dei trasporti”, mentre il ministro e vicepremier ha spiegato che “vogliamo tutelare i milioni di italiani che tutti i giorni hanno bisogno di viaggiare, vogliamo trovare un equilibrio tra diritto allo sciopero e diritto al lavoro e alla mobilità”.
Peccato però che in passato Matteo Salvini la pensasse in maniera diametralmente opposta per quanto riguarda gli scioperi.
Quando Salvini invocava gli scioperi
Matteo Salvini da quando è di stanza al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non è la prima volta che si schiera contro degli scioperi, agitando lo spauracchio della precettazione per “tutelare i milioni di italiani che tutti i giorni hanno bisogno di viaggiare”.
Ad agosto 2015 però quando a Palazzo Chigi c’era Matteo Renzi, lo stesso Matteo Salvini dal palco di Pontida invocava una spallata al governo parlando di una mobilitazione di tre giorni a novembre.
“Tre giorni, non tre mesi, di spallate, di blocco totale, tre giorni durante i quali fermiamo l’Italia per mandare a casa questo governo e farlo ripartire - annunciava Salvini come riportato da Agi - Tre giorni in cui la gente perbene si ferma da Nord a Sud, isole comprese e o vanno a casa o vanno a casa. Non mi interessano i colori politici la Lega lancia questa proposta: tre giorni nella prima settimana di novembre blocchiamo tutto, fermiamo tutto, blocchiamo tutto, non consumiamo più un accidente, non compriamo più niente, non paghiamo più una lira ma ci fate votare e torniamo un paese normale”.
L’attuale ministro così’ quando indossava i panni del leader dell’opposizione voleva “bloccare tutto”, ma anche quando era al governo insieme al Movimento 5 Stelle strizzava l’occhio alle proteste come nel caso dei Gilet Gialli.
“ Sostegno ai cittadini perbene che protestano contro un presidente che governa contro il suo popolo - dichiarava Salvini in merito ai Gilet Gialli a gennaio 2019 come riportato dall’Ansa - ma assoluta, ferma e totale condanna di ogni episodio di violenza che non serve a nessuno”.
I tempi cambiano e anche il pensiero di Matteo Salvini sugli scioperi è cambiato, con il ministro che ora ha svestito la felpa e ha indossato il completo.
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