Esistono dei limiti per i versamenti di soldi? Cosa si deve fare per evitare controlli del Fisco quando si versa denaro? Ecco a cosa fare attenzione.
Quanti soldi si possono versare senza controlli? Il limite di versamento contanti influisce anche sui versamenti che si fanno dei propri soldi? Che problemi potrebbero sorgere per chi versa importi superiori a una determinata cifra? Vediamo se ci sono importi limite di cui tenere conto e cosa fare per evitare di finire sotto la lente di ingrandimento del Fisco.
Il limite per i versamenti senza controlli non va confuso con il limite nel trasferimento dei contanti visto che nel 2024 quello tra privati è rimasto inalterato a 5.000 euro. Di fatto, quindi, si possono usare i soldi contanti per pagare importi fino a 4.999 euro o per trasferire denaro da un soggetto all’altro. Per chi non rispetta questa soglia le sanzioni previste sono molto salate e vanno:
- da 1.000 a 50.000 euro per importi fino a 250.000 euro;
- da 5.000 a 250.000 euro per importi superiori.
Per trasferire soldi per importi superiori a 5.000 euro è necessario l’utilizzo di mezzi tracciabili come carta di credito/debito, bonifico o assegno.
Sapere che esiste un limite all’uso dei contanti per pagamenti e trasferimenti di denaro fa, però, sorgere il dubbio sugli eventuali versamenti che si possono fare sul proprio conto corrente o sul libretto di risparmio. Se si devono versare più di 5.000 euro in contanti ci sono limitazioni o rischi che si corrono? Se questo limite non influisce, ne esiste qualcun altro?
Versamenti in contanti, esistono limiti?
La legge non prevede alcun limite nel versamento di contanti nei propri conti o libretti. In questo caso, infatti, non si parla di trasferimento di contanti a soggetti terzi, visto che i soldi rimangono in possesso alla stessa persona. In caso di versamenti anche ingenti, quindi, non si rischia alcuna sanzione.
L’articolo 49 del decreto legislativo 231 del 2007, infatti, al comma 1 recita:
È vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimento, è complessivamente pari o superiore a 3.000 euro. Il trasferimento superiore al predetto limite, quale che ne sia la causa o il titolo, è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati e può essere eseguito esclusivamente per il tramite di banche, Poste italiane S.p.a., istituti di moneta elettronica e istituti di pagamento, questi ultimi quando prestano servizi di pagamento diversi da quelli di cui all’articolo 1, comma 1, lettera b), numero 6), del decreto legislativo 27 gennaio 2010, n. 11.
Al comma 3-bis, poi, il limite di 3.000 euro è elevato a 5.000 euro a decorrere dal 1° gennaio 2023. Se si legge bene il comma 1 dell’articolo 49, in ogni caso, parla solo ed esclusivamente di trasferimento di denaro contante tra soggetti diversi e non menziona mai il caso in cui lo stesso soggetto trasferisca somme superiori al limite in sue forme di risparmio.
Limiti dei versamenti, a cosa stare attenti
Non trattandosi di un trasferimento a terzi dei soldi, quindi, si è liberi di versare qualsiasi cifra in banca, ma questo non significa che non è necessario fare attenzione in ogni caso.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla questione del limite di utilizzo dei contanti, ha specificato con la circolare 2 del 16 gennaio 2012, che i prelievi e i versamenti al si sopra della soglia non costituiscono una violazione automatica della disciplina che limita l’utilizzo dei contanti, a meno che non esistano elementi concreti che facciano supporre il contrario. Proprio per questo motivo le banche, anche in presenza di versamenti e prelievi superiori a 5.000 euro non sono tenute a effettuare la comunicazione della violazione della disciplina sul contante.
Anche se non esistono dei divieti veri e propri, infatti, se un soggetto effettua un prelievo o un versamento per importi superiori a 10.000 euro (somma totale da considerare nell’arco di un mese), la banca deve inviare una comunicazione all’Unita di Informazione Finanziaria per l’Italia (per l’antiriciclaggio).
Questa comunicazione potrebbe far scattare un campanello di allarme nell’Agenzia delle Entrate che potrebbe decidere di procedere a un accertamento fiscale per comprendere la provenienza delle somme. Il primo passo, quando c’è un dato che all’Agenzia non torna, è quello di controllare la dichiarazione dei redditi del contribuente per comprendere se la somma in questione è stata assoggettata a tassazione.
Versare, quindi, somme in contanti troppo elevate potrebbe esporre al rischio di dover in qualche modo giustificare la provenienza del denaro e dimostrare che si tratti di una cifra già tassata o che sia frutto di donazioni, risarcimenti e altre forme esenti da tassazione.
Se si deve, quindi, versare una somma importante sul proprio conto corrente è sempre bene ricordare che ci si potrebbe trovare nella scomoda situazione di dover dimostrare la provenienza del denaro. In questo caso, visto che il limite di 10.000 euro è riferito al mese, o si può optare per un versamento in due mesi distinti o ci si deve premunire di adeguata documentazione che, nel caso di controlli, aiuti a dimostrare la provenienza del denaro.
leggi anche
Quanti soldi posso portare in tasca?
© RIPRODUZIONE RISERVATA