Il voto di laurea e dell’esame di maturità quando conta nei concorsi pubblici e all’università: regole in vigore e criteri di valutazione.
Nei concorsi pubblici che peso hanno il voto di laurea e di maturità? Quanto conta un 110 e lode rispetto ad una votazione più bassa? Dubbi molto comuni tra chi, alla fine della scuola superiore o dell’università, desidera lavorare nella Pubblica Amministrazione.
Ai sensi dell’articolo 97 della Costituzione:
“Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge.”
Significa che il punteggio ottenuto al concorso (nella prova preselettiva, scritta e orale) è il principale criterio di valutazione; tuttavia non mancano i casi - seppur eccezionali - in cui influisce anche il voto di laurea/maturità.
QUANTO CONTA IL VOTO DI LAUREA E MATURITÀ NEI CONCORSI
Quanto conta il voto di laurea nei concorsi pubblici
Di norma nei concorsi pubblici il voto di laurea non ha peso e il titolo serve esclusivamente come soglia di sbarramento nei bandi che prevedono tra i requisiti imprescindibili l’aver frequentato e concluso un certo percorso universitario.
Ciò che conta, infatti, è lo svolgimento delle prove scritte e orali e il punteggio in esse ottenute.
Ma questo non vuol dire che il punteggio della laurea sia sempre ininfluente: il criterio del voto minimo come soglia di sbarramento - nonostante proposte legislative e proteste - non è mai stati abolito del tutto. Anzi, la Giurisprudenza in più occasioni ne ha ribadito la legittimità (ultimo il Tar Lazio 15 febbraio 2019) quando le figure richieste sono “altamente specializzate” e con ampi margini di responsabilità.
In conclusione, se la procedura concorsuale è finalizzata all’assunzione di personale esperto è legittimo imporre un certo voto di laurea per partecipare, per restringere il campo e garantire standard elevati. Solitamente la soglia di sbarramento è 105/110.
Quanto conta il voto di maturità nei concorsi pubblici
Il voto di maturità non fa alcuna differenza nei concorsi pubblici. Vuol dire che chi ha conseguito il diploma con 60 ha le stesse possibilità di chi, invece, ha ottenuto il massimo, ovvero 100 e lode.
Sul tema è intervenuto uno specifico provvedimento legislativo -il numero 124 del 2005 - nel quale si prevede espressamente che il punteggio del diploma non influisce sulla procedura concorsuale.
Tuttavia non si possono escludere a priori possibili eccezioni. Ad esempio potrebbe capitare che le domande di partecipazione al concorso siano in gran numero superiori rispetto ai posti messi al bando, dunque le singole Amministrazioni potrebbero attribuire un punteggio diverso in base al voto della maturità.
Si tratta, però, di ipotesi residuali, poiché ciò che conta davvero nei concorsi pubblici è il punteggio conseguito nelle prove scritte, orali e - ove prevista - nella preselettiva.
Quanto conta il voto di maturità all’università?
Il voto di maturità non conta nelle graduatorie delle uiniversità a numero chiuso, ad esempio Architettura, Farmacia e Medicina e Chirurgia. La selezione e la relativa graduatoria tiene conto unicamente del risultato ottenuto nel test d’ingresso.
Tuttavia riguardo alla valutazione del diploma occorre fare una distinzione:
- nei test a livello nazionale i criteri di ammissione vengono stabiliti direttamente dal Miur;
- nei test a livello locale spetta al singolo Ateneo stabilire il numero di studenti ammessi e i criteri di selezione e scorrimento delle graduatorie, quindi è possibile che per il medesimo corso di laurea vi siano modalità di accesso e valutazione differenti.
Il voto della maturità è invece determinante per ottenere sconti, detrazioni e agevolazioni nel pagamento delle tasse universitarie, sia relativamente alla tassa d’iscrizione sia per le altre rette. Ciò, tuttavia, è a discrezione dei singoli Atenei, per questo è bene consultare il Regolamento oppure rivolgersi alla Segreteria studenti.
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