Ecco quanto deve essere alta e distante dal vicino la siepe, quali sono le regole da rispettare e cosa cambia quando c’è un muro divisorio tra i fondi.
Il proprietario può piantare gli alberi e le piante che preferisce nel proprio giardino, purché non arrechi disagi al vicino. Le siepi possono essere utilizzate proprio per delineare i confini della proprietà ma, anche se poste sul terreno proprio, devono rispettare alcuni limiti.
In particolare, è importante che le siepi non ostacolino il passaggio dell’aria e della luce sul fondo vicino e in genere che non creino impedimenti o disturbi. La legge prevede in tal proposito l’obbligo di rispettare alcune distanze e altezze, entro le quali il vicino non potrà lamentarsi e chiedere la rimozione o l’abbassamento della siepe.
Vediamo quanto deve essere alta e distante la siepe del vicino.
I regolamenti comunali
La prima fonte normativa a cui guardare per scoprire le distanze e i limiti di altezza delle siepi rispetto al terreno del vicino sono i regolamenti comunali. Questi ultimi, infatti, possono prevedere criteri molto specifici che prevalgono sulla normativa generale.
Di norma, i regolamenti sono disponibili sul sito web ufficiale del Comune di riferimento, altrimenti sarà necessaria una ricerca sull’albo pretorio (telematica o in ufficio, secondo le modalità prescritte dall’Ente).
Non è però detto che il Comune su cui si trovano i terreni abbia previsto delle specifiche disposizioni riguardo alle siepi, magari perché rimanda alla regola generale individuata dal Codice civile. Anche in assenza di regolamenti comunali, tuttavia, bisogna comunque ricercare la presenza di regole più specifiche, che possono essere trovate nelle consuetudini del luogo.
Le consuetudini e gli usi locali
Le consuetudini sono di norma raccolte dalle Camere di commercio ogni 5 anni, secondo le disposizioni ricevute dalle singole Province. In ogni caso, le caratteristiche della consuetudine devono essere:
- Ripetizione costante e prolungata di un certo comportamento;
- convincimento che il comportamento in questione sia dovuto per legge.
In assenza di entrambi questi elementi, per non incorrere in errori, non resta che seguire le regole prescritte dal Codice civile.
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Il Codice civile
L’articolo 892 del Codice civile individua le distanze minime da rispettare rispetto al confine del vicino valide per alberi, piantagioni e siepi. In mancanza di regolamenti comunali e usi locali a cui far riferimento, bisogna quindi attenersi a queste regole per la corretta distanza delle siepi.
I limiti variano a seconda della tipologia di siepe (e quindi della loro altezza), in modo che non creino disturbo al vicino. Le siepi devono essere piantate a una distanza di almeno mezzo metro dal confine se si tratta di:
- Viti;
- arbusti;
- siepi vive;
- piante da frutto non più alte di 2 metri e mezzo.
La distanza minima è invece di 1 metro e mezzo per le siepi recise periodicamente vicino al ceppo, come ontano e castagno. Per le siepi di robinie (acacia) la distanza minima è elevata a 2 metri.
Non esiste, quindi, un’altezza specifica da rispettare, purché le siepi si trovino alle distanze consentite. Come regola generale, è opportuno ricordare che non si deve limitare il passaggio di aria e luce sul giardino del vicino.
Il muro di confine
Le regole citate non si applicano quando è presente un muro di confine (comune o meno), che permette di piantare le siepi senza necessità di applicare distanze minime. In questo caso, l’altezza massima della siepe è rappresentata dall’altezza stessa del muro divisorio. Per siepi di altezza superiore, invece, bisogna tener conto delle distanze come se il muro fosse assente.
Come misurare le distanze
Per misurare le distanze dalle siepi dal vicino bisogna seguire la procedura individuata dal Codice civile, che è comunque molto intuitiva. Basta, infatti, misurare la distanza tra la linea di confine e la base esterna della piantagione (o al luogo di semina).
Le siepi in comune
In assenza di confini, divisori o prove contrarie di alcun genere, le siepi presenti tra due fondi (che occupano quindi entrambi i lati di confine) si presumono in comune tra i vicini e pertanto tutto ciò che ne concerne la cura spetta ad entrambi. Non si ha quindi una regolamentazione sulle distanze (per ovvie ragioni), mentre sull’altezza si rimanda all’accordo dei proprietari, che in ogni caso sono entrambi tenuti alla manutenzione.
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