Quanti sono i giorni di ferie ideali? Vacanze troppo brevi, così come troppo lunghe, rischiano di essere dannose.
È tempo di ferie per gran parte degli italiani: c’è chi si ferma una, due o tre settimane, e chi persino si prende, complessivamente per tutto il periodo estivo, persino un mese di ferie.
Le ferie sono necessarie, come stabilito dalla normativa, per permettere al lavoratore un recupero psicofisico completo, oltre a consentire di dedicarsi alla cura delle relazioni affettive e sociali.
Ma quanto dovrebbero davvero durare le ferie per poter raggiungere questi benefici?
La legge fissa in maniera precisa il monte ferie, stabilendo che ogni lavoratore ha diritto ad almeno quattro settimane l’anno (lasciando alla contrattazione collettiva la possibilità di prevedere un limite più ampio) di cui almeno due di cui godere, possibilmente in maniera continuativa, entro l’anno di maturazione.
Ma la scienza cosa dice a riguardo? A dare una risposta su quanto dovrebbero durare le ferie al fine di ottenere davvero dei benefici è stato uno studio del 2012 condotto da scienziati dell’Università di Nijmegen nei Paesi Bassi e pubblicato sul Journal of Happiness Studies.
Quanto dovrebbero durare le ferie secondo la scienza
Una settimana di ferie è poca, ma due probabilmente sono troppe. A dirlo è la scienza: secondo gli scienziati dell’Università di Nijmegen, infatti, il picco del piacere e del benessere individuale durante le vacanze appare in media a partire dall’8° giorno.
Ferie di durata inferiore, quindi, hanno poca utilità, così come rischiano di essere dannosi periodi troppo lunghi. Sempre secondo lo stesso studio, infatti, il piacere inizia a svanire dopo l’11° giorno, lasciando il posto a una forma di stanchezza o addirittura noia.
Stando a quanto emerge dallo studio, quindi, la durata perfetta per le ferie dovrebbe essere tra gli 8 e gli 11 giorni: non meno, ma neppure di più. La scienza quindi dà ragione a William Shakespeare, il quale dichiarò che “se passassimo tutto l’anno in vacanza, divertirci sarebbe faticoso quanto lavorare”.
Dunque, c’è un tempo da dedicare al lavoro e uno per il riposo: un’alternanza che sembra essere necessaria al fine che ogni persona possa godersi nel miglior modo possibile il tempo libero.
Non solo la quantità, anche la qualità è importante
Va detto che dare una risposta che sia uguale per tutti non è sempre corretto, in quanto molto dipende anche da cosa si fa durante le ferie, nonché dalle risorse economiche che si hanno a disposizione.
Come spiega la psicologa del lavoro Bénédicte Pichard è soprattutto la qualità delle vacanze a essere importante. Secondo l’esperta, “la durata ideale delle ferie è quella che permette di prendersi davvero una pausa dal lavoro”: per questo motivo è importante disconnettersi completamente dal lavoro così da poter recuperare energie. Non è tanto la durata, quanto la qualità quindi a essere importante:
“Non importa se si tratta di una pausa fisica o mentale, quel che è fondamentale è poter sperimentare qualcos’altro per riposare la mente”.
Ad esempio, Pichard ritiene che passare le vacanze stando continuamente al telefono, navigando su Internet o guardando Netflix non sia il miglior modo per riposarsi in quanto si tratta di attività psicologicamente costose.
Così come ovviamente vanno evitate tutte quelle attività che in qualche modo ricollegano al lavoro: ad esempio controllare la posta elettronica, o rispondere alle chat di lavoro. Bisogna staccarsi da ogni comportamento che in qualche modo ricollega al lavoro, solo così si può parlare davvero di vacanza.
Dunque, affinché le vacanze possano davvero ridurre lo stress, migliorare la salute mentale, fisica e psicologia è necessario fissare una durata che non sia particolarmente lunga - piuttosto è meglio fermarsi per brevi periodi più volte durante l’anno - oltre a tenere un comportamento che sia totalmente distaccato da quello tenuto nei periodi lavorati.
Solo così i benefici delle ferie si considerano davvero raggiunti.
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