Quanto pesa la variante Delta sull’economia globale?

Violetta Silvestri

14 Settembre 2021 - 11:29

La variante Delta continua a minacciare una piena e omogenea ripresa economica a livello mondiale. I dati sul ritmo della crescita evidenziano la frenata. E l’inflazione oscura lo scenario.

Quanto pesa la variante Delta sull’economia globale?

La variante Delta non molla la presa e, nonostante la campagna vaccinale in corso nelle grandi economie del mondo, sta lasciando il segno.

Il propagarsi del ceppo virale più aggressivo sta scoraggiando le previsioni di ripresa economica e alcuni dati resi noti da Bloomberg hanno messo in evidenza che il rallentamento della crescita a causa della variante è reale.

Dagli Stati Uniti alla Cina e alla Germania, la frenata c’è, mentre la crisi delle catene di approvvigionamento minaccia di mantenere l’inflazione elevata.

Quanto pesa, quindi, la variante Delta sull’economia globale?

Variante Delta e crescita economia: i dati

Mentre la Cina torna ad allertarsi per casi in aumento nella provincia sud-orientale del Fujian, Bloomberg Economics ha rilasciato dati e previsioni economiche importanti.

I numeri, infatti, hanno svelato che nelle principali potenze globali l’impatto della variante Delta è evidente o, comunque, influenzerà il ritmo di crescita.

Nello specifico, l’economia statunitense è sulla buona strada per un’espansione trimestrale annualizzata del 5,8% nel trimestre in corso, in calo rispetto al 6,6% del periodo aprile-giugno.

In Cina, la crescita su base annua è vista al 6,1% nel terzo trimestre, in calo dal 7,9% nel secondo. La sua economia sta impattando non solo con il Covid, ma anche con un giro di vite del Governo sulle industrie altamente inquinanti e, potenzialmente, con un colpo alla fiducia delle imprese dalla nuova agenda di “prosperità comune”.

Nell’Eurozona, le stime Bloomberg prevedono che nel terzo trimestre il PIL rallenterà di 0,2 punti percentuali rispetto a quanto valutato ad agosto.

Secondo l’analisi, quindi, le decelerazioni sono più rapide di quanto valutato in precedenza dagli economisti e lasciano le banche centrali e i Governi di fronte a una combinazione impegnativa di rallentamento della ripresa e ostinata pressione sui prezzi.

“Non siamo alle stazioni di panico: i dati indicano una ripresa più morbida, non un’inversione. Tuttavia, le ultime letture ricordano che il virus rimane una variabile significativa, negativa e difficile da prevedere che influisce sulle prospettive”, hanno affermato gli economisti di Bloomberg Bjorn van Roye e Tom Orlik.

Covid, inflazione, crescita: triangolo esplosivo?

Non solo variante Delta e probabili effetti sul PIL: a completare lo scenario c’è anche il dato inflazione.

Bloomberg, infatti, ha fatto notare che in tempi normali, il rallentamento dell’economia manterrebbe l’inflazione contenuta.

Tuttavia, nel caos della ripresa dalla pandemia non è così. Le tensioni nella catena di approvvigionamento, gli elevati costi di spedizione e l’impennata dei prezzi delle materie prime rendono il quadro più complesso: anche se la produzione rimane al di sotto del potenziale, l’inflazione in molti Paesi è al di sopra dell’obiettivo delle banche centrali.

Per esempio, l’area euro e il Regno Unito vedranno l’inflazione al di sopra dell’obiettivo del 2% di BCE e non solo.

Per le maggiori banche centrali del mondo, una ripresa che perde slancio e prezzi elevati significano una situazione complicata. Una crescita economica più debole spinge per aggiungere stimoli. Prezzi ostinatamente alti significano, invece, pressione per ritirarlo.

E in questo dilemma, la variante Delta ostacola la piena uscita dalla crisi.

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