La recessione è causata dall’avidità delle corporazioni. Parlano i dati

Lorenzo Bagnato

12 Giugno 2023 - 17:50

Le aziende hanno aumentato i prezzi con l’inflazione, ma ora si rifiutano di abbassarli, forzando la mano alle banche centrali.

La recessione è causata dall’avidità delle corporazioni. Parlano i dati

Uno dei luoghi comuni più popolari di Hollywood è la corporazione avida ed egoista il cui CEO vuole tutti i profitti per sé. A giudicare dai dati economici degli ultimi anni, questo stereotipo potrebbe non essere così lontano dalla realtà.

L’inflazione è alta. Tutti dovrebbero aver ricevuto la notizia ormai. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno fatto lievitare i prezzi e il costo della vita. Tutto, dal pagamento dell’affitto alla spesa, dalle bollette della luce allo shopping natalizio, costa di più. E i salari non si sono adeguati, rimanendo ai livelli pre-pandemia.

L’Europa ha raggiunto un’inflazione a due cifre, con un picco vicino al 10% anche negli Stati Uniti. Al momento l’inflazione è ancora elevata al 6,1% nell’Eurozona e al 4,9% negli Stati Uniti.

Per ridurre l’inflazione, le banche centrali hanno aumentato i tassi di interesse. Da marzo 2022, la Federal Reserve americana, la Banca centrale europea e la Banca d’Inghilterra hanno aumentato i tassi di diversi punti percentuali.

Questa settimana, la Fed e la ECB probabilmente continueranno la loro politica restrittiva nonostante le promesse contrarie. L’aumento dei tassi di interesse probabilmente causerà una lieve crisi negli Stati Uniti. L’Eurozona, invece, è già entrata in recessione.

Perché l’avidità aziendale conta

Un recente sondaggio Market Live Pulse ha intervistato 288 investitori e analisti finanziari sull’inflazione e la stretta monetaria. Il 90% degli intervistati ha affermato che le società americane ed europee hanno aumentato i prezzi più dei costi dopo la pandemia.

Infatti, secondo il sondaggio, la politica di inasprimento monetario delle banche centrali è causata dal rifiuto delle imprese di abbassare i prezzi. Hanno sfruttato l’inflazione per aumentare i prezzi più del necessario, aumentando così i loro profitti, e ora si rifiutano di tornare indietro anche se l’inflazione sta diminuendo.

I profitti delle aziende americane sono aumentati durante la pandemia e non stanno scendendo I profitti delle aziende americane sono aumentati durante la pandemia e non stanno scendendo Fonte: Bureau of Economic Analysis

In un cosiddetto «libero mercato», i prezzi sono regolati dalla domanda e dall’offerta. In sostanza, il consumatore determina quanto è disposto a pagare e i produttori fissano i prezzi intorno a quel livello.

Questo concetto, però, chiaramente non si applica alla nostra realtà, dove i consumatori sono costretti ad accettare i prezzi dei produttori. Secondo gli analisti intervistati nel sondaggio, ciò è causato dall’eccessiva monopolizzazione delle grandi aziende. Il monopolio consente loro di fissare i prezzi a livelli alti: se non c’è concorrenza, nessuno può abbassare i prezzi.

In una recessione, le grandi aziende dovrebbero crollare ed i mercati accogliere quelle più piccole. Ciò teoricamente aumenterebbe la concorrenza e diminuirebbe i monopoli, riducendo i prezzi fino al livello voluto dai consumatori.

Ecco perché i sondaggisti hanno approvato la politica restrittiva della Fed. L’aumento dei tassi di interesse si tradurrà in una recessione, ma dovrebbe anche aiutare il consumatore nel lungo termine.

In altre parole, l’avidità aziendale sta causando una recessione.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-06-12 17:29:56. Titolo originale: Insight: corporate greed is causing a recession, data shows

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