Cambiano le stime sulla crescita europea e Morgan Stanley ora parla di contrazione per due trimestri. Intanto, l’inflazione spagnola è da record al 10%, ultimo segno di una crisi in corso in Europa.
Per Morgan Stanley l’Eurozona vivrà una contrazione per due trimestri consecutivi, aprendo quindi la strada a una seppur lieve recessione.
La riduzione delle forniture di gas russo verso il vecchio continente, con la conseguente crisi energetica e spinta dei prezzi, è il principale fattore di rischio per gli esperti, che hanno cambiato previsioni proprio valutando l’impatto di tale - epocale - cambiamento nei flussi dell’energia.
Intanto, a testimonianza del momento assai complesso per i Paesi europei, la lettura dell’inflazione in Spagna ha riservato un’amara sorpresa: i prezzi sono aumentati al 10%. La Bce, con l’annunciato aumento dei tassi a luglio, è sempre più sotto i riflettori.
Morgan Stanley vede una recessione in Europa: i motivi
In un rapporto pubblicato mercoledì 29 giugno, gli analisti di Morgan Stanley hanno scritto che l’economia si contrarrà per due trimestri, prima di riprendere la crescita nel secondo trimestre del prossimo anno, guidata da un aumento degli investimenti.
C’è stato quindi un cambio delle previsioni, a causa della probabilità di una riduzione dei flussi di gas naturale dalla Russia all’Europa e poiché gli indicatori del morale dei consumatori e delle imprese stanno scivolando, mentre l’inflazione resta molto elevata.
“I rischi intorno alle prospettive si sono intensificati”, hanno scritto gli economisti.
Nonostante il rallentamento, hanno affermato che, con un’inflazione così alta, si aspettano ancora che la Banca centrale europea alzi il tasso sui depositi a ogni riunione di quest’anno, fino allo 0,75% a dicembre. Il dubbio è sulle prospettive di crescita: se dovessero peggiorare, probabilmente i funzionari di Francoforte si fermeranno a settembre.
Inflazione sempre più calda: in Spagna +10%, è record
A testimonianza del problema inflazione in Eurozona, l’indice dei prezzi spagnolo è salito inaspettatamente a un nuovo record.
La lettura a sorpresa del 10% a giugno potrebbe significare che l’inflazione nella quarta economia più grande della zona euro abbia raggiunto il picco. Il dato, comunque, evidenzia come la stretta sui consumatori, una volta prevista transitoria, si stia invece intensificando. Il tasso è aumentato dall’8,5% di maggio e ha superato tutte le stime in un sondaggio Bloomberg tra gli economisti.
Il risultato incoraggerà i responsabili politici della Bce a spingere per grandi aumenti dei tassi di interesse. Mentre il presidente Christine Lagarde questa settimana ha ribadito i piani per un rialzo di un quarto di punto a luglio, per iniziare un ciclo sostenuto di aumenti, altri funzionari hanno lanciato l’idea di un’azione più aggressiva.
Il membro del Consiglio direttivo Gediminas Simkus ha dichiarato in un’intervista a Bloomberg che un aumento di 50 punti base dovrebbe essere un’opzione nella riunione del mese prossimo. Il tasso di inflazione nel suo Paese, la Lituania, è superiore al 20%. Il suo collega Martins Kazaks ha affermato che i tassi possono essere aumentati “abbastanza rapidamente”.
I dati spagnoli potrebbero offrire un preludio a quelli delle maggiori economie del continente, con la Germania che riferirà mercoledì e la Francia giovedì. L’inflazione nello stato tedesco della Renania settentrionale-Vestfalia, intanto, è rallentata al 7,5% a giugno, secondo dati separati. La stessa zona euro pubblicherà i numeri venerdì.
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