Addio Reddito di cittadinanza e niente Misura d’inclusione attiva: chi sono gli esclusi che non avranno diritto ad alcun sostegno.
Il Reddito di cittadinanza verrà tolto dopo 7 mesi e solo una parte delle famiglie che perderanno il sostegno già quest’anno avranno accesso a quella che potrebbe chiamarsi Misura d’inclusione attiva (MIA).
Con l’introduzione di nuovi requisiti, infatti, ci sarà una fetta della platea degli attuali percettori di Reddito di cittadinanza che verrà tagliata fuori, non potendo neppure ricorrere alla nuova MIA. Famiglie intere - ma perlopiù single - che per qualche euro di troppo potrebbero ritrovarsi improvvisamente senza alcun sostegno sul quale poter contare.
A tal proposito, i nuovi requisiti MIA penalizzeranno una parte degli attuali percettori già nel 2023, mentre l’altra ne dovrà fare i conti solamente nel 2024. Ma il risultato sarà lo stesso: alla decadenza del Rdc chi guadagnava meno di quanto richiesto dalla normativa sul Reddito di cittadinanza ma più di quanto previsto dalla Misura d’inclusione, non avrà più diritto ad alcun aiuto.
Quando si perde il Reddito di cittadinanza
Prima di fare chiarezza su chi sono gli esclusi dalla Misura d’inclusione attiva ricordiamo quanto stabilito dalla legge di Bilancio 2023 in merito al Reddito di cittadinanza.
Nel dettaglio, il limite di percezione nel 2023 viene portato per tutti a 7 mesi. Ciò significa che - tenendo conto anche degli altri requisiti così come del limite complessivo di 18 mensilità - il Reddito di cittadinanza quest’anno può essere percepito per un massimo di 7 mesi: dopodiché decade senza appello.
Quindi, chi lo prende senza interruzioni da gennaio lo riceverà fino a luglio, dopodiché lo perde e se ne soddisfa i requisiti potrà fare richiesta per il nuovo sostegno che nelle intenzioni del governo dovrebbe essere introdotto a settembre 2023.
Da quanto detto sopra sono esclusi i nuclei familiari in cui è presente almeno un componente che soddisfa uno dei seguenti requisiti:
- minorenne;
- over 60;
- disabile.
Queste famiglie, infatti, potranno continuare a godere del Reddito di cittadinanza anche alla scadenza del 7° mese, fermo restando il rispetto degli altri requisiti. Per loro il passaggio da Reddito di cittadinanza e Misura d’inclusione attiva avverrà obbligatoriamente il 1° gennaio 2024, a patto però che ne soddisfino i requisiti.
Chi sono gli esclusi dalla Misura d’inclusione attiva
Non devono temere il passaggio dal Reddito di cittadinanza alla MIA coloro che hanno un Isee e un reddito familiare molto bassi. Diversamente, il rischio di perdere il primo e di non poter accedere al secondo è concreto.
Ad esempio, la Misura d’inclusione attiva dovrebbe prevedere un limite Isee inferiore rispetto a quello richiesto dal Reddito di cittadinanza: nel dettaglio, rispetto agli attuali 9.360 euro bisognerà stare al di sotto dei 7.200 euro.
Quindi, a essere esclusi dalla MIA sono coloro che quest’anno perderanno il Reddito di cittadinanza dopo 7 mesi e hanno un Isee 2023 compreso tra i 7.200 e i 9.360 euro. Questi, a meno che non abbiano possibilità di richiedere un Isee corrente così da ridurre il valore dell’attestazione, non avranno diritto alla nuova prestazione.
Lo stesso vale per tutti gli altri nuclei familiari che manterranno il diritto al Rdc per tutto il 2023 ma che il prossimo anno non potranno esimersi dal passaggio alla nuova misura: laddove l’Isee 2024 dovesse risultare più alto di 7.200 euro non si potrà avanzare la richiesta.
E attenzione, perché l’Isee non sarà l’unico requisito richiesto: si guarderà anche a patrimoni e redditi, e specialmente per quest’ultimi ci sarà un cambiamento che potrebbe precludere l’accesso alla MIA a molti degli attuali beneficiari di Reddito.
Reddito familiare, cambia il calcolo: chi rischia l’esclusione dalla Mia
Fino a oggi per avere diritto al Rdc bisogna stare anche al di sotto di una certa fascia di reddito. Nel dettaglio, si parte da una base di partenza di 6.000 euro l’anno per le persone sole, da moltiplicare per la relativa scala di equivalenza dove per ogni componente maggiorenne viene aggiunto uno 0,4 mentre per il minorenne uno 0,2.
Dunque, una famiglia composta da due maggiorenni ha un parametro di scala pari a 1,4 e quindi non deve superare gli 8.400 euro di reddito familiare per avere diritto al Rdc. Nel caso si aggiunga un minore, invece, il parametro di scala sale a 1,6 con il reddito familiare che non deve superare i 9.600 euro.
Con il passaggio alla Misura d’inclusione attiva, almeno stando a quanto si legge nella bozza di provvedimento, c’è il rischio che le famiglie con minori vengano svantaggiate: non nel calcolo dell’importo, visto che andranno a guadagnare di più, bensì nella valutazione dei requisiti.
Dal parametro di scala di equivalenza, infatti, ne escono i minori: ciò significa che non ci sarà alcuna differenza tra una famiglia composta da due maggiorenni rispetto a quella a cui si aggiunge un minore, in quanto per entrambi il parametro di scala sarà pari a 1,4. Di conseguenza, per una famiglia composta da due maggiorenni e un minorenne non basterà avere un reddito familiare inferiore a 9.600 euro: per avere diritto alla MIA, infatti, il reddito complessivo dovrà essere inferiore a 8.400 euro.
Pensiamo ad esempio a una famiglia dove un genitore lavora percependo 700 euro al mese, quindi 9.100 euro l’anno (considerato per tredici mensilità): considerando che il nucleo è composto da un altro maggiorenne (con reddito zero) più due minori, con parametro di scala pari a 1,8, questa ha potuto richiedere il Reddito di cittadinanza in quanto il limite di reddito da non superare è pari a 10.800 euro.
A questa però verrà preclusa la possibilità di accedere alla MIA, in quanto il reddito percepito - 9.100 euro - supera la nuova soglia, in quanto pari a 8.400 euro.
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