Reddito di cittadinanza, bollette, Ucraina e Covid: sui dossier più delicati nessuna svolta, governo Meloni o Draghi bis?

Stefano Rizzuti

24/10/2022

Dal Reddito di cittadinanza al caro bollette, dall’Ucraina al Covid, chi gestirà i dossier più delicati nel governo Meloni? I ministri scelti sembrano essere in continuità con Mario Draghi.

Un governo composto da 24 ministri, un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma solo sei donne. L’esecutivo guidato per la prima volta da una donna, Giorgia Meloni, ha prestato giuramento e si è insediato a Palazzo Chigi. Neanche il tempo di iniziare, dopo consultazioni lampo, che per il nuovo esecutivo ci sono una serie di sfide delicatissime da fronteggiare.

Innanzitutto a livello internazionale, con le trattative sul caro energia e il gas in Ue da portare avanti, ma anche la posizione sull’Ucraina messa in discussione dalle parole di Silvio Berlusconi. E poi ci sono questioni interne urgentissime da affrontare: dai nuovi decreti contro il caro bollette alla legge di Bilancio, dal reddito di cittadinanza alla gestione del post-pandemia.

A chi verranno affidati questi dossier scottanti? Quali sono i ministri che Meloni ha scelto in questi dicasteri chiave? Andiamo a vedere perché chi si aspettava una vera e propria rivoluzione rispetto al governo Draghi rischia di rimanere almeno in parte deluso: a prevalere, almeno in questi ministeri, sono esponenti che sembrano molto in continuità con il precedente esecutivo.

Ministri, le scelte più divisive

Qualche polemica sulla scelta dei ministri del governo Meloni è già stata sollevata. Sicuramente è ritenuto divisivo il nome di Eugenia Roccella per la Famiglia e la Natalità, di cui vengono criticate le posizioni sui diritti civili. Non piacciono a molti neanche i nomi di Daniela Santanchè (al Turismo) e Alessandra Locatelli (Disabilità). Va sottolineato che altri ministri ritenuti meno in linea con il lavoro del governo Draghi ci sono e ricopriranno ruoli importanti, come nel caso di Matteo Salvini alle Infrastrutture (con la gestione di una buona parte dei fondi del Pnrr), ma si tratta di temi più interni e su cui c’è meno confronto con gli interlocutori internazionali.

Governo Meloni, a parlare di Ucraina e Ue c’è Tajani

Il ministero degli Esteri è stato affidato, insieme alla vicepresidenza del Consiglio, ad Antonio Tajani. Nessun dubbio sulla sua posizione atlantista ed europeista: “Lavoreremo sempre insieme all’Ue e alla Nato”, ha detto di recente sottolineando che l’Ue è un “punto di riferimento fondamentale”.

D’altronde parliamo dell’ex presidente del Parlamento europeo, nonché ex commissario Ue per l’Industria e in precedenza per i Trasporti. Nessun dubbio sulle sue posizioni europeiste e nemmeno sulla sua ferma condanna all’invasione russa dell’Ucraina: non a caso il suo primo atto alla Farnesina è stato telefonare al suo collega ucraino, Dmytro Kuleba, confermando il sostegno dell’Italia a Kiev.

I dossier economici in mano a Giorgetti

Da sempre un ministero centrale, l’Economia può diventarlo ancor di più con la crisi energetica, l’inflazione e il rischio di recessione. Per questo ruolo Meloni ha scelto Giancarlo Giorgetti: esponente della Lega, ma in contrasto con Salvini, avendo posizioni molto meno nette. Anche in campo economico. Per qualcuno è una sorta di tecnico prestato alla politica. E di certo è considerato molto vicino a Mario Draghi, che lo stima. Una piccola garanzia anche per i conti italiani e per l’immagine del nostro Paese all’estero.

Reddito di cittadinanza, cosa pensa Calderone

Sul fronte interno i temi più caldi riguardano il mondo del lavoro: Reddito di cittadinanza, cuneo fiscale e pensioni. Dossier che verranno gestiti da Marina Calderone, neo-ministra del Lavoro ed ex presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

Sul Reddito l’approccio in campagna elettorale di Giorgia Meloni è stato drastico, ma Calderone non sembra condividere le stesse opinioni: la ministra ha sempre detto di voler mantenere la misura, anche se con una riforma che potenzi la parte relativa alle politiche attive. Nessuna cancellazione quindi, neanche per chi è occupabile e può trovare lavoro.

Calderone è comunque a favore di sanzioni più forti, come la decadenza del Reddito in caso di primo rifiuto di un lavoro. Difficile, però, pensare a uno smantellamento della misura. In attesa di capire qual è la sua posizione sulle pensioni, piena continuità sembra avere rispetto al governo Draghi anche sulla riduzione del cuneo fiscale, su cui si esprime in maniera favorevole.

La gestione del Covid: cosa pensa il ministro Schillaci

Al ministero della Salute arriva Orazio Schillaci, un tecnico puro, rettore dell’Università di Tor Vergata. Sarà lui a doversi occupare della gestione della fase post-pandemica, ma cosa pensa sul Covid e le restrizioni? Di certo Schillaci, da medico qual è, si dice favorevole alla vaccinazione.

Intervistato da Unomattina, su Rai 1, tempo fa Schillaci elogiava i giovani che si erano vaccinati: “Non abbiamo avuto alcun problema nel nostro ateneo, è straordinario che il 90% degli studenti si sia fatto vaccinare: hanno dimostrato grande senso civico”. E anche sul green pass la posizione di Schillaci è chiara: “Rimane uno strumento indispensabile per la sicurezza nelle aule universitarie”.

Perché, quindi, la scelta è ricaduta su un tecnico? Sembra probabile che il centrodestra, in caso di nuova recrudescenza del Covid, possa così scaricare su un tecnico e non un politico l’eventuale responsabilità di misure drastiche come il ritorno delle mascherine in alcuni contesti.

Caro bollette ed energia, da Pichetto Fratin a Cingolani

L’altro tema caldo, sul fronte nazionale e internazionale, è quello dell’energia e del gas. Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica sarà Gilberto Pichetto Fratin, deputato di Forza Italia che si dice favorevole alle nuove estrazioni di gas, al Gnl e ai rigassificatori, ma anche al nucleare. Non è comunque ostile alle rinnovabili, tanto da aver più volte detto di essere d’accordo con gli investimenti sul fotovoltaico.

A lui si affiancherà, almeno per i primi mesi, Roberto Cingolani, ministro uscente e advisor per l’energia (consulenza a titolo gratuito) del nuovo governo. Una scelta che garantisce la massima continuità con il governo Draghi, che in Ue è stato molto apprezzato per i suoi tentativi di ridurre la dipendenza dalla Russia. Anche in questo caso, una svolta rivoluzionaria rispetto al precedente esecutivo sembra esclusa.

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