La strada per garantire il diritto all’aborto in Florida non è in discesa poiché richiede il consenso del 60 percento dei votanti.
“Per 54 anni hanno cercato di eliminare Roe V. Wade. Io ci sono riuscito e sono orgoglioso di averlo fatto”. Così Donald Trump in un incontro con elettori organizzato dalla Fox News nel mese di gennaio di quest’anno.
L’ex presidente ha in un certo senso ragione di prendersi il credito di avere eliminato il diritto federale all’aborto. Tre dei giudici della Corte Suprema che hanno votato per revocare la decisione di Roe V. Wade del 1973 che garantiva il diritto alle donne di interrompere la gravidanza sono stati infatti nominati da Trump.
Il 45esimo presidente però sa benissimo che dal punto di vista elettorale l’eliminazione del diritto all’aborto rappresenta un grosso svantaggio per lui e i repubblicani. Difatti, durante la campagna per le primarie repubblicane aveva condannato la legge di vietare l’aborto dopo 6 settimane approvata dalla Florida. Ron DeSantis, il governatore del Sunshine State, l’aveva promossa cercando di piazzarsi alla destra di Trump per aiutarsi a vincere la nomination del Partito Repubblicano senza però avere successo. Adesso lo “sbaglio” di DeSantis suggerito da Trump si è avverato. La Corte Suprema della Florida ha giudicato costituzionale la legge sul divieto dell’aborto dopo sei settimane ma allo stesso tempo ha conferito legalità a un referendum sul diritto all’aborto che farà parte dell’elezione a novembre. Sarà un grosso vantaggio per i democratici e anche per Joe Biden perché incoraggerà le donne a recarsi alle urne per difendere il loro diritto. [...]
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