No vax convocati. Il piano di una regione è di vaccinare tutta la categoria degli over 60 non vaccinati per affrontare l’autunno senza rischi per i più fragili.
La Regione Piemonte ha un obiettivo: vaccinare tutti i cittadini over sessanta. Per farlo ha attivato open day, campagne di sensibilizzazione, inviti e richiami, ma a oggi mancano ancora all’appello oltre 158 mila anziani (inclusi 6 mila che hanno contratto il Covid negli ultimi 6 mesi).
Questi, considerati categoria fragile, saranno i soggetti interessati dalla nuova iniziativa della Regione, che punta a richiamare gli indecisi, gli spaventati, i “no vax” della situazione. Il piano è di recapitare a casa degli anziani coinvolti una lettera con giorno e orario di convocazione per ricevere il vaccino anti Covid-19.
Non c’è privacy che tenga. Il Piemonte è l’unica Regione d’Italia che può vantare di essere considerata zona verde sulla mappa europea, soprattutto grazie al dato costante dei 35 positivi al coronavirus ogni 100 mila abitanti.
No vax convocati: il piano del Piemonte per combattere il virus
Si parla tanto di “no vax” come una categoria politica, ma dovremmo iniziare a parlare di loro come un gruppo di persone che per paura e cattiva informazione temono di fare il vaccino. Non tutti infatti credono alla teoria del 5G e fake news varie.
Molti degli anziani piemontesi che la Regione ha deciso di convocare non credono in queste teorie, molto più probabilmente temono che il vaccino entri in conflitto con qualche patologia pregressa: il cuore che non funziona bene, problemi alle vene e simili.
La Regione, dopo aver cercato in molti modi di raggiungere la platea degli over sessanta non vaccinati - e prima dell’arrivo dell’autunno che rischia di rialzare il numero di ricoverati in terapia intensiva - ha pensato a un nuovo piano. L’idea è semplice: inviare una lettera di convocazione con giorno e orario per la prima dose. Il tutto senza nessun obbligo ovviamente, ma il testo sottinteso è “con forte raccomandazione”.
Attualmente il 74% dei posti letto covid occupati negli ospedali è composto da non vaccinati. Per questo il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’Assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi hanno voluto sottolineare, in vista dell’inizio della campagna di convocazione, l’importanza della vaccinazione come strumento di prevenzione fondamentale ai ricoveri in terapia intensiva.
I numeri della campagna vaccinale in Piemonte
La Regione punta a rimanere una delle più virtuose, tanto per i risultati della campagna vaccinale, quanto per l’andamento stesso della pandemia. Da tempo infatti il Piemonte è riuscito a mantenere una media di 35 positivi ogni 100 mila abitanti, tanto che l’Unione Europa l’ha classificata come univa zona verde d’Italia.
I numeri parlano chiaro: i letti occupati in terapia intensiva (4%) e quelli dell’area non critica (4%) non destano preoccupazione. Per questo il Piemonte vuole vaccinare gli ultimi 158 mila over sessanta (inclusi 6mila che hanno contratto il Covid negli ultimi 6 mesi) e la nuova fascia dai 12 ai 15 anni, di cui un buon 40% ha già ricevuto entrambe le dosi, per raggiungere la quasi totalità di vaccinati.
Fino a ora le spinte della Regione in questa direzione sono state ben accolte, tanto che su una popolazione di oltre 1,4 milioni di over 60 i vaccinati rappresentano il 90-95% del totale. Per questo con l’inizia fa ben sperare in un ultimo concreto passo avanti e fuori dalla zona di rischio.
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