Sanzioni più basse, meno reati penali e rapporti paritetici con il Fisco, questi gli obiettivi della riforma, oltre all’equità fiscale.
La riforma fiscale allo studio del Governo porterà molti cambiamenti. Tassazione più bassa con aliquote Irpef riviste e abbassate dalle attuali 4 a 3, ma anche interventi sull’applicazione dell’Iva che potrebbe anche essere azzerata sugli alimenti di prima necessità come pane, latte e pasta.
Non solo, si rivedrannobonus e detrazioni, probabilmente al ribasso, per avere le coperture necessarie per fare in modo di raggiungere quella che è stata definita una equità orizzontale di imposta. Ma la riforma fiscale non sarà solo questo. L’intento dell’esecutivo è quello di migliorare i rapporti tra contribuente e Fisco e limitare quanto più possibile i contenziosi per il saldo dei debiti.
A tal proposito si interverrà anche sulle sanzioni penali previste per gli evasori fiscali che hanno intenzione di ravvedersi. Vediamo cosa potrebbe cambiare.
Sanzioni sull’evasione fiscale, come cambiano?
La delega per la riforma fiscale sarà esaminata oggi dal Consiglio dei ministri e tra le ultime novità contenute nella bozza spiccano quelle sulle sanzioni per le evasioni fiscali.
Eviterà le sanzioni penali chi, pur essendosi macchiato di evasione fiscale, si accorderà con Fisco per pagare tutto il debito pendente. Diminuiranno i sequestri e non potranno essere contestati reati quando il mancato versamento del dovuto sarà imputabile a cosiddette cause oggettive che non dipendono, quindi, dalla volontà del soggetto.
La riforma, di fatto, vuole basarsi su tre principi cardine:
- riduzione della pressione fiscale;
- nuovo rapporto con il Fisco;
- lotta all’evasione fiscale.
Il nuovo rapporto con il Fisco, come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni, non dovrà essere vessatorio ma paritetico, al contrario di quello che accade oggi.
Processi a doppio binario
Oggi un processo tributario procede su due binari, uno amministrativo e uno penale. Da una parte, quindi, chi non versa le tasse è perseguito per il saldo del dovuto ma anche a livello penale. E anche se salda il dovuto il giudizio penale non si ferma perché il reato, in ogni caso, è stato commesso anche se, poi, il debito è stato saldato.
Con la delega invece, si vuole aggiungere una grossa novità: in sede penale si deve tenere conto di quello che accade in sede amministrativa. E se il contribuente si accorda con il Fisco per saldare il dovuto i conti con la giustizia andranno automaticamente chiusi.
Inoltre, sempre con la riforma, non sarà perseguibile penalmente chi si macchia di evasione fiscale per fatti che non siano a lui imputabili perché in questo modo si evita che un contribuente sia perseguito penalmente laddove il mancato pagamento non dipenda da lui stesso.
Sanzioni più basse
La riforma, sempre per migliorare i rapporti tra contribuente e Fisco e per combattere l’evasione fiscale, ha l’obiettivo di abbattere l’importo delle sanzioni amministrative. Il carico delle sanzioni sarà abbassato e portato agli standard degli altri Paesi europei.
Già il vice ministro all’Economia Maurizio Leo aveva fatto notare come in alcuni casi le sanzioni avessero un importo davvero spropositato. Un esempio per tutti quello dell’omesso versamento Iva che comporta una sanzione che va dal 120 al 240% mentre la media europea della stessa sanzione è del 60%.
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