Il contribuente che versa l’Imu in eccesso o paga l’imposta quando non è dovuta, in determinati casi può chiedere il rimborso. Vediamo quali sono i casi in cui spetta e come fare.
Rimborso Imu, quando è possibile? Può capitare di effettuare erroneamente i conteggi dell’Imu dovuta e versare, quindi una somma più alta oppure può esserci il caso di pagamento Imu per un immobile per il quale l’imposta non è dovuta. Cosa fare in questi casi e come comportarsi? In determinate occasioni c’è diritto al rimborso di quando versato e non dovuto o di quanto pagato in eccesso e la richiesta va presentata al Comune in cui è ubicato l’immobile in questione.
Il contribuente che possiede un immobile per cui è dovuto il versamento dell’Imposta Municipale Propria, o Imu, è obbligato al pagamento entro le scadenze stabilite, vi è anche una normativa che gli riconosce il diritto di poter chiedere il rimborso per la medesima imposta nel caso abbia pagato somme non dovute o eccedenti per errore alle casse del Comune.
Come in tutti i casi di richieste di pagamenti e rimborsi, anche in questo ci sono termini di prescrizione per la richiesta delle somme erroneamente pagate e non dovute a titolo di rimborso. In questo articolo vedremo le casistiche in cui è possibile chiedere il rimborso dell’Imu ed entro quali termini è possibile esercitare tale diritto.
Quando c’è il diritto a ricevere il rimborso dell’Imu?
Quando il contribuente, per errore, versa l’imposta in eccesso può chiedere il rimborso. Allo stesso modo il rimborso può essere richiesto qualora l’imposta sia versata ma non dovuta (come nel caso di immobili esenti dal pagaento). Per ricevere il rimborso delle somme è necessario, in ogni caso, presentare richiesta scritta agli uffici comunali di competenza.
I casi più comuni per i quali può essere richiesto il rimborso dell’Imu sono:
- importo versato ad un Comune sbagliato;
- importo versato in eccesso;
- importo versato e non dovuto.
Sbagliare nel versamento dell’Imu non è così raro. E anche se si procede a farsi compilare l’F24 per il versamento da un Caf o da un professionista abilitato potrebbero verificarsi errori di digitazione. La cosa migliore, quindi, è sempre controllare gli F24 versati per capire se possa esserci qualche errore o possa esserci margine per chiedere un rimborso.
Rimborso Imu con somme versate ad un Comune sbagliato
Quando si deve versare l’Imu è necessario compilare un F24 in cui è necessario indicare il codice ente o codice comune. Basta digitare erroneamente un tasto al posto di un altro e il Comune destinatario non sarà più quello giusto.
La conseguenza di questo errore è che le somme versate, invece, di finire nelle casse del Comune in cui l’immobile per cui si paga l’imposta è ubicato, finiscano nelle casse di un altro Comune o di un altro ente.
In questo caso le strade che il contribuente può percorrere sono due:
- chiedere il rimborso al Comune che ha ricevuto il versamento per errore e, nel contempo, fare un nuovo versamento al Comune in cui è ubicato l’immobile;
- fare un riversamento.
La seconda soluzione è senza alcuna ombra di dubbio la più comoda visto che sarà il Comune che ha ricevuto per errore le somme non dovute a girare gli importi sul conto corrente del corretto Comune. Ma come si scopre l’errore in questo caso?
I più previdenti possono scoprirlo abbastanza velocemente se confrontano gli F24 pagati negli anni precedenti e si accorgono del codice comune diverso. In alternativa si scopre l’errore quando si riceve dal Comune l’avviso di accertamento per non aver pagato l’Imu. Il contribuente invierà allo stesso la quietanza di pagamento e gli verrà comunicato di aver sbagliato il codice ente/Comune.
Rimborso Imu per importo versato in eccesso
Il caso più comune per il quale richiedere il rimborso Imu, in ogni caso, è quello per importo versato in eccesso, un errore che può nascere dalla considerazione di diversi dati sbagliati, ovvero:
- la rendita catastale dell’immobile;
- la percentuale di possesso;
- i mesi di possesso:
- eventuali riduzioni a cui si aveva diritto non prese in considerazione.
In questo caso, però, se si commette un errore e si versa più del dovuto, difficilmente il Comune invierà una comunicazione per segnalare la posizione di credito del contribuente. E gli errori che si commettono nel versamento dell’Imu sono dovuti al fatto che il contribuente è tenuto a determinare in autonomia l’importo da versare.
Così come, è tenuto anche a scoprire in autonomia se vanta un credito dal Comune. In ogni caso, entro breve, i Comuni dovranno creare obbligatoriamente un’area dedicata in cui il contribuente possa prendere visione della propria situazione tributaria. E in questo modo si potranno conoscere gli eventuali crediti da vantare nei confronti dell’ente.
In ogni caso se ci si accorge di aver versato un importo più alto di quello dovuto si potrà procedere, entro 5 anni, a chiedere il rimborso di quanto versato in eccesso.
Imposta versata e non dovuta
Questo è il caso, ad esempio, di chi è e lo versa lo stesso. Un po’ quello che è accaduto ai coniugi con diversa residenza che hanno versato per anni la doppia Imu (e che oggi possono richiedere gli arretrati degli ultimi 5 anni).
Cosa fare se si deve chiedere il rimborso per un contribuente deceduto?
Se a pagare l’Imu in eccesso o non dovuta è stato un contribuente deceduto prima della richiesta di rimborso, quest’ultima potrà essere presentata da un erede. Se gli eredi sono più di uno a sottoscrivere la richiesta dovranno essere tutti.
Se, invece, la domanda di rimborso era stata presentata dal de cuius prima del decesso le somme da rimborsare saranno liquidate agli eredi anche se in questo caso l’iter sarà leggermente diverso. Tutti gli eredi, infatti, saranno convocati presso gli uffici del Comune per capire quale modalità scelgono per ricevere il rimborso delle somme spettanti.
Come si presenta domanda di rimborso Imu?
Le istruzioni per la richiesta di rimborso Imu sono presenti su tutti i siti istituzionali dei Comuni, In ogni caso la domanda deve essere presentata da parte di chi vanta un credito con il Comune per Imu versata in eccesso o versata e non dovuta, entro 5 anni dal giorno del pagamento (o da quello in cui è stato accertato il diritto al rimborso se si presenta un ricorso), altrimenti intervengono i termini di prescrizione.
Cosa allegare alla domanda di rimborso? In caso di errore di calcolo alla domanda devono essere allegati i bollettini o gli F24 che comprovano il versamento avvenuto e la necessaria documentazione che serva a poter calcolare l’imposta dovuta effettivamente (visura catastale o certificazione del geometra).
Se, invece, si è effettuato un duplice pagamento o si è versata l’Imu per un immobile esente dall’imposta è necessario presentare i bollettini comprovanti i versamenti doppi nel primo caso, nel secondo oltre ai bollettini la documentazione che accerti il diritto all’esenzione del pagamento.
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